È iniziata alle 13.30 e finita alle 20 la marcia ‘No Tav‘ che ha visto oltre 10.000 persone attraversare insieme le strade e i sentieri che dal Festival Alta Felicità’ di Venaus raggiungono il cantiere della Tav di Chiomonte. Due recinzioni con filo spinato a separare il cantiere dai manifestanti e 500 agenti delle forze dell’ordine schierati in tenuta anti-sommossa per impedire ai presenti di raggiungere il cantiere. Nonostante tutto, l’assedio pacifico del cantiere è proseguito per ore: “Sono 20 anni che politici e giornali provano a scrivere patetici coccodrilli – scrive in una nota il Movimento No Tav – pregando che si possa finalmente mettere la parola fine all’esercizio di coerenza e determinazione che ha preso corpo in questa valle. Tra lo stupore generale nei giorni scorsi, abbiamo reagito all’infame decisione del governo dicendo che per noi non è cambiato niente. La giornata di oggi ne è la prova”.

La prima barriera di ferro e filo spinato, fissata in mezzo al bosco, è stata abbattuta intorno alle 17 dai manifestanti, che sono poi avanzati fino alla seconda grata, di fronte alla quale si sono fermati, a pochi passi dal cantiere. Per oltre due ore il corteo, diviso in tre spezzoni, ha circondato il cantiere Telt della Maddalena e, nonostante le decine di lacrimogeni lanciati dalle forze dell’ordine, si è fermato lì.

Intorno alle 19.30, mentre gran parte del corteo defluiva c’è stato anche un lancio di petardi e bombe carta a ridosso del cantiere, con una frangia di manifestanti che hanno lanciato pietre nei confronti delle forze dell’ordine colpendo alla spalla un agente della Digos, rimasto leggermente ferito. Al netto di questo episodio, gli organizzatori dell’iniziativa si dichiarano soddisfatti: “La vera violenza io in questi 30 anni l’ho sempre vista da parte di chi militarizza il cantiere e non dai manifestanti – dichiara la storica attivista No Tav Nicoletta Dosio – Noi ci difendiamo e resistiamo. Pensiamo che la resistenza contro un potere ingiusto non sia solo un diritto ma un dovere di tutti, e noi lo pratichiamo”.

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