L'esito del tavolo tenutosi al Mise con l'azienda e i sindacati, dopo che la proprietà olandese Sapinda aveva annunciato la ristrutturazione e i tagli. Paoloni (Filctem Cgil): "Abbiamo ottenuto un primo step importante". Un centinaio di lavoratrici in presidio davanti al ministero
L’azienda La Perla ha annunciato la sospensione per il mese di agosto della procedura di mobilità già avviata per 126 dipendenti della sede di Bologna. È il risultato strappato dal tavolo tenutosi al ministero dello Sviluppo economico sulla crisi della storica azienda di abbigliamento intimo. Questo mercoledì si terrà un incontro con i sindacati e a settembre un nuovo tavolo in sede ministeriale. La procedura di mobilità, ora sospesa, dura 75 giorni ed era partita a fine giugno dopo che la proprietà olandese, la holding Sapinda, aveva annunciato la necessità di riorganizzare i processi e cambiare business model.
“Abbiamo ottenuto un primo step importante”, commenta la segretaria nazionale della Filctem Cgil, Sonia Paoloni, uscendo dal ministero e spiegando che la prima data disponibile per il prossimo incontro a Roma dovrebbe essere la prima o al massimo la seconda settimana di settembre. In questi giorni di sospensione della procedura “a livello locale si cercherà di trovare una soluzione condivisa per prendere del tempo e per studiare soluzioni credibili e alternative a quella degli esuberi che ci ha proposto l’azienda”, ha continuato Paoloni, ribadendo che il risultato ottenuto oggi è un primo passo in avanti “rispetto a tutte le chiusure aziendali fino ad oggi dimostrate”.
All’incontro erano presenti i rappresentanti sindacali di categoria (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil), il vice capo di gabinetto del ministro dello Sviluppo economico, Giorgio Sorial, l’amministratore delegato di La Perla, Pascal Perrier e fra i vari rappresentanti delle istituzioni locali anche l’assessore alle Attività produttive dell’Emilia Romagna, Palma Costi. Al tavolo ha partecipato anche la sottosegretaria al ministero dei Beni Culturali, la bolognese Lucia Borgonzoni. Un centinaio di lavoratrici della sede bolognese dell’azienda si sono riunite in presidio davanti al ministero, intonando canti italiani con strofe riadattate alla loro protesta e agitando cartelli e bandiere con fiocchi e corsetti che ricordano la produzione di La Perla.
Lo storico brand di lingerie di lusso è alle prese con un bilancio in negativo da due decenni. Prima era stato Silvio Scaglia nel 2013 a provare a risollevare La Perla con 500 milioni di euro di investimenti. A inizio 2018 mister Fastweb ha venduto l’azienda al finanziere Lars Windhorst che ha portato un’ulteriore iniezione di risorse per 128 milioni, senza risultati. Infine l’annuncio della decisione di ristrutturare La Perla, con il taglio dei 126 lavoratori di Bologna.
Il fatto che l’azienda abbia preso tempo e che, dietro richiesta anche del ministero, abbia accettato di discutere nuovamente al tavolo locale con le parti sociali “significa che hanno capito che quella degli esuberi non è l’unica strada percorribile, però lo dobbiamo verificare”, ha spiegato la sindacalista Paoloni. Da parte di tutte le istituzioni locali e nazionali, ha concluso, “c’è la volontà di trovare soluzioni alternative, credo poi che anche i consulenti dell’azienda abbiano capito che non si può fare muro contro muro“. Lo stop alla procedura di mobilità per il mese di agosto significa “che si congelano i tempi sui 75 giorni previsti, poi dal 31 di agosto si riprende a contare. L’importante è che c’è un congelamento della decorrenza, periodo in cui le parti non potranno intraprendere azioni unilaterali”, ha chiarito Paoloni.