Si è concluso ieri sera  il Festival Alta Felicità con l’incontro tra il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio e i tecnici del Movimento No Tav Luca Giunti, Lele Rizzo e Alberto Poggio. “Io non sono contro le grandi opere o i treni che vanno veloci, sono favorevolissimo – ha esordito Travaglio – il problema di quest’opera è la sua plateale, costosa e dannosa inutilità”.

Intervistato su come riuscire a comunicare le ragioni di chi si oppone al Tav Travaglio ha espresso il totale isolamento al quale si espone chi esce dal coro favorevole alle grandi opere, “quello che dice le cose supportate dai dati passa per il tipo bizzarro, il partito degli affari condiziona a tutti i livelli. Non c’è un solo dato contro questo cantiere che venga smentito, eppure sembra che chi sostenga il Tav sia ormai in preda a una superstizione, non c’è più nulla di razionale e scientifico, ma se devo fare una previsione – ha chiuso il suo intervento – nel 2030 non vedremo nessun buco nella montagna”.

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