Il Consiglio regionale del Lazio si prepara ad approvare il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (Ptpr), ma il testo che verrà votato in aula a fine luglio, “esclude il centro storico di Roma dalle tutele previste dal piano stesso”, contesta l’associazione Carteinregola che ha lanciato l’allarme inviando una lettera a tutte le forze politiche in Regione, chiedendo con forza di scongiurare tale rischio.
Nel Ptpr si trova l’articolo 43 che sottolinea, attraverso una serie di commi, che gli insediamenti urbani storici sono sottoposti a vincolo paesistico e a puntuali prescrizioni in merito a una serie di interventi che possono comprendere la demolizione e ricostruzione, nuove costruzioni e ampliamenti al di fuori della sagoma esistente, la coloritura dei manufatti edilizi, le finiture esterne e altri interventi. Tutte norme tese “alla conservazione di ogni parte dell’edificio che costituisca testimonianza storica, alla conservazione della inscindibile unità formale e strutturale dell’edificio, alla valorizzazione dei suoi caratteri architettonici”, si legge nel testo approvato con una maggioranza bulgara. Però il comma 17 dell’articolo in questione esclude il centro storico della Capitale. Gaia Pernarella, consigliere regionale Cinque Stelle, unico membro della commissione che ha espresso voto contrario al Ptpr, sottolinea anche che “con l’approvazione di questo piano sono stati resi vani anni di co-pianificazione e di lavoro tra Mibac e uffici della Regione per la valorizzazione del paesaggio, intesa tra i due enti stabilita dal codice dei Beni Culturali del Paesaggio”.
“Si continua a perpetuare l’equivoco – spiega Anna Maria Bianchi, presidente di Carteinregola – di un presunto vincolo da ascrivere all’appartenenza del centro storico di Roma alla lista dei siti patrimonio dell’Unesco. Ma tale appartenenza non ha alcun valore prescrittivo, trattandosi di un elenco da cui un sito può essere escluso se perde le peculiarità che hanno portato al suo inserimento, e che non può esercitare alcuna reale tutela, né fornire prescrizioni vincolanti”. Tanto per fare un esempio del carattere non prescrittivo di tale status, l’Unesco interviene, nel caso, a danno già avvenuto rimuovendo l’area dall’elenco dei siti patrimonio dell’umanità come, ad esempio, si è rischiato con Villa Adriana, minacciata prima dalla discarica e poi dalla lottizzazione del costruttore Massimo Mezzaroma.
“Come nel Ptpr adottato nel 2007 – prosegue la Bianchi – si continua a rimandare la questione a future specifiche prescrizioni di tutela che dovranno essere definite, in relazione alla particolarità del sito, congiuntamente da Regione e Mibac. Ma non bisogna perdere ulteriore tempo, per questo abbiamo chiesto agli esponenti di tutte le forze politiche di abrogare il comma che esclude il centro storico di Roma dalle prescrizioni di tutela paesaggistica e di inserire e approvare un emendamento che ne garantisca l’applicazione”.
“Questo scempio che va avanti da troppi anni – spiega Paolo Berdini, urbanista di fama internazionale ed ex assessore di Roma Capitale – si può interrompere solo se in aula tornerà la ragione e verrà approvato un Ptpr che tuteli pienamente il centro storico di Roma, il patrimonio più importante che abbiamo”. Nulla è perduto quindi, basta non far passare l’emendamento incriminato: “Il 29 luglio – conclude la Pernarella – inizierà la discussione per l’approvazione del Ptpr, faremo di tutto per modificare il testo che così proprio non va”.