“È assurdo dividersi su tutto”, anche perché ad ogni spaccatura “c’è qualcuno che esulta davvero”. Alessandro Di Battista interviene nel dibattito sull’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma mentre era in servizio, e chiede ai politici di smetter di “commentare ogni cosa” e “propongano soluzioni, non opinioni”. In primis, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dice l’ex deputato M5s “sia capace di trovare centinaia di milioni di euro non per il Tav o per regalarli a Radio Radicale ma per aumentare effettivi, stipendi e dotazioni delle forze dell’ordine”.
E poi che “vada nei territori di mafia (se ha la libertà e il coraggio di farlo) non a chiedere voti ma a chiedere cosa occorre per la principale guerra che lo Stato deve combattere: quella al crimine organizzato”. Auspicando che “si faccia totale chiarezza” sull’assassinio di Cerciello Rega, Di Battista aggiunge anche un “popolo unito” oggi chiederebbe anche “che i responsabili dell’omicidio paghino tutto e soprattutto paghino in Italia nonostante siano figli dell’impero statunitense”.
“Siamo sempre più un popolo di tifosi e un popolo di tifosi è un popolo di sudditi”, commenta Di Battista prendendo le mosse dalle reazioni speculari delle forze politiche in occasione del caso di Daisy Osakue, l’atleta italiana colpita la scorsa estate ad un occhio da un uovo lanciato da una macchina, e l’omicidio del vice-brigadiere 35enne avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì scorso a Roma.
“I tifosi si scaldano, si incazzano, gridano alle ingiustizie, alcuni si picchiano tra loro ma la palla non la toccano mai – dice – Tengono in piedi un sistema che senza di loro non andrebbe avanti. Finché si tratta di calcio mi può anche stare bene ma quando a comportarsi da tifosi sono i cittadini che non dovrebbero tenere in piedi il sistema ma semmai cambiarlo iniziando a “toccare palla” è molto più grave”, conclude Di Battista nel suo post su Facebook.