Andrea Marcucci, capogruppo al Senato del Partito Democratico, aveva annunciato durante l'informativa di Giuseppe Conte sul caso Lega-Mosca di voler presentare la mozione. Ora il niet all'arrivo in Aula ad agosto. L'ira di Zingaretti: "Ma non era Di Maio che aveva detto 'se il Parlamento chiama si va'? Parolai, schiavi e buffoni"
Lega, M5s, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno respinto la richiesta del Pd di discutere ad agosto la mozione di sfiducia presentata dai dem al vicepremier Matteo Salvini. Nella conferenza dei capigruppo, i rappresentanti dei due partiti di maggioranza e delle opposizioni di destra hanno detto no alla calendarizzazione nelle prossime settimane.
Andrea Marcucci, capogruppo al Senato del Partito Democratico, aveva annunciato durante l’informativa di Giuseppe Conte sul caso Lega-Mosca di voler presentare la mozione. Ora il niet a un arrivo rapido in Aula stabilito dalle altre principali forze presenti a Palazzo Madama.
La decisione ha fatto infuriare il segretario del Pd, che se la prende con i pentastellati: “Il Movimento 5 Stelle si oppone alla calendarizzazione della mozione di sfiducia a Salvini. Ma non era Luigi Di Maio ad aver detto ‘se il Parlamento chiama si va’? – scrive Nicola Zingaretti – E non è il presidente della Camera dei 5 Stelle Fico ad aver chiesto a Salvini di andare in Aula senza aver ottenuto risposta dal ministro? Parolai, schiavi e buffoni”.
Nel silenzio del M5s, è Forza Italia a spiegare di essersi opposta “perché, oggi come in passato, riteniamo lo strumento inopportuno e, in quanto inopportuno, dunque, nemmeno urgente”, spiega il vicepresidente vicario del gruppo Forza Italia alla Camera, Roberto Occhiuto. “Inoltre – aggiunge – abbiamo sempre sostenuto che la responsabilità del governo è collegiale. La nostra posizione resta coerente con quanto sempre sostenuto. Anche nella scorsa legislatura, sulla scorta di queste medesime considerazioni, ci siamo opposti a mozioni di sfiducia individuali contro ministri del Pd, lo stesso partito che oggi ha proposto la mozione contro il titolare del Viminale”.