"Io sono andata in questo ristorante con Carlo e Penelope, mia figlia di 6 anni, e la signorina all’accoglienza mi ha detto che i bambini non erano ammessi al Tanit", ha raccontato su Instagram l'ex ballerina di Amici
“Assurdo non far entrare in un ristorante un bambino. È vergognoso, è uno schifo“. L’ex ballerina di Amici Sabrina Ghio si è sfogata così in un video pubblicato nelle sue storie su Instagram commentando quanto le è capitato al Tanit, un locale di Poltu Quatu, in Sardegna, dove si trova in vacanza con la famiglia. Sabrina ha raccontato infatti di essere andata lì per cenare assieme al fidanzato Carlo Negro e alla figlia Penelope ma, all’ingresso, lo staff del ristorante li ha respinti dicendo che non era consentito l’accesso ai bambini. L’ex ballerina ha ricostruito l’episodio e poi è sbottata: “Ditemi se non è meglio andare ad Ibiza, Formentera o Mykonos. Vedendo Penelope offesa ci sono rimasta male perché lei si è sentita umiliata. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio… – ha tenuto a precisare -. La Sardegna non è soltanto questa… Vengo qui tutti gli anni”.
Contattato da Fanpage.it, il locale ha smentito, parlando di un banale malinteso: “Non è vero che non prendiamo bambini. Non so con chi abbia parlato quella signora. Non stiamo replicando, mi spiace per la signora perché noi cerchiamo di accogliere tutti. Sarà stato un malinteso. Sicuramente non è un locale per bambini piccoli perché è frequentato in tarda serata. La gente che ci conosce continua a venire. Siamo contenti così, se queste persone si vogliono accanire, la cosa non ci tocca“.
La questione non è finita qui, perché Sabrina Ghio ha voluto replicare a sua volta alla risposta del ristorante: “Il ristorante adesso si vuole un po’ parare il culo e sta dicendo tutto il contrario. Io sono andata in questo ristorante con Carlo e Penelope, mia figlia di 6 anni, e la signorina all’accoglienza mi ha detto che i bambini non erano ammessi al Tanit – ha spiegato -. Ho chiesto di parlare con il proprietario e la signorina (molto gentile) mi ha detto che il proprietario non voleva parlarne con me, e mi ha ribadito che non accettava bambini nel suo ristorante. Politica che io non condivido, ognuno sarà libero di fare ciò che vuole nel suo ristorante, ma queste sono state le testuali parole. Per questo motivo, al proprietario del Tanit, che adesso si vuole parare il culo dicendo che non è vero e che accettano le famiglie – ha concluso -, voglio dire che io ho messaggi di persone che non sono mai più andate in quel posto, e potrei pubblicarli quindi attenzione, perché anche a loro è accaduta la mia stessa situazione”.