Elio Costa, 71 anni, per il gip del tribunale di Vicenza ha ricevuto una pensione maggiorata grazie all'aiuto del segretario provinciale Doriano Zordan per 12 anni: sono entrambi accusati di truffa. La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro da 155mila euro. E l'uomo - secondo i finanzieri - avrebbe anche "rimborsato" al sindacato la spesa aggiuntiva corrisposta nell'ultimo anno prima del pensionamento
Al sindacalista, già dipendente del ministero della Pubblica Istruzione, era stato aumentato lo stipendio nell’ultimo anno prima della quiescenza. E così aveva ottenuto una pensione maggiorata di circa 1.000 euro al mese. Ma quell’aumento era fittizio, al punto che poi la differenza con lo stipendio che gli spettava era stata rimborsata all’organizzazione, lo Snals. E così per dodici anni il vicentino Elio Costa, 71 anni, avrebbe continuato a ricevere una pensione gonfiata grazie all’aiuto del segretario provinciale Doriano Zordan. La Guardia di Finanza è piombata a casa di Costa e ha eseguito un sequestro di denaro e di un immobile da 155mila euro. Il provvedimento del gip Barbara Maria Trenti è stato firmato su richiesta del pm Serena Chimichi, alla luce di un rapporto del Nucleo investigativo Spesa Pubblica che ha voluto vederci chiaro sui benefici pensionistici di cui godeva Costa.
La vicenda apre uno squarcio sugli effetti del decreto 564/1996, la cosiddetta Legge Treu, dal nome dell’allora ministro del Lavoro. Grazie al pagamento di una contribuzione aggiuntiva dell’organizzazione, un sindacalista avrebbe goduto degli aumenti e in qualche caso anche del calcolo su base retributiva e non contributiva. Scrive il gip: “Costa si è accordato con Zordan, segretario provinciale Snals, a che il sindacato gli avrebbe corrisposto una determinata retribuzione maggiorata durante l’ultimo anno di servizio (non giustificata da cambio di mansioni o di assunzione di nuove responsabilità) versando all’Erario le ritenute Irpef e i contributi all’Inps”. Poi avrebbe restituito le somme, “creando verso l’erario una situazione di mera apparenza contributiva”.
Il periodo va da settembre 2006 ad agosto 2007. Costa andò in pensione in settembre e due giorni dopo presenta richiesta di liquidazione. Interrogato dai finanzieri, Zordan ha ammesso: “Nell’anno 2006, avendo la possibilità di usufruire dei benefici previsti dalla legge, in relazione al suo prossimo pensionamento, il Consiglio ha deciso di retribuirlo per il suo ultimo anno di distacco scolastico con la retribuzione aggiuntiva pari a 1.500 euro mensili, relativamente all’anno scolastico 2006/07”. E altri sindacalisti hanno confermato che non vi fu cambio di mansioni né lavoro aggiuntivo.
A chiudere il cerchio c’è l’analisi dei movimenti bancari di Costa. Nell’ultimo anno di servizio, pochi giorni dopo aver ricevuto la retribuzione aggiuntiva, effettuava prelievi bancari per importi quasi equivalenti, per 4mila, 3mila e 3.318 euro: in totale 10.318 euro. “Si spiegano unicamente in ragione della necessità di restituire al sindacato gli importi ricevuti”. Infatti, in precedenza si limitava a prelevare imposti modesti. Lui si è giustificato dicendo che aveva speso i soldi per due vacanze e un prestito a un figlio.
I finanzieri, inoltre, si sono trovati di fronte a un fatto singolare. Quando hanno chiesto allo Snals il registro di cassa del 2007, si sono sentiti rispondere che era andato distrutto nell’allagamento dell’archivio risalente al 2012. Zordan aveva anche esibito una richiesta di danni al condominio a riprova dell’allagamento, di cui però il consiglio direttivo del sindacato non ricorda nulla. L’inchiesta sembra scoperchiare un pentolone, perché le carenze di documentazione contabili sono tali da far scrivere al gip: “La condotta dei sindacati pare diretta ad opacizzare gli ingenti compensi corrisposti agli attivisti in misura forfettaria”. E qualifica il fatto come “una truffa a consumazione prolungata”. La pensione extra è stata mediamente di 13.500 euro all’anno, per un totale di 155mila euro.