L'idea del fondatore di Fi non è quella di dare vita a un nuovo partito, ma di unire diverse realtà rivolgendosi "all’Italia responsabile, seria, costruttiva, quell'altra Italia, l’Italia vera, che oggi è pressoché priva di una rappresentanza politica". Ma tra i suoi sono ancora vivi gli scontri, con Giovanni Toti che minaccia l'uscita dalla formazione
Silvio Berlusconi lancia un appello per una “federazione di centro” che sia alternativa alla sinistra e punti a creare nuova unione all’interno del centro-destra, in gran parte fagocitato dall’avanzata della Lega di Matteo Salvini. Così il leader forzista chiama a raccolta “tutti i soggetti, i singoli cittadini che fanno parte dell’altra Italia. Non si tratta di fondare un nuovo partito, ma di creare una federazione fra soggetti che pensano a un nuovo centro moderato ma innovativo, alternativo alla sinistra, in prospettiva alleato ma non subordinato alle altre forze del centro-destra”.
Nel suo appello, Berlusconi ribadisce che di “quest’area politica Fi è parte costituente essenziale, ma non intende assumere alcun ruolo egemonico. Al contrario, si mette al servizio di un progetto più ampio“. In cosa consista questo progetto il fondatore del partito non lo ha ancora detto, ma si è limitato a sostenere, nella nota, che “Forza Italia sta seguendo da tempo un percorso di rinnovamento importante per svolgere nel migliore dei modi questo ruolo. Tale percorso deve andare avanti, e io lo sostengo con convinzione, ma credo, sono convinto della necessità di fare qualcosa di più”.
Berlusconi torna, come nel 1994, a rivolgersi direttamente ai cittadini italiani e agli elettori di centro destra, spiegando che “in questa situazione, sento il dovere di rivolgermi ancora una volta con un estremo appello all’Italia responsabile, seria, costruttiva, quell’altra Italia, l’Italia vera, che oggi è pressoché priva di una rappresentanza politica, perché non va a votare o disperde il suo voto. Un’Italia che dalla politica si aspetta equilibrio, saggezza, esperienza, competenza, spirito di servizio e non protagonismo. L’Italia che lavora e che apprezza chi sa lavorare. L’Italia che non confonde umanità con buonismo né rigore con cinismo. Sono convinto che siano tanti i liberali, i cattolici, i riformatori, gli italiani di buonsenso e di buona volontà, che sentono come me questo profondo disagio per la politica di oggi e che condividono questa profonda preoccupazione per il futuro del Paese. Avendo avuto il privilegio di guidare il mio Paese per quasi dieci anni, e di rappresentarlo oggi in Europa, sento il dovere – conclude – di mettere a disposizione la mia esperienza, la mia competenza, le mie capacità di imprenditore e di uomo di Stato per chiamare a raccolta gli italiani che non si riconoscono in questa situazione”.
La scelta è stata probabilmente condizionata anche dal clima che si respira ormai da mesi all’interno del partito, tra minacce di fuga, possibili scissioni e voci di altre realtà pronte a nascere dall’iniziativa di qualche leader dissidente. Come ad esempio il governatore della Liguria ed ex delfino di Berlusconi, Giovanni Toti, che oggi ha lanciato il suo ultimatum ai vertici del partito: “Ho accettato la carica di coordinatore solo per andare alle elezioni primarie, primarie aperte – ha dichiarato durante una diretta Facebook – Se non sarà possibile, le mie dimissioni sono sul tavolo” perché “non voglio essere complice di chi non vuole cambiare niente”. Il governatore ha detto che il tempo è scaduto e “domani andrò al tavolo delle regole” ma con la ferma idea di “non essere complice” di chi vuole l’immobilismo, prospettiva rispetto alla quale “anche questo coordinamento è inutile”.
L’ex direttore del Tg4 continua attaccando “l’immobilismo” del partito: “La classe dirigente di Fi ha stufato – ha detto -, le nostre ricette non sono più adeguate ai tempi. Continuiamo a dire alla Lega di mollare i Cinque Stelle ma offriamo ai nostri interlocutori un partito esangue e un’opposizione che francamente non si capisce se non per il suo voler far dispetto al nostro vecchio alleato. C’è chi dice che voglio un partito succube della Lega, ma chi lo dice è chi lo ha reso succube e irrilevante politicamente”.
Gli ha risposto il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, che tra le altre cose ha proprio accusato il governatore di voler rendere il partito subordinato al Carroccio e a Fratelli d’Italia: “Io sono assolutamente favorevole alle primarie in Forza Italia – ha detto ai microfoni de L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus -, ma non condivido né i toni, né la linea politica di Giovanni Toti. Queste critiche giornaliere, questi ultimatum rivolti a Forza Italia e a Berlusconi onestamente hanno stancato, soprattutto i nostri elettori. Toti vuole rendere Forza Italia ancillare rispetto a Lega e a Fratelli d’Italia”.