Prima del faccia a faccia con il premier e il leader del M5s, Salvini aveva definito "acqua" la bozza. Poi l'inizio della riunione con tutti i ministri e lo stop per "ragioni tecniche". Dalle 18.45 è ricominciato l'esame del testo alla ricerca di un accordo tra Lega e Cinque Stelle, poi altra fermata e il confrontro tra i ministri Bonafede e Bongiorno. Accordo sul civile e il Csm, ma restano le distanze sul penale. Bonafede: "Ho sentito tanti no". Salvini tace, nota della Lega: "Riforma di facciata"
È un Consiglio dei Ministri che si è protratto fino a tarda notte quello iniziato alle 16.30, con un ritardo di un’ora e mezza sul programma iniziale, nel quale si è discusso della riforma della giustizia sulla base della bozza presentata dal ministro Alfonso Bonafede. Un tavolo pieno di tensioni, nonostante un’ora abbondante di pre-vertice tra Giuseppe Conte e i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio per sciogliere alcuni nodi, con il ministro della Giustizia e quello per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, che, sono arrivati allo scontro duro.
Alla fine, c’è il via libera “salvo intese”. Ma mentre sul Csm e il civile M5s e Lega hanno trovato un’intesa, le distanze restano marcate sul penale. Con i pentastellati che avanzano dubbi sulla reale volontà della Lega: “Ho sentito tanti “no”, c’è stata assoluta disponibilità da parte mia ad affrontare proposte di modifiche – ha spiegato Bonafede all’uscita – Io penso che i cittadini non possano aspettare più una riforma della giustizia”. L’oggetto del contendere? Il Guardasigilli lo dice chiaro e tondo: “Non vorrei che ci fosse il tema della prescrizione come nodo che non viene portato al tavolo”. Già, perché la riforma – inserita dello Spazzacorrotti – che dovrebbe bloccarla dopo il primo grado entrerà in vigore nel 2020, ma è subordinato all’approvazione della riforma della giustizia. Mentre per la Lega restano distanze su una riforma che è “di facciata”: le proposte leghiste – viene spiegato – non sono mai state accolte e ora è difficile correggere il testo, perché è sbagliato l’impianto.
Salvini e Bongiorno al termine del Cdm, intorno alla mezzanotte, tacciono. Ma la Lega dirama una nota durissima in cui parla di cittadini “ostaggio” e invoca “tempi certi”, da “stato di diritto”. Il provvedimento promette – un prossimo Consiglio dei ministri è previsto il 6 agosto – di essere ancora oggetto di un lungo e duro confronto. E Salvini in nottata non sembra mutare di molto il giudizio espresso di primo mattino: Bonafede “ci mette pure la buona volontà” ma la sua “cosiddetta riforma non c’è, è acqua”, dovrebbe essere “imponente, storica” come quella che la Lega ha “pronta” che separa le carriere, “dimezza i tempi dei processi, premia chi merita e punisce chi sbaglia”.
Il Consiglio dei ministri, previsto alle 15, era iniziato solo attorno alle 16.30 preceduto dal faccia a faccia tra il premier e i leader di Lega e M5s. Ma dopo aver deciso di impugnare alcune leggi regionali con urgenza e l’approvazione rapida, per la firma del presidente della Repubblica, di otto proroghe degli scioglimenti di Consiglio comunali e lo scioglimento di un nuovo Comune, i lavori sono stati sospesi fino alle 18.45. Secondo fonti leghiste lo stop stato dovuto a “motivi tecnici” e nel frattempo sono proseguire le riunioni per limare il testo, sul quale Conte aveva in precedenza fatto il punto con Di Maio e Salvini. Prima dell’inizio dell’incontro ristretto, il leader leghista aveva puntato i piedi e durante una diretta Facebook aveva definito per la prima volta “acqua” la bozza di riforma di Bonafede. Poi aveva sottolineato la necessità di una riforma “vera”. Mentre a suo avviso il testo uscito dagli uffici di via Arenula “non è quello che gli italiani si aspettano”. La Lega, ha aggiunto, ha un bozza “già pronta, efficace ed incisiva, che separa le carriere, dimezza i tempi dei processi, premia chi merita e punisce chi sbaglia”. Dopo 8 di riunione fiume, le posizioni sono rimaste distanti.