“I gelati sono buoni, ma costano milioni” cantava il mio amico Roberto “Freak” Antoni nella celebre canzone Gelati degli Skiantos e aveva ragione.
Mai nessuno fu così profetico.
Uscire fuori con tutta la famiglia per mangiare un “gelatino” ti costa veramente un casino e scegliere fra i gusti è ormai sempre più difficile, soprattutto con l’avvento delle gelaterie artigianali, quelle tutto bio, tutto a km0, con il lievito madre, coi sapori di una volta, con la qualità, con le certificazioni e tutte ‘ste belle cose di marketing alimentare.
“Che gusto desidera?”
Ce ne saranno sessanta.
“Vorrei cioccolato, crema e banana”.
“Cioccolato quale?”
E lì mi blocco, ce ne sono almeno cinque tipi e non so quale scegliere.
“Crema quale?”
E anche lì altri dodici tipi di crema.
“Mi perdoni, ma lei ha preso il gelato da 2,50 euro e sono solo due gusti, la banana non gliela posso mettere e poi, scusi, quale banana avrebbe voluto?”
Ce ne sono otto.
Mi arrendo, pago i canonici dieci family euro di gelato (siamo in quattro) e sto molto attento a non chiedere l’aggiunta di panna montata che altrimenti partono un’altra cinquantina di centesimi di euro pro capite.
Insomma, i gelati sono buoni, costano milioni e ci sono troppi gusti e ho letto su Focus che ancor di più ce ne saranno, l’ultimo di questi è il gelato alla mostarda prodotto da French’s che deve essere buonissimo, oserei dire oltre il gusto “puffo”. Non vedo l’ora che arrivi in Italia per assaggiarlo e spero che i gelatai della mia città prendano spunto da tutta questa creatività alimentare per creare nuovi gusti per attrarre sempre più turisti e far crescere il Pil.
Sarà bellissimo passeggiare per le strade di Bologna stringendo un cono gelato al gusto tortellino, alla mortadella, alla lasagna, alla cotoletta, al brodo, al ragù e godersi una Bologna ice cream experience e combattere l’allerta caldo, ma mi raccomando: non uscire durante le ore più calde, mangiare frutta e verdura, bere molta acqua.