Dopo il tormentato cdm fiume sulla riforma della giustizia conclusosi dopo mezzanotte, le tensioni nel governo non sembrano attenuarsi. Dal Carroccio si continua a criticare la bozza presentata dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “La Lega non vota una non riforma, vuota e inutile”, dicono, con Matteo Salvini che da Milano Marittima rincara la dose: “Non siamo al governo per fare le cose a metà”. La controparte pentastellata, invece, accusa i partner di governo di essere il vero partito del ‘no’. E qualcuno, come lo stesso Bonafede o il senatore Gianluigi Paragone, insinua che dietro all’ostruzionismo dei leghisti si nasconda la volontà non tanto di ostacolare la riforma del processo penale, bensì bloccare quella della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio 2020.
Le due riforme, infatti, sono strettamente legate: la Lega si era opposta, a settembre 2018, alla prescrizione bloccata dopo il primo grado di giudizio, ma nel braccio di ferro ingaggiato con il Movimento 5 Stelle aveva ceduto dando il proprio assenso, legando però l’entrata in vigore all’approvazione della riforma penale. Bloccando quest’ultima, quindi, naufragherebbe anche l’altra. “Quando arrivano ‘no’ a prescindere e si pescano argomenti qua e là che nulla hanno a che fare con la riduzione dei tempi dei processi, mi viene il dubbio che l’obiettivo sia far saltare la riforma della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio – ha dichiarato durante una diretta Facebook il ministro Bonafede – Mi auguro che non sia questo perché è inaccettabile fare giochini sulla carne viva dei diritti delle persone. Ho scritto la Spazzacorrotti, non permetterò a nessuno di fare giochini per far saltare la legge sulla prescrizione”.
Gli fa eco anche Paragone, che poco dopo, sempre su Facebook, propone la stessa interpretazione: “Fa sorridere che proprio chi ama descrivere il Movimento 5 Stelle come il movimento dei ‘no’, opponga poi un ‘no’ grande come una casa a un provvedimento così importante come la riforma della giustizia. Soprattutto una riforma che i cittadini e le imprese attendono da anni, perché riduce i tempi del processo e restituisce certezze a chi si rivolge ai giudici per ottenere giustizia. Se qualcuno pensa di bloccare tutto in maniera pretestuosa, magari pensando che così può saltare la legge sulla prescrizione, si sbaglia. Il Movimento 5 Stelle è aperto alle proposte serie, ma non è disponibile a compromessi al ribasso“.
Qualunque sia il fine ultimo, la Lega ha comunque ribadito di essere “al lavoro per una reale riduzione dei tempi della giustizia, per un manager nei tribunali affinché diventino realmente efficienti, perché ci sia certezza della pena: colpevoli in galera e innocenti liberi. Sanzioni certe per magistrati che sbagliano o allungano i tempi, no a sconti di pena per i criminali e un impegno per la separazione delle carriere e anche del Csm per garantire giustizia efficiente, equa e imparziale. I cittadini non possono essere ostaggi di processi infiniti”. E anche per questo Salvini, durante una conferenza stampa dal Papeete Beach di Milano Marittima, lascia poco spazio alla possibilità di un via libera senza cambiamenti sostanziali del testo in materia di riforma del processo penale: “O una riforma della giustizia è importante, vera, pesante, significativa, che dimezza davvero i tempi del processo penale, o non siamo al mondo e al governo per fare le cose a metà“.
Su Facebook il Guardasigilli aveva già voluto fare chiarezza su ciò che è avvenuto nella notte di mercoledì: “Al di là delle ricostruzioni su cosa è successo, la verità la dico io che c’ero. Ieri il Consiglio dei ministri aveva ad oggetto la riforma della giustizia, divisa in tre parti: la riduzione del processo civile, la riduzione del processo penale e quella sul Consiglio superiore della magistratura. La buona notizia è che il Cdm ha deciso di approvare la parte sulla riforma del processo civile e sul Csm”. Bonafede che ieri aveva incassato con fairplay l’attacco di Matteo Salvini che aveva definito la riforma “acqua” ricorda che “la separazione delle carriere dei magistrati e la riforma delle intercettazioni sono i due punti forti della politica sulla giustizia di Silvio Berlusconi. Non stanno governando con Silvio Berlusconi. Se lo mettessero in testa”.
Bonafede però sembra non voler chiudere con l’alleato di governo: “Io sono disponibilissimo ad esaminare altre proposte che possono migliorare la riforma, ma ieri in cdm non sono arrivate e lì si vede se si vuole far saltare la riforma solo per farla saltare. La separazione delle carriere e le intercettazioni non hanno nulla a che fare con la riduzione dei tempi del processo. Quella sulla separazione delle carriere – sottolinea Bonafede – è una riforma costituzionale, a parte che noi non siamo d’accordo, ma è chiaro che ha altri tempi. Poi la Lega chiede di raddoppiare il Csm: mi sembra una proposta folle che non ha nulla a che fare con la riduzione dei tempi dei processi“.