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Banche, dal 4 settembre al via la nuova Commissione d’inchiesta. Le differenze rispetto a quella presieduta da Casini

Nominati i 40 componenti che si occuperanno con poteri giudiziari di esaminare tutti gli aspetti del sistema creditizio, finanziario e del risparmio. Paragone (M5S) in pole per la presidenza. I paletti di Mattarella e le novità rispetto alla bicamerale costituita nel luglio 2017 per verificare le vicende di sette istituti finiti in crisi, liquidazione coatta amministrativa o “risoluzione”

La Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, fortemente voluta dalla maggioranza parlamentare che sostiene il governo Conte, debutterà mercoledì 4 settembre. Il 2 agosto il presidente della Camera, Roberto Fico, d’intesa con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, ha indicato i componenti della Commissione bicamerale, convocandoli tra un mese a Palazzo San Macuto per procedere ai primi adempimenti. Il primo atto della Commissione sarà la nomina del presidente, di due vicepresidenti e due segretari. Il candidato indicato dal Movimento Cinque Stelle è il senatore Gianluigi Paragone. Solo tre componenti hanno fatto parte anche della precedente Commissione d’inchiesta sulle banche guidata da Pier Ferdinando Casini.

Cos’è la Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche
Istituita con la legge 28 del 26 marzo scorso,la nuova Commissione ha come scopo quello di analizzare tutti i temi della normativa in materia di banche, finanza e tutela del risparmiatore, come anche le vicende delle crisi degli istituti di credito degli ultimi anni. Anche la nuova bicamerale, come la precedente, è stata istituita ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione ed è dotata degli stessi poteri e limiti dell’autorità giudiziaria. L’organismo bicamerale partirà dall’analisi della documentazione raccolta dalla Commissione d’inchiesta Casini della precedente legislatura. I commissari non dovranno avere conflitti d’interesse e saranno vincolati al segreto sugli atti e i documenti acquisiti. La Commissione dovrà presentare ogni anno alle Camere una relazione sia sull’attività svolta sia su “eventuali proposte di modifica al quadro normativo sulle materie oggetto dell’inchiesta”.

I paletti fissati dal Presidente Mattarella
Il 29 marzo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge che istituisce la commissione parlamentare d’inchiesta sulle crisi bancarie e finanziarie, scrivendo però una lettera ai presidenti delle Camere per sottolineare alcuni aspetti di criticità ed evitare i rischi di sconfinamento dell’attività della Commissione. Il Capo dello Stato ha spiegato che, a differenza della Commissione Casini istituita nella precedente legislatura, l’ambito dei compiti attribuiti alla Commissione non riguarda l’accertamento di vicende e comportamenti che hanno provocato crisi di istituti bancari o la verifica delle iniziative assunte per farvi fronte, ma “concerne (insieme al sistema bancario e finanziario nella sua interezza) tutte le banche, anche quelle non coinvolte nella crisi e che svolgono con regolarità la propria attività”.

Le competenze della nuova Commissione
La Commissione parlamentare si dovrà occupare di analizzare e valutare le condizioni al fine di istituire una procura nazionale per i reati bancari e finanziari sul modello della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, o estendere la competenza della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo all’ambito di indagine relativo ai reati finanziari e bancari; analizzare la normativa in materia di incompatibilità e di conflitto di interesse degli esponenti apicali e dei dirigenti delle autorità di vigilanza, in particolare della Banca d’Italia, della Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) e della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip); verificare se e in quale misura il percorso attualmente prefigurato per il progetto di Unione bancaria, caratterizzato da una valutazione particolarmente severa per l’esposizione al rischio del credito commerciale e da un’attenzione relativamente scarsa al rischio di mercato, determini una lesione dei princìpi di concorrenza alla base del mercato unico; analizzare le disposizioni emanate dalle autorità di vigilanza nei confronti degli organi di amministrazione e di controllo degli enti creditizi in materia di gestione dei crediti deteriorati e gli effetti delle medesime disposizioni; indagare sulla solidità, efficienza e organizzazione del sistema dei Confidi e sul rischio di impatto di questi sugli enti pubblici sia in qualità di sottoscrittori sia in qualità di controassicuratori; esaminare la normativa relativa alla procedura di calcolo delle soglie dei tassi di usura, nonché indagare sul fenomeno dell’anatocismo bancario, in relazione alla normativa vigente in merito negli altri Stati membri dell’Unione europea, anche alla luce della evoluzione giurisprudenziale in materia di usura e di anatocismo della Corte di cassazione; analizzare e valutare il debito pubblico nella componente di esposizione al rischio in relazione alle garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs); analizzare il rapporto costi-benefìci degli strumenti derivati sottoscritti dallo Stato e dagli enti locali; verificare la congruità della normativa vigente in materia di fondazioni bancarie, con particolare riguardo ai poteri di vigilanza, ispettivi e di controllo, anche al fine di formulare le proposte di carattere legislativo più idonee a garantire la tutela del risparmio come previsto dalla Costituzione; verificare l’efficacia dello strumento di conciliazione dell’Arbitro bancario, nonché l’operato delle agenzie di rating, con particolare riferimento all’affidabilità e all’imparzialità delle stesse

Le differenze rispetto alla Commissione Casini
La commissione bicamerale di inchiesta sulle banche della precedente legislatura, istituita nel luglio 2017 e presieduta da Pier Ferdinando Casini (Pd), aveva una durata di sei mesi. L’ambito di indagine di quell’organismo bilaterale era limitato alla verifica delle vicende di sette banche finite in crisi, liquidazione coatta amministrativa o “risoluzione” dal novembre 2015 sino alla data di costituzione della Commissione. Si trattava di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Monte dei Paschi di Siena. La Commissione aveva il compito di indagare sulle modalità e sugli strumenti usati dalle sette banche per la raccolta, con particolare attenzione alla “correttezza” della vendita di prodotti e strumenti finanziari alla clientela al dettaglio, soprattutto per quanto riguardava le obbligazioni subordinate e le azioni, ma anche sui modelli di gestione e sui criteri adottati per la remunerazione dei vertici degli istituti di credito. A novembre 2018, durante il voto in aula al Senato sulla legge istitutiva della Commissione, Casini si astenne affermando di ritenere “un atto di autolesionismo parlamentare il proliferare di commissioni di inchiesta su tutti i settori dello scibile umano”.

I nomi e i curriculum dei quaranta commissari
I nomi dei commissari sono stati indicati dai gruppi parlamentari al presidente della Camera e del Senato con una quota calcolata sulla loro rappresentanza. Solo tre componenti (Tabacci di +Europa, Vazio e Marino del Pd) hanno fatto parte anche della precedente Commissione Casini. Per la Camera, in ordine alfabetico, sono stati indicati i deputati Francesco Boccia (presidente della Commissione Bilancio della Camera, responsabile Economia e società digitale del Partito Democratico), Giuseppe Buompane (M5S), Giulio Centemero (tesoriere della Lega, delfino di Salvini), Dimitri Coin (Lega), Silvia Covolo (Lega), Felice Maurizio D’Ettore (Forza Italia, professore di Diritto privato all’Università di Firenze, ex vicepresidente dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana), Guglielmo Epifani (Pd, ex segretario generale della Cgil), Tommaso Foti (Fratelli d’Italia), Sestino Giacomoni (Forza Italia, ex promotore finanziario, assistente parlamentare di Antonio Marzano, ex capo della segreteria tecnica al Ministero delle attività produttive, ex consigliere di amministrazione di Sace, Consap e Ipi), Claudio Mancini (Pd, ex consigliere regionale nel Lazio), Alvise Maniero (M5S), Luigi Marattin (Pd, economista, ex consigliere economico di Renzi e Gentiloni), Tullio Patassini (Lega, dirigente bancario), Raphael Raduzzi (M5S, consulente d’azienda), Marco Rizzone (M5S, imprenditore), Carla Ruocco (M5S, presidente della Commissione Finanze), Bruno Tabacci (presente anche nella Commissione Casini, presidente di +Europa, ex presidente della Regione Lombardia), Riccardo Tucci (M5S), Franco Vazio (Pd, presente anche nella Commissione Casini), Pierantonio Zanettin (Forza Italia, avvocato, ex componente del Consiglio superiore della Magistratura).

Per il Senato si tratta di Rossella Accoto (M5S), Alberto Bagnai (Lega, presidente della Commissione Finanze, economista), Anna Maria Bernini (capogruppo di Forza Italia, ex ministro delle Politiche europee per cinque mesi nel 2011 con Berlusconi), Laura Bottici (M5S, questora del Senato), Maurizio Buccarella (gruppo misto espulso dal M5S), Roberto Calderoli (vicepresidente del Senato, coordinatore delle segreterie della Lega, ex ministro delle riforme istituzionali e la semplificazione normativa con Berlusconi), Francesco Castiello (M5S, avvocato, membro del Copasir), Luciano D’Alfonso (Pd, ex presidente della Regione Abruzzo, professore di diritto Ue), Andrea De Bertoldi (Fratelli d’Italia, segretario della Commissione Finanze e Tesoro, commercialista), Stanislao Di Piazza (M5S, ex bancario), Massimo Ferro (Forza Italia), Elio Lannutti (M5S, presidente onorario dell’associazione consumatori e risparmiatori Adusbef, giornalista e saggista, ex bancario, autore di numerosi volumi sugli scandali bancari), Mauro Maria Marino (Pd, vicepresidente della Commissione Bilancio, presente anche nella Commissione Casini), Gianluigi Paragone (M5S, giornalista e saggista), Daniele Pesco (M5S, presidente della Commissione Bilancio), Gaetano Quagliariello (Forza Italia, ex ministro delle Riforme costituzionali nel governo Letta, ordinario di storia dei partiti politici alla Luiss), Erica Rivolta (Lega), Renato Schifani (Forza Italia, ex presidente del Senato, avvocato, ex bancario), Dieter Steger (Südtiroler Volkspartei, ex presidente della Provincia autonoma di Bolzano) e Luigi Zanda (tesoriere del Pd, avvocato, ex consigliere di amministrazione della Rai)