Da quando c’è Salvini al ministero dell’Interno, gli sbarchi sono aumentati. Quello che è diminuito è il numero delle persone che sono sbarcate a Lampedusa. La diminuzione dei migranti è cominciata nel 2017, e nel 2017 sono arrivate meno persone rispetto al 2016”. Sono le parole del sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, nel corso della trasmissione “Che succede in città”, su Radio Cusano Campus.

Martello, che è anche presidente del Consorzio pescatori Lampedusa e Linosa, puntualizza: “È un flusso che in questi anni ha avuto un calo. E’ una questione fisiologica. Ma il fenomeno dei migranti non finirà. Ultimamente a Lampedusa arrivano più dalla Tunisia che dalla Libia. Gli sbarchi non ci sono solo quando c’è maltempo o il mare è agitato. Se il mare è buono, ci sono gli sbarchi. Ma questo lo decide il meteo, non il ministro dell’Interno”.

Il sindaco rivela: “Non ho mai avuto un confronto faccia a faccia con il ministro Salvini. Questo governo non ha mai accettato un incontro con il Comune di Lampedusa. Salvini è venuto sull’isola due anni fa, prima delle elezioni amministrative del 2017, durante la campagna elettorale. Da ministro non è mai venuto a Lampedusa. Ho chiesto in qualità di sindaco di incontrarlo per conoscere il destino di Lampedusa, ma non ho mai avuto una risposta e quindi ho smesso di cercarlo – continua – Ho scritto anche al governo facendo la stessa richiesta, ma ugualmente non mi è stata data alcuna risposta. Da buon cittadino aspetto che il governo si pronunci. Ho capito che Lampedusa non fa parte della geografia politica italiana perché quando si continua a dire che gli sbarchi sono cessati e invece i migranti continuano a venire significa che noi non facciamo parte dell’Italia”.

Martello esprime anche la sua contrarietà al decreto sicurezza bis: “Il decreto è scritto in modo sbagliato. E’ vero che il decreto è rivolto alle Ong ma il soccorso in mare non viene fatto solo ed esclusivamente dalle Ong. Quel decreto quindi colpisce anche i diportisti, i pescatori, i marinai, tutti coloro che hanno un’imbarcazione. Se soccorrono persone in difficoltà in mezzo al mare, rischiano il sequestro del mezzo e la multa. E’ sbagliato. Il problema è che c’è una istigazione a contraddire una regola che riguarda il codice della navigazione. E’ un decreto – prosegue – che contrasta un principio fondamentale sulla navigazione, che è la regola del salvataggio. Il codice della navigazione non guarda la nazionalità, il colore: tu marinaio o tu pescatore, se in mezzo al mare incontri una persona in difficoltà, la devi salvare”.

E sullo slogan salviniano dei “porti chiusi” precisa: “Io continuo sempre a ribadire una cosa fondamentale: per me non c’è nessun dispositivo che ci imponga di chiudere il porto. Io, in qualità di sindaco, devo applicare la legge e quindi se arriva un dispositivo da parte del ministro Salvini che chiude il porto ne prendiamo atto. Ma fino a oggi un dispositivo sulla chiusura del porto di Lampedusa non c’è”.

Poi sottolinea: “L’esposizione mediatica di Lampedusa non è affatto un deterrente per il nostro turismo, ma crea confusione nella testa degli italiani perché pensano che la realtà sia come quella che viene descritta. Spesso, però, quello che viene descritto non corrisponde alla verità. Immaginano un’isola invasa dai migranti, in preda a un’emergenza umanitaria, con chissà quanti migranti e rifugiati sulle spiagge. Ma non è questa la realtà”.

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