La proposta inserita nella Legge di bilancio è passata in consiglio regionale con 35 voti favorevoli. Il Movimento 5 stelle: "L'hanno fatta grossa ancora una volta". Il presidente del Consorzio delle Autonomie locali: "Ottima notizia. Fare il sindaco adesso è molto più complicato rispetto a qualche anno fa"
Aumento di stipendio per i sindaci del Trentino Alto Adige. Lo ha deciso il consiglio regionale che ha fissato nella legge di stabilità un incremento del 7 per cento. In questo modo la Regione spenderà ogni mese, per gli appannaggi dei primi cittadini del solo Trentino, 456 mila euro. Colpiscono le cifre che riguardano i sindaci dei comuni più grandi. Quello di Trento guadagnerà 9.432 euro lordi al mese, quello di Rovereto circa mille euro in meno, 8.447 euro lordi. Ma anche Pergine, Arco e Riva non stanno male, con 7.461 euro. I comuni più piccoli avranno invece indennità di funzione molto più basse, 1.140 euro. Se pensiamo che i sindaci delle grandi città (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo…) con più di 500 mila abitanti incassano circa 8mila euro al mese, la disparità è evidente.
“L’hanno fatta grossa ancora una volta – commenta Filippo Degasperi, consigliere del Movimento 5 stelle, che ha votato contro – Avevano iniziato la precedente legislatura aumentando i vitalizi, adesso lo fanno con i compensi dei sindaci”. C’è un precedente che Degasperi cita. “Carlo Cottarelli, che si occupava di ‘spending review’, aveva calcolato alcuni anni fa che gli stipendi in Regione sono scandalosamente più alti che nelle altre città italiane della stessa fascia di popolazione. A Trento il 68,5 per cento in più, a Rovereto il 164 per cento, a Bolzano il 137 per cento in più, a Merano addirittura il 217 per cento in più”. Risultato, il sindaco di Trento guadagna più di Virginia Raggi a Roma.
In aula il disegno di legge è stato illustrato dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. Il consigliere Peter Faistnauer (Team Köllensperger) ha evidenziato che gli amministratori sono oberati di burocrazia e responsabilità. L’assessore regionale agli Enti locali, Claudio Cia, si è associato. “Le indennità erano state tagliate del 7% nel 2013, a causa della spending review. Da allora ad oggi c’è stata una perdita del valore d’acquisto del 19% e dunque l’aumento approvato è minimo. Non compensa gli sforzi di amministratori che hanno sempre più responsabilità e rischi”. Un regalo alla politica? “No, non deve passare il concetto che stiamo facendo un regalo ai sindaci. Chi guida un Comune è a tutti gli effetti un manager, chiamato ad essere disponibile 24 ore su 24. Con le regole che ci sono al giorno d’oggi è facile ritrovarsi in tribunale. E pagare di tasca propria. Non a caso c’è sempre meno gente che si candida”.
La votazione del disegno di legge complessivo relativo alla finanza regionale fino al 2021 ha visto per la Provincia di Trento 19 favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti. Per la Provincia di Bolzano, 16 favorevoli, 10 contrari e 3 astenuti.
Pieno accordo da parte di Paride Gianmoena. “È un’ottima notizia – ha detto il presidente del Consorzio delle Autonomie locali – Si tratta di un ritorno ai livelli del 2010. Fare il sindaco adesso è molto più complicato rispetto a qualche anno fa. Serve una dedizione pressoché totale e un’enorme preparazione. Non stiamo parlando di un lavoro, ma di un incarico portato avanti da persone che si sono messe in gioco per amore della propria comunità. Con orgoglio”.
Replica di Degasperi. “Ma se è così, perché non hanno aumentato solo i sindaci dei piccoli comuni, che hanno le stesse incombenze di quelli grandi e prendono poco più di mille euro al mese?”.