E se provassimo ad immaginare anche una blacklist delle banche condannate per gli abusi perpetrati a danno dei cittadini? Non è una provocazione, è una dichiarazione di “par conditio” considerato che loro, le banche, “segnalano”, a giusta ragione, quelli che non riescono a restituire quanto hanno ricevuto in prestito o che non onorano gli impegni presi.
Andiamo con ordine.
In molti miei precedenti interventi ho spesso parlato dell’ingiustizie che milioni di italiani sono costretti a subire una volta entrati nel vortice delle segnalazioni negative delle SIC (sistemi di informazioni creditizie). Qualche anno fa mi accorsi, potenza del web, che un testardo operatore finanziario pugliese aveva sposato la causa in prima persona e addirittura aveva lanciato una petizione popolare su Change.org, successivamente accolta positivamente dal Parlamento Europeo. Dopo anni di insistenze Raffaele Tafuro, questo il suo nome, in qualità di Presidente di una associazione che aveva nel frattempo costituito e che oggi conta tra i suoi iscritti circa 2 milioni di consumatori e oltre mille imprese finanziarie, ha portato la causa collettiva sui tavoli istituzionali del Mef.
Ricevuto dal Sottosegretario Onorevole Massimo Bitonci (Lega), dal Sottosegretario Onorevole Alessio Villarosa (M5S) e ascoltato da alcune commissioni parlamentari, Tafuro ha proposto, discusso e notificato una riforma che sembra aver incassato un generalizzato parere favorevole, tra cui anche quello autorevole della Banca d’Italia.
Una lotta che favorisce milioni di consumatori e migliaia di imprese che, impossibilitate a chiedere credito nelle forme tradizionali, sono costrette a rivolgersi agli usurai con conseguenze facili da immaginare.
Per chi non lo sapesse, ad oggi risultano segnalati come cattivi pagatori nelle banche dati nazionali Crif, Ctc, Experian e Assilea circa 16 milioni di italiani e numerosissime aziende. Ma il dato più sconvolgente riguarda 6 milioni di questi “bad payer”. Nonostante emerga dagli atti che questi soggetti hanno regolarizzato la propria posizione debitoria (gli Istituti di Credito non hanno più nulla a pretendere), continuano ad essere segnalati. Rimangono cattivi pagatori per anni anche se hanno regolarizzato la loro posizione.
Ciò implica, ovviamente, che i soggetti coinvolti non possono accedere a nuovo credito per un periodo compreso tra i 12 e i 24 mesi dalla regolarizzazione (!) creando frustrazione in chi si vede negato il finanziamento, oltre che un notevole danno dell’economia reale!
La riforma proposta da Raffaele Tafuro è molto semplice: prevede la cancellazione come cattivo pagatore entro 30 giorni dalla data della regolarizzazione. Paghi e ti cancello! Così come avviene per le cambiali e comunque in molti stati civili del mondo. Più che ragionevole a mio avviso. Il nuovo sistema di segnalazione, con la cancellazione negativa a 30 giorni dalla regolarizzazione, permetterebbe nell’immediato a 6.000.000 di italiani (consumatori e non) di ritornare “liberi” di poter accedere a qualsiasi forma di credito. Un grande impulso all’economia del nostro paese.
Avete mai pensato a tutti quegli italiani “invisibili” che si sono tolti la vita una volta entrati nel vortice delle segnalazioni negative? E se la proposta, probabilità molto elevata, non passasse? Ed allora perché non pensare di garantire la “par conditio” sul tema del rischio reputazionale? Perché qualche associazione (anche quella di Tafuro), magari autorizzata dalla costituenda commissione bicamerale d’inchiesta, non istituisce un’anagrafe di tutte le banche condannate in giudizio per i diversi reati ed abusi bancari consentendo al cittadino di accedere ad un registro prima di decidere a quale banca affidare i propri risparmi?
Le sentenze e i provvedimenti delle autorità di controllo sono pubblici. La cattiva reputazione delle banche non ancora.
Vincenzo Imperatore
Consulente di direzione, giornalista e saggista
Economia & Lobby - 3 Agosto 2019
C’è un’anagrafe dei cattivi pagatori ma non delle ‘cattive banche’. Perché non farla?
E se provassimo ad immaginare anche una blacklist delle banche condannate per gli abusi perpetrati a danno dei cittadini? Non è una provocazione, è una dichiarazione di “par conditio” considerato che loro, le banche, “segnalano”, a giusta ragione, quelli che non riescono a restituire quanto hanno ricevuto in prestito o che non onorano gli impegni presi.
Andiamo con ordine.
In molti miei precedenti interventi ho spesso parlato dell’ingiustizie che milioni di italiani sono costretti a subire una volta entrati nel vortice delle segnalazioni negative delle SIC (sistemi di informazioni creditizie). Qualche anno fa mi accorsi, potenza del web, che un testardo operatore finanziario pugliese aveva sposato la causa in prima persona e addirittura aveva lanciato una petizione popolare su Change.org, successivamente accolta positivamente dal Parlamento Europeo. Dopo anni di insistenze Raffaele Tafuro, questo il suo nome, in qualità di Presidente di una associazione che aveva nel frattempo costituito e che oggi conta tra i suoi iscritti circa 2 milioni di consumatori e oltre mille imprese finanziarie, ha portato la causa collettiva sui tavoli istituzionali del Mef.
Ricevuto dal Sottosegretario Onorevole Massimo Bitonci (Lega), dal Sottosegretario Onorevole Alessio Villarosa (M5S) e ascoltato da alcune commissioni parlamentari, Tafuro ha proposto, discusso e notificato una riforma che sembra aver incassato un generalizzato parere favorevole, tra cui anche quello autorevole della Banca d’Italia.
Una lotta che favorisce milioni di consumatori e migliaia di imprese che, impossibilitate a chiedere credito nelle forme tradizionali, sono costrette a rivolgersi agli usurai con conseguenze facili da immaginare.
Per chi non lo sapesse, ad oggi risultano segnalati come cattivi pagatori nelle banche dati nazionali Crif, Ctc, Experian e Assilea circa 16 milioni di italiani e numerosissime aziende. Ma il dato più sconvolgente riguarda 6 milioni di questi “bad payer”. Nonostante emerga dagli atti che questi soggetti hanno regolarizzato la propria posizione debitoria (gli Istituti di Credito non hanno più nulla a pretendere), continuano ad essere segnalati. Rimangono cattivi pagatori per anni anche se hanno regolarizzato la loro posizione.
Ciò implica, ovviamente, che i soggetti coinvolti non possono accedere a nuovo credito per un periodo compreso tra i 12 e i 24 mesi dalla regolarizzazione (!) creando frustrazione in chi si vede negato il finanziamento, oltre che un notevole danno dell’economia reale!
La riforma proposta da Raffaele Tafuro è molto semplice: prevede la cancellazione come cattivo pagatore entro 30 giorni dalla data della regolarizzazione. Paghi e ti cancello! Così come avviene per le cambiali e comunque in molti stati civili del mondo. Più che ragionevole a mio avviso. Il nuovo sistema di segnalazione, con la cancellazione negativa a 30 giorni dalla regolarizzazione, permetterebbe nell’immediato a 6.000.000 di italiani (consumatori e non) di ritornare “liberi” di poter accedere a qualsiasi forma di credito. Un grande impulso all’economia del nostro paese.
Avete mai pensato a tutti quegli italiani “invisibili” che si sono tolti la vita una volta entrati nel vortice delle segnalazioni negative? E se la proposta, probabilità molto elevata, non passasse? Ed allora perché non pensare di garantire la “par conditio” sul tema del rischio reputazionale? Perché qualche associazione (anche quella di Tafuro), magari autorizzata dalla costituenda commissione bicamerale d’inchiesta, non istituisce un’anagrafe di tutte le banche condannate in giudizio per i diversi reati ed abusi bancari consentendo al cittadino di accedere ad un registro prima di decidere a quale banca affidare i propri risparmi?
Le sentenze e i provvedimenti delle autorità di controllo sono pubblici. La cattiva reputazione delle banche non ancora.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.