“Elder ci ha detto che aveva paura di essere strangolato, di essere oggetto di un’aggressione da parte di Cerciello quella notte. Non sapeva che fosse un carabiniere”. A parlare sono Roberto Capra e Renato Borzone, gli avvocati di Finnegan Lee Elder, il 19enne americano che ha confessato l’omicidio del vicebrigadiere, Mario Cerciello Rega, la notte fra il 25 e il 26 agosto. In realtà, l’ordinanza di convalida dell’arresto firmata dal gip Chiara Gallo, smentisce quanto già dichiarato da Elder il giorno del primo interrogatorio, ovvero che Cerciello Rega lo avesse preso per il collo e che lui abbia utilizzato il coltello per difendersi.
Elder, tra le altre cose, non avrebbe confermato davanti al gip la versione della confessione rilasciata in un primo momento. “Stiamo conducendo una serie di accertamenti – ha spiegato l’avvocato Capra – per stabilire con esattezza la dinamica di quanto è accaduto quella notte sul luogo dell’omicidio. Non è escluso che, al di là delle persone direttamente coinvolte, possano esserci dei testimoni che possano aiutare a chiarire la vicenda“. E ancora: “Ci auguriamo che la Procura riesca ad acquisire tutte le immagini della videosorveglianza in strada, affinché venga fatta piena luce sul caso”.
Secondo gli investigatori, Elder teneva il suo coltello “da marines“, con lama da 18 centimetri, nella tasca della felpa. A quanto apprende IlFattoQuotidiano.it, fra l’altro, pare che vi siano difficoltà da parte dei carabinieri del Ris ad analizzare le impronte digitali sull’arma perché il coltello è stato lavato subito dopo l’omicidio. Determinanti saranno le tracce ematiche rinvenute.
Intanto, l’udienza davanti al tribunale del Riesame per l’altro 19enne americano in carcere, Christian Gabriel Natale Hjorth, potrebbe slittare a settembre. Il giovane, accusato di concorso in omicidio, per ottenere la fissazione dell’udienza nel mese di agosto dovrebbe rinunciare alla sospensione dei termini feriali. Se questo non dovesse avvenire l’udienza potrebbe slittare al mese prossimo.