di Margherita Cavallaro
L’altro giorno, Laura Pradelska ha espresso su Twitter sconcerto e rabbia per un episodio accadutole in uno degli Zara di Oxford Street a Londra. Un gruppo di donne hanno cercato di tagliare la fila, una signora ha chiesto al gruppo di non farlo, loro hanno iniziato a insultarla, Laura l’ha difesa e il gruppo ha iniziato ad attaccare verbalmente anche lei chiamandola, tra le altre cose, grassa, racchia e passeggiatrice da marciapiedi transgender (ma con meno poesia e condendo il tutto con un sempreverde “tornatene da dove sei venuta”).
Partiamo dall’inizio. Chi è Laura Pradelska? No, non è un’attivista trans. No, non è nemmeno una badante clandestina. Laura è un’attrice cisgender di origini tedesche, né grassa né brutta, che ha avuto ruoli in serie come Game of Thrones e Doctor Who. Non sentitevi in colpa se non lo sapevate perché evidentemente non lo sapevano nemmeno quelle criminali (sì, criminali perché in Uk l’aggressione verbale a sfondo razziale e omotransfobico è un reato). Ovviamente non è l’opinione (scorretta) di qualche deficiente che fa shopping a Zara che importa a qualcuno come Laura, come lei stessa ha spiegato su Twitter, ma il fatto che qualcuno abbia usato l’essere transgender come un insulto.
Il fatto poi che sia stato detto a qualcuno che transgender non è rende tutto più grave perché dimostra quanto sia insensato, ingiustificato e simbolo di una tremenda ignoranza. È in sostanza come urlare “extracomunitario di sterco” a qualcuno che magari è nato nel tuo stesso Paese. La gravità sta proprio nel fatto che, indipendentemente o no dalla veridicità dell’affermazione, essere transgender è considerato negativo e nella mente del popolino è associato alla bruttezza e alla vendita del proprio corpo. Questo fa sì che, al tempo stesso, venga negata la realtà delle persone transgender che continuano a essere nell’immaginario collettivo solo una caricatura di essere umano simile alla befana ma che non porta dolci e carbone.
Al tempo stesso, tuttavia, questo atteggiamento produce una minaccia per ognuno di noi che spesso passa inosservata: se una qualsiasi categoria può essere eletta ad attributo negativo e oggetto di scherno a prescindere da ogni contatto con la realtà, cosa ci assicura che un giorno quella categoria non saremo noi? Cosa assicura quelle donne che, un giorno, quello stesso atteggiamento scellerato non verrà usato a discapito del loro essere? Cosa succederebbe se un giorno insultassi qualcuno urlandogli “lucciola di una cassiera” o “moglie meretrice”? Cosa direste se un giorno qualcuno decidesse che non vuole dare una camera in affitto a due eterosessuali?Ovviamente ci sarebbe oltraggio e magicamente verrebbero invocati diritti di ogni sorta, ma sarebbe un oltraggio che non salverebbe nessuno perché sarebbe già troppo tardi.
Nel momento in cui permettiamo a qualcuno di insultarci o non affittarci una camera (come accaduto recentemente a San Severo, in provincia di Foggia) per la semplice assunzione della nostra appartenenza ad una categoria umana, allora è già tardi per tutti. Ci piace pensare che appartenendo alla maggioranza saremo sempre al sicuro, ma non è mai così.
Aprire le porte all’odio è pericoloso perché quell’odio inonda e travolge tutto. Oggi sei tu a dare della transessuale facile a qualcuno, domani l’oggetto di quel tuo stesso odio potresti essere tu. Un giorno sei un allenatore di calcio, quello dopo stai cercando di fuggire dalla guerra con tuo figlio e una giornalista ti fa lo sgambetto per farti prendere dai militari della sua nazione al confine. Un giorno sei una giornalista che fa una bravata pensando sia cool far rovinare un profugo con il suo bambino a terra e lasciarli alla misericordia dei militari, quello dopo perdi il lavoro perché il resto del mondo ti riconosce come feccia.
Nessuno sa mai davvero chi ha davanti, né cosa gli altri penseranno di noi domani. La morale di questa storia è che, se non volete rischiare di essere svergognati davanti al mondo intero e avere la vostra stessa vita rovinata, è sempre meglio essere gentili con tutti. Questo vale doppiamente se ogni tanto vi piace imbracciare un rosario: quell’oggetto è stato creato per pregare e invocare compassione per l’umanità, non per strozzare il prossimo.
Wake Up Italia - London
Associazione delle persone LGBT+ italiane a Londra
Diritti - 4 Agosto 2019
Usare ‘transgender’ come insulto fa male a tutti. E ciò che è accaduto a Laura Pradelska lo dimostra
di Margherita Cavallaro
L’altro giorno, Laura Pradelska ha espresso su Twitter sconcerto e rabbia per un episodio accadutole in uno degli Zara di Oxford Street a Londra. Un gruppo di donne hanno cercato di tagliare la fila, una signora ha chiesto al gruppo di non farlo, loro hanno iniziato a insultarla, Laura l’ha difesa e il gruppo ha iniziato ad attaccare verbalmente anche lei chiamandola, tra le altre cose, grassa, racchia e passeggiatrice da marciapiedi transgender (ma con meno poesia e condendo il tutto con un sempreverde “tornatene da dove sei venuta”).
Partiamo dall’inizio. Chi è Laura Pradelska? No, non è un’attivista trans. No, non è nemmeno una badante clandestina. Laura è un’attrice cisgender di origini tedesche, né grassa né brutta, che ha avuto ruoli in serie come Game of Thrones e Doctor Who. Non sentitevi in colpa se non lo sapevate perché evidentemente non lo sapevano nemmeno quelle criminali (sì, criminali perché in Uk l’aggressione verbale a sfondo razziale e omotransfobico è un reato). Ovviamente non è l’opinione (scorretta) di qualche deficiente che fa shopping a Zara che importa a qualcuno come Laura, come lei stessa ha spiegato su Twitter, ma il fatto che qualcuno abbia usato l’essere transgender come un insulto.
Il fatto poi che sia stato detto a qualcuno che transgender non è rende tutto più grave perché dimostra quanto sia insensato, ingiustificato e simbolo di una tremenda ignoranza. È in sostanza come urlare “extracomunitario di sterco” a qualcuno che magari è nato nel tuo stesso Paese. La gravità sta proprio nel fatto che, indipendentemente o no dalla veridicità dell’affermazione, essere transgender è considerato negativo e nella mente del popolino è associato alla bruttezza e alla vendita del proprio corpo. Questo fa sì che, al tempo stesso, venga negata la realtà delle persone transgender che continuano a essere nell’immaginario collettivo solo una caricatura di essere umano simile alla befana ma che non porta dolci e carbone.
Al tempo stesso, tuttavia, questo atteggiamento produce una minaccia per ognuno di noi che spesso passa inosservata: se una qualsiasi categoria può essere eletta ad attributo negativo e oggetto di scherno a prescindere da ogni contatto con la realtà, cosa ci assicura che un giorno quella categoria non saremo noi? Cosa assicura quelle donne che, un giorno, quello stesso atteggiamento scellerato non verrà usato a discapito del loro essere? Cosa succederebbe se un giorno insultassi qualcuno urlandogli “lucciola di una cassiera” o “moglie meretrice”? Cosa direste se un giorno qualcuno decidesse che non vuole dare una camera in affitto a due eterosessuali?Ovviamente ci sarebbe oltraggio e magicamente verrebbero invocati diritti di ogni sorta, ma sarebbe un oltraggio che non salverebbe nessuno perché sarebbe già troppo tardi.
Nel momento in cui permettiamo a qualcuno di insultarci o non affittarci una camera (come accaduto recentemente a San Severo, in provincia di Foggia) per la semplice assunzione della nostra appartenenza ad una categoria umana, allora è già tardi per tutti. Ci piace pensare che appartenendo alla maggioranza saremo sempre al sicuro, ma non è mai così.
Aprire le porte all’odio è pericoloso perché quell’odio inonda e travolge tutto. Oggi sei tu a dare della transessuale facile a qualcuno, domani l’oggetto di quel tuo stesso odio potresti essere tu. Un giorno sei un allenatore di calcio, quello dopo stai cercando di fuggire dalla guerra con tuo figlio e una giornalista ti fa lo sgambetto per farti prendere dai militari della sua nazione al confine. Un giorno sei una giornalista che fa una bravata pensando sia cool far rovinare un profugo con il suo bambino a terra e lasciarli alla misericordia dei militari, quello dopo perdi il lavoro perché il resto del mondo ti riconosce come feccia.
Nessuno sa mai davvero chi ha davanti, né cosa gli altri penseranno di noi domani. La morale di questa storia è che, se non volete rischiare di essere svergognati davanti al mondo intero e avere la vostra stessa vita rovinata, è sempre meglio essere gentili con tutti. Questo vale doppiamente se ogni tanto vi piace imbracciare un rosario: quell’oggetto è stato creato per pregare e invocare compassione per l’umanità, non per strozzare il prossimo.
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Ultimi giorni per un anno di abbonamento al Fatto a un prezzo speciale. L’appello di Travaglio
Roma, 2 mar (Adnkronos) - Sull'Ucraina, i leader europei "avranno una delusione, Trump non sarà della partita. Possono continuare a provarci ma non è quello che vuole fare Trump, che vuole fare soldi con la Russia, vuole estrarre risorse, non ha una strategia che non sia predatoria. Dobbiamo prenderne atto e reagire sapendo che gli europei sono soli e sono l'ultima trincea della democrazia liberale, insieme ai canadesi, cui fare riferimento". Lo ha detto Carlo Calenda a margine della manifestazione per l'Ucraina.
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Siamo qui per dire che gli ucraini non sono soli e perchè ci siamo stancati di vedere l'Europa divisa che parla lingue diverse, che va in pellegrinaggio da Trump a compiacerlo, blandirlo". Lo ha detto Carlo Calenda a margine della manifestazione per l'Ucraina.
"Pensiamo che è tempo che gli Stati europei rispondano insieme con durezza, che alle minacce di dazi si risponda dicendo metteremo una tassa sul fatturato delle grandi imprese tecnologiche e che alla minaccia di non essere più coinvolti nella Nato si risponda investendo in una difesa europea che già oggi è molto significativa, che si preservi la libertà con la forza morale e una cultura militare e economica che possiamo avere se siamo tutti insieme", ha detto il leader di Azione.
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Da questa piazza arriva una richiesta al governo di essere netto. Siamo europei e non siamo con un piede da un lato e un piede dall'altro, è una vecchia malattia italica. Siamo europei e con gli altri leader europei sosteniamo l'Ucraina perchè gli ucraini stanno combattendo per noi per tenere la Russia lontano da noi". Lo ha detto Carlo Calenda a margine della manifestazione a Roma per l'Ucraina.
Bologna, 2 mar. (Adnkronos) - Il Bologna vince in rimonta 2-1 sul Cagliari, nella gara valida per la 27esima giornata di Serie A, grazie alla doppietta di Orsolini che risponde a Piccoli, e si porta al 47 punti inseguendo un piazzamento europeo. I sardi restano invece a 25 punti.
La formazione sarda parte bene e al 22' passa in vantaggio: ripartenza dei sardi con Augello che serve Piccoli per il colpo di testa da distanza ravvicinata per l'1-0. Il Bologna cerca di reagire ma nella prima frazione non trova l'occasione giusta. Il pari però arriva ad inizio ripresa, al 48' Orsolini trova l'1-1 realizzando il calcio di rigore che spiazza Caprile. Penalty fischiato per un fallo di Felici su Cambiaghi da poco entrato.
I rossoblu continuano a spingere e al 54' ci prova Castro ma Caprile devia in corner. Un minuto dopo su un corner a rientrare di Lykogiannis e deviazione ravvicinata involontaria di Zappa c'è il grandissimo intervento di Caprile che con un riflesso alza ancora in calcio d'angolo. Al 56' però il Bologna passa di nuovo: Castro allarga per Cambiaghi che fa partire un cross basso che attraversa tutta l'area di rigore e trova ancora Orsolini che batte ancora Caprile per il 2-1. Il Cagliari prova a reagire ma la squadra di Italiano controlla la gara e affonda al 76': va a segno con Lucumì ma l'arbitro Zufferli annulla il gol per fuorigioco del difensore colombiano.
Bologna, 2 mar. (Adnkronos) - Il Bologna vince in rimonta 2-1 sul Cagliari, nella gara valida per la 27esima giornata di Serie A, grazie alla doppietta di Orsolini che risponde a Piccoli, e si porta al 47 punti in classifica agganciando momentaneamente la Lazio al quinto posto. I sardi restano invece a 25 punti.
La squadra di Nicola parte bene e al 22' passa in vantaggio: ripartenza dei sardi con Augello che serve Piccoli per il colpo di testa da distanza ravvicinata per l'1-0. Il Bologna cerca di reagire ma nella prima frazione non trova l'occasione giusta. Il pari però arriva ad inizio ripresa, al 48' Orsolini trova l'1-1 realizzando il calcio di rigore che spiazza Caprile. Penalty fischiato per un fallo di Felici su Cambiaghi da poco entrato.
I rossoblu continuano a spingere e al 54' ci prova Castro ma Caprile devia in corner. Un minuto dopo su un corner a rientrare di Lykogiannis e deviazione ravvicinata involontaria di Zappa c'è il grandissimo intervento di Caprile che con un riflesso alza ancora in calcio d'angolo. Al 56' però il Bologna passa di nuovo: Castro allarga per Cambiaghi che fa partire un cross basso che attraversa tutta l'area di rigore e trova ancora Orsolini che batte ancora Caprile per il 2-1. Il Cagliari prova a reagire ma la squadra di Italiano controlla la gara e affonda al 76' e va a segno con Lucumì ma l'arbitro Zufferli annulla il gol per fuorigioco del difensore colombiano.
Roma, 2 mar (Adnkronos) - La manifestazione 'Una piazza per l'Europa - tante città, un'unica voce' del 15 marzo prossimo a Roma si terrà a piazza del Popolo. E' il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri scriverlo sui social pubblicando il manifesto dell'evento sottoscritto dai sindaci di alcune tra le principali città italiane.
Pavia, 2 mar. (Adnkronos) - Un ultraleggero è precipitato a Sannazzaro de' Burgondi, in provincia di Pavia: morto il pilota. E' successo nelle prime ore del pomeriggio. Le squadre dei Vigili del fuoco del Comando di Pavia sono intervenute immediatamente sul posto, una zona agricola poco distante dal centro abitato, con diverse squadre. Purtroppo, nonostante l'intervento tempestivo, il pilota, un uomo di 67 anni, è stato trovato privo di vita all'interno del velivolo.