Andreotti gli fa un baffo”, aveva detto l’ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli al governatore della Calabria Mario Oliverio ricordandogli le sue quattro legislature da parlamentare prima della candidatura, nel 2014, alle elezioni regionali. Durante l’intervista, avvenuta a Spoleto l’estate scorsa nell’ambito del ‘Festival dei due mondi’, l’esponente calabrese del Pd è stato paragonato addirittura “al personaggio storico Gioacchino Da Fiore”. Il tutto dopo che Oliverio ha avuto modo di illustrare “la propria esperienza” politica, discutere “dell’Assemblea del Partito democratico” e dibattere “sulla disfatta elettorale” alle elezioni del 2018.

È luglio del 2018 quando il governatore del Pd arriva a Spoleto, unico politico in mezzo a personaggi del mondo dello spettacolo come Raffaella Carrà, Ennio Fantastichini, Giovanni Paparini e Carlo Freccero. Il perché? È Mario Oliverio che paga per tutti con soldi pubblici che la Regione doveva spendere “per la promozione turistica” della Calabria. Totale dell’operazione: 100 mila euro in realtà “utilizzati per il finanziamento del talk show del giornalista Paolo Mieli, attraverso la società allo stesso riconducibile”. Un’intervista e uno spot di due minuti sulla Calabria, “in un contesto partecipativo estremamente ridotto (circa 100-150 persone) e – annota la Guardia di finanza – “senza possibilità di riproduzione televisiva”.

Un affarone con i “fondi nazionali, complementari alla programmazione europea, rientranti nel Piano di azione e coesione”. Un utilizzo di fondi che, a parte una piccola cifra (meno di 5mila euro) per uno spazio pubblicitario di una pagina acquistato sul Messaggero dell’Umbria, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Calabria per peculato. Oliverio, infatti, è stato destinatario di un decreto di sequestro di 95mila e 475 euro eseguito dalle fiamme gialle su disposizione del gip Antonio Battaglia, che ha accolto la richiesta della procura di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal pm Graziella Viscomi, sono indagati anche il presidente del cda della società Hdrà Spa Mauro Lucchetti (raggiunto anche lui dal decreto di sequestro) e l’ex parlamentare del Pd Ferdinando Aiello.

LA DELIBERA INCRIMINATA – Il 14 giugno 2018, su proposta di Oliverio, la giunta regionale approva “una rimodulazione ed integrazione del Piano esecutivo regionale 2018 di attuazione del Piano Regionale di sviluppo turistico sostenibile”. Una delibera grazie alla quale viene finanziata “la partecipazione della Regione Calabria alla manifestazione Festival dei due mondi in programma a Spoleto”. Il sindaco della città umbra Umberto De Augustinis alla guardia di finanza ha detto di non sapere nulla di fondi calabresi: “Dagli atti non risulta alcuna contribuzione di qualsivoglia natura da parte della Regione Calabria a favore della Fondazione Festival dei due mondi che organizza la manifestazione”. Quella che poteva sembrare un’occasione per parlare di Calabria e delle sue bellezze in un contesto internazionale, infatti, per gli inquirenti aveva un altro obiettivo: “La Regione – scrivono i pm – in persona del governatore ha letteralmente finanziato il format ‘Hdrà Talk-I dialoghi di Paolo Mieli’ e Oliverio, ideatore di tale contributo, ha ottenuto in cambio una personale promozione politica incentrata sulla sua sola figura e del suo partito. Nessun beneficio per la promozione turistica calabrese si è avuto dalla spesa del capitale pubblico, atteso che nessuna reale sponsorizzazione è stata eseguita”.

“OLIVERIO HA OTTENUTO UNA PERSONALE PROMOZIONE POLITICA” – In sostanza la Regione ha dato l’impressione di dare un contributo al festival e invece ha finanziato la società che organizza il talk di Mieli, che si svolgeva nell’ambito della manifestazione di Spoleto. “La Regione Calabria, il nostro main-sponsor”, scriveva la società Hdrà al sindaco di Spoleto per chiedere “se fosse possibile posizionare all’interno del museo, un piccolo desk”. Per i magistrati tanto basta per dire che Oliverio e company “si sono appropriati” di quei fondi che dovevano servire “alla promozione ed alla commercializzazione della destinazione turistica della Calabria” e che, in realtà, sono utilizzati “a meri fini personali, serventi finalità esclusivamente private. Oliverio ha ottenuto una personale promozione politica incentrata sulla sua sola figura e del suo partito”. Altro che turismo. Piuttosto “un’operazione di mero tornaconto politico per Oliverio (che ha avuto un vero e proprio endorsment della sua immagine, propagandata con i soldi pubblici) e un corrispettivo guadagno della Hdrà Spa che ha avuto un finanziatore per il proprio talk-show”. “Il dialogo – scrivono i pm – si apre con l’introduzione del giornalista che elogia il presidente Oliverio ripercorrendone il profilo politico”. Agli atti dell’inchiesta c’è pure l’intervista di Mieli a Oliverio. La registrazione integrale dura 40 minuti e ha consentito alla guardia di finanza “un analisi che esclude categoricamente una finalità diversa dalla propria promozione personale e politica ed una conseguente congruità della spesa”.

CENE E PERNOTTI (CON I SOLDI PUBBLICI) – “A promuovere l’iniziativa determinando la partecipazione della Regione Calabria – si legge nella richiesta di sequestro – è stato Ferdinando Aiello” definito dai magistrati “istigatore e determinatore della condotta”. Il suo nome è stato fatto alla guardia di finanza dal consulente per lo sviluppo business della Hdra Spa Ludovico Gay che, a verbale, ha dichiarato: “Per entrare in contatto con la Regione Calabria mi sono anche avvalso dei consigli dell’ex onorevole Ferdinando Aiello, che conosco personalmente da molti anni”. Nei confronti dell’ex deputato del Pd, i pm scrivono che “indirizzare la società verso la Regione Calabria appare come una manovra politica e promozionale in favore di Oliverio e del comune partito ed in forza di una consolidata sinergia fra i due”. Aiello, inoltre, avrebbe beneficiato “dei fondi distratti”. Dal 6 all’8 luglio 2018, infatti, l’ex parlamentare del Pd ha alloggiato all’hotel Dei Duchi assieme al presidente Oliverio. Forse erano gli unici consapevoli, ma di certo non sono stati i soli che hanno dormito e mangiato a Spoleto a carico della Regione Calabria che per promuovere il turismo si è ritrovata a pagare una manifestazione in Umbria.

Tra le fatture presentate dalla Hdrà spa, infatti, la Regione calabrese ha liquidato pure le spese per “il trasporto, il vitto e il pernottamento di tutti gli ospiti del talk show di Paolo Mieli (tra i quali Raffaella Carrà, Carlo Freccero, Ennio Fantastichini e tanti altri)”. Per non parlare del “costo del personale della Hdrà, la realizzazione del materiale fotografico e audiovisivo degli incontri di Paolo Mieli”. Oltre 21mila euro, infatti, sono i soldi pubblici che la Regione Calabria ha pagato alla Hdrà Spa per l’organizzazione dell’evento. A questi vanno aggiunti 5500 euro per il “punto desk informativo Calabria”, 10500 euro per “la progettazione e realizzazione materiale informativo”, 13500 euro per la “pianificazione spazi pubblicitari”, 12000 per “l’ufficio stampa dedicato”, 7500 euro per una “cena dedicata all’enogastronomia calabrese”, 3000 euro per “affitto location” e 8250 euro per “spese generali”.

I LIBRI E I SOLDI PER GLI ARTICOLI DI GOSSIP – A rendicontazione dei soldi spesi dalla Regione c’è pure la fattura di un cosiddetto “paparazzo”: Marco Nardo che – spiega l’assistente della Hdrà Spa Bianca Letizia Turchetti – “ha realizzato delle fotografie e fatto pubblicare su testate di stampo gossip due articoli specificamente rivolti alla presenza dei personaggi noti agli incontri organizzati”. “Va anche rilevato – scrivono i magistrati nella richiesta di sequestro – che, nel contesto delle spese risultano anche quelle fatturare dalla Mondadori per l’acquisto di 500 copie del libro di Paolo Mieli”. Il libro è “Il caso italiano”: volumi del valore di 6999,99 euro, “sono stati in parte distribuiti gratuitamente al pubblico, e in altra parte (100 copie) inviati alla Regione Calabria per l’inserimento nelle biblioteche regionali”.Si è finanziato tutto, quindi, fuorché iniziative legate al turismo e alla promozione della Calabria. Ecco perché, il procuratore Gratteri e i pm di Catanzaro non hanno dubbi: “Oliverio ha accettato di spendere denaro pubblico guidato dal solo interesse privato di promozione personale”.

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