Il caldo agostano fa risalire la temperatura fra FCA e Renault. Presto per parlare di “bollenti spiriti”, piuttosto si tratta di un concreto ritorno di fiamma. Un fuoco ravvivatosi in poche ore, in perfetta (e non casuale) sincronia con la pubblicazione dei dati finanziari semestrali delle due multinazionali. Il primo ammiccamento lo aveva fatto il direttore generale di Renault, Thierry Bolloré, lo scorso 30 luglio: “I fondamentali di questo eccellente progetto (cioè le nozze Renault-FCA, ndr) sono sempre robusti, in due mesi il contesto non è cambiato. Le sfide di consolidamento dell’industria mondiale sono le stesse. Non bisogna mai dire mai, ma a oggi non ci sono più trattative in corso. Non abbiamo mai visto un progetto così sinergico, e creatore di valore a beneficio di Renault. Mai”.

Gli aveva prontamente risposto Mike Manley, numero uno di FCA, dimostrando un “distaccato interessamento”: “L’opportunità della fusione era grande per noi e secondo me lo era anche per loro. Per il gruppo FCA e per il suo business non si trattava di un passo necessario: abbiamo il nostro piano e lo portiamo avanti indipendentemente da un eventuale merger del genere. Ma se guardate all’allineamento tra noi e loro capirete che un’intesa avrebbe chiaramente prodotto dei benefici enormi. In ogni caso. Non ho dubbi sul fatto che anche Renault sia ancora interessata a noi, a giudicare dalle aperture emerse nelle loro recenti dichiarazioni, ma preferisco non rispondere sulle condizioni che ci potrebbero portare a riaprire le trattative”.

Nel frattempo, Renault starebbe cercando di risolvere la questione Nissan, fra le motivazioni che avevano fatto arenare la trattativa iniziale e causato il ritiro dell’offerta da parte di FCA: sembra che i vertici francesi e giapponesi stiano provando a concludere un accordo per rivedere i fondamentali della loro Alleanza, a cominciare dall’attuale assetto delle partecipazioni incrociate. Che è l’elemento più indigesto ai giapponesi, nonché causa di una governance fortemente sbilanciata a favore di Renault. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i vertici nipponici vorrebbero che la quota dei francesi in Nissan scendesse dall’attuale 43% al 5-10%: sarebbe la chiave di volta affinché Renault ottenga da Nissan l’assenso all’agognata fusione con FCA.

L’ipotetico scenario di una ritrovata armonia all’interno dell’Alleanza franco-giapponese ingolosisce FCA che, proprio nelle ultime ore, è tornata sulla questione. “Se le circostanze dovessero cambiare, allora i sogni (cioè creare il primo gruppo automotive del mondo, ndr) si potrebbero incontrare e le cose accadere”, ha detto Manley al Financial Times, che sottolinea come le condizioni poste del governo francese – che detiene il 15% di Renault e doppi diritti di voto – per mandare a buon fine la trattativa abbiano causato una crescente esasperazione del cda di Fca. “Mentre in Renault lavorano su quelle questioni, potrebbero verificarsi quelle circostanze che sono necessarie per un cambiamento”, ha detto Manley: “Se così fosse, saremmo interessati a sentirli. FCA resta solida e indipendente ma “se ci fosse un futuro migliore attraverso un’alleanza, una partnership o una fusione, saremmo aperti e interessati”. Ora la palla passa ai bookmakers.

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