Il presidente americano interviene sulle sparatorie avvenute in Texas e Ohio in un discorso in diretta alla nazione. E, oltre ad accusare i mezzi di informazione di diffondere fake news, sollecita una stretta sull'immigrazione. Anche il democratico commenta la vicenda: "Nessun altro Paese sviluppato tollera un livello di violenza delle armi come negli Stati Uniti". Vasta operazione Fbi in tutto il Paese per evitare altre stragi
“Il killer a El Paso ha pubblicato un manifesto online, consumato dall’odio razzista. Il razzismo e il suprematismo sono ideologie che non devono avere posto in America e devono essere sconfitte. È tempo di unirci contro l’odio, e l’America vincerà la sfida”. Donald Trump parla in diretta alla nazione a poche ore dalle stragi di Texas e Ohio, dove 29 persone sono morte e decine sono rimaste ferite. “Barbari massacri” , dice, compiuti da “due mostri”. Gli autori materiali sono Patrick Crusius, 21enne che si ritiene abbia agito per motivi xenofobi ed è stato arrestato, e Connors Betts, 24, sconosciuto alle forze dell’ordine e ucciso dalla polizia. Dai suoi account social al momento non è emerso nulla di rilevante, mentre quelli di Crusius contengono retweet di Trump, post sul muro al confine col Messico e attacchi al candidato presidenziale Bernie Sanders e alla speaker della Camera Nancy Pelosi. Tutti elementi che stanno mettendo in imbarazzo il presidente, che si è affrettato a chiarire su Twitter e in diretta alla nazione che condanna i crimini d’odio.
Trump, durante il discorso dalla Casa Bianca, ha anche assicurato che chi compie sparatorie di massa deve essere condannato alla pena capitale senza “inutili attese” e che chi soffre di malattie mentali deve essere curato o isolato e non possedere armi. “A premere il grilletto sono stati odio e disabilità mentale“, ha ribadito, aggiungendo: “Dobbiamo dire basta alla celebrazione della violenza nella nostra società. Questo include i raccapriccianti e disgustosi videogiochi che sono oramai comuni“.
E dopo alcune ore dall’accaduto, anche Barack Obama ha rotto il silenzio, rispondendo al repubblicano. L’ex presidente ha commentato la vicenda con un lungo post su Twitter, senza mai citare Trump, però, ha lanciato un messaggio chiaro: un appello affinché negli Usa avvenga una vera stretta sulle armi da fuoco, una riforma a lui non riuscita per l’opposizione del Congresso. “Nessun altro Paese sviluppato tollera un livello di violenza delle armi come negli Stati Uniti – si legge nel cinguettio – Ogni volta che accade una sparatoria di massa ci viene detto che leggi più dure non fermeranno le stragi. Ma le prove mostrano come possono fermare alcune di queste stragi”. Ma non solo, nel lungo posto Obama ha trovato posto anche per un monito all’attuale presidente: “Bisogna fermamente respingere il linguaggio che viene dalle bocche di chiunque dei nostri leader alimenti un clima di paura e di odio o tenda a minimizzare il razzismo. Leader che demonizzano coloro che non ci assomigliano o suggeriscono che gli immigrati minacciano il nostro modi di vivere o che l’America appartiene solo a un certo tipo di persone”. Per il democratico infatti “i valori della tolleranza e della diversità dovrebbero essere il tratto caratteristico della nostra democrazia”.
— Barack Obama (@BarackObama) August 5, 2019
Prima della diretta dalla Casa Bianca, Trump ha colto l’occasione per intervenire su Twitter e attaccare i media, responsabili della diffusione di un clima di “rabbia e collera” che hanno “alimentato” con le “fake news”. “La copertura delle notizie – ha precisato – dovrebbe iniziare ad essere imparziale, equilibrata e obiettiva, oppure questi terribili problemi peggioreranno sempre”. Intanto Crusius, il 21enne killer di El Paso, non ha mostrato agli investigatori nessun segno di pentimento e rischia la condanna alla pena di morte. E il timore è che ora ci siano nel Paese atti di violenza ispirati alle due sparatorie, motivo per cui il direttore dell’Fbi Chris Wray ha ordinato una vasta operazione su tutto il territorio nazionale per sventare nuove minacce di stragi di massa.
The Media has a big responsibility to life and safety in our Country. Fake News has contributed greatly to the anger and rage that has built up over many years. News coverage has got to start being fair, balanced and unbiased, or these terrible problems will only get worse!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 5, 2019
Negli Stati Uniti, solo dall’inizio dell’anno, sono state uccise 246 persone in sparatorie di massa: l’episodio più sanguinoso è stato proprio quello del 3 agosto a El Paso, dove un 21enne ha sparato in un supermercato uccidendo 20 persone. E negli Usa il numero di armi supera la popolazione: ne circolano infatti oltre 350 milioni, mentre gli abitanti sono 327 milioni. Trump chiede quindi di rafforzare i controlli sulla loro vendita ma associa anche un provvedimento in questo senso a una riforma delle norme sull’immigrazione. I migranti, però, sono stati tra le vittime e non gli autori delle stragi del fine settimane, perpetrate da due cittadini americani. “Non possiamo lasciare che coloro che sono stati uccisi a El Paso, in Texas e Dayton, Ohio, muoiano invano. Lo stesso vale per i feriti gravi. Non possiamo mai dimenticarli e tutti quelli che sono venuti prima di loro”, ha scritto su Twitter. “Repubblicani e Democratici devono unirsi e fare in modo che ci siano forti controlli sui precedenti, magari unendo questa norma alla riforma sull’immigrazione di cui abbiamo disperatamente bisogno. Dobbiamo fare in modo che qualcosa di buono, se non addirittura grandioso, esca da questi due tragici eventi”.
Ma mentre Trump lega controlli più severi sulle armi alla riforma sull’immigrazione, il Messico minaccia azioni legali contro gli Usa dopo la strage di El Paso, accusando l’amministrazione Trump di non aver adeguatamente protetto i propri cittadini – 7 sono morti e 9 feriti – in quello che il ministro degli esteri Marcelo Ebrard ha definito “un attacco terroristico contro messicani innocenti. Il presidente – ha proseguito – mi ha chiesto di assicurare che l’indignazione del Messico si traduca in efficaci, rapide ed energiche azioni mirate a ristabilire un’adeguata protezione dei cittadini messicani negli Stati Uniti“. Ebrard ha inoltre chiarito che il suo governo sta valutando di presentare negli Stati Uniti una denuncia per terrorismo, chiedendo anche l’estradizione dell’autore della strage. Il ministro, riferisce la tv Milenio, ha sottolineato che si tratta di “una iniziativa che non ha precedenti”, per la quale comunque una decisione definitiva dovrà essere presa dal procuratore generale messicano, Alejandro Gertz Manero.
“Consideriamo quanto accaduto – ha spiegato il ministro – come un atto di terrorismo contro la comunità messicano-nordamericana e contro cittadini del Messico negli Stati Uniti. Il Messico è indignato, ma non proponiamo di contrapporre l’odio all’odio. Agiremo utilizzando raziocinio, rispetto della legge e fermezza“. Ebrard ha poi aggiunto che il suo ministero promuoverà appropriate azioni legali contro chi risulterà responsabile della vendita dell’arma d’assalto e contro chi direttamente ha sparato. La partecipazione del Messico in queste azioni legali, ha concluso, “si propone di accertare se le autorità statunitensi avevano conoscenza o informazioni della pericolosità di Patrick Crusius, il giovane identificato come l’autore della sparatoria“.