Nel giorno dell’approvazione in Senato del decreto Sicurezza bis aveva preferito evadere le domande, tra battute sarcastiche e riferimenti a ‘moto d’acqua’ e ‘gelati‘. Al Viminale, nel giorno dell’incontro con le parti sociali, Salvini comincia a fornire qualche risposta sul caso Marocco, sul quale da giorni il leader del Carroccio restava in silenzio. Ovvero, in merito all’inchiesta svelata dal Fatto Quotidiano sul viaggio fatto insieme in Marocco nel 2016 dall’attuale vicepremier, con lo stesso ex portavoce Gianluca Savoini, già finito al centro nelle ultime settimane dello scandalo sui presunti fondi russi alla Lega.
Dopo quel viaggio in Marocco, sei mesi dopo, come svelato dal Fatto, lo stesso Savoini (oggi indagato per corruzione internazionale nell’inchiesta su rubli e petrolio, ndr) ha ricevuto dal lobbista del re Mohamed Khabbachi, emissario di re Mohammed VI per le attività di lobby su scala europea (Italia compresa) 150mila euro in contanti. Soldi dei quali Salvini dice di non sapere nulla, scaricando di fatto – non è la prima volta – lo stesso Savoini.
“Se i soldi erano per la Lega o per Savoini? Non sapevo, ne so, di soldi in contanti dati a Tizio e Caio. Io andai in Marocco a incontrare ministri e governatori. Andai per parlare di business come paese Italia, non per parlare di progetti singoli. Questo ho fatto, questo faccio. Questo è il mio mestiere. Lo faccio gratuitamente. Al massimo mi hanno offerto una cena, non di più”, si è difeso il ministro di fronte alle domande del Fattoquotidiano.it. E quei rapporti intrattenuti da Savoini dopo il viaggio insieme in Marocco? Salvini aveva mai indicato lo stesso Savoini come referente per trattare per la Lega di finanziamenti e affari? Salvini nega: “Non so di eventuali rapporti economici personali, di cui evidentemente non ho dato mandato. Mi sembra una storia bizzarra anche questa. Lo stesso vale anche sul caso Russia. Indaghino a 360 gradi, io sono tranquillissimo”, prova a tagliare corto Salvini.
Eppure, il ministro non chiarisce sui suoi rapporti con lo stesso lobbista Khabbachi, incontrato dallo stesso Salvini (sempre insieme a Savoini) in un pranzo a Milano agli “Orti di Leonardo” nel novembre del 2015, come svelato dal Fatto, pochi mesi prima che lo stesso Savoini ricevesse dalle mani dello stesso lobbista i contanti, a Parigi. “Kabbachi? Non ricordo, né di lui, né del pranzo a Milano. Magari se mi fa vedere una fotografia…”, evade la domanda. E ancora: “Quindi i soldi non erano per la Lega? No, ammesso e non concesso che abbia preso 15 euro…”, continua Salvini. “Erano 150mila? Ne è certo? Invidio le sue certezze. Indaghino pure, io non vedo irregolarità“, ha tagliato corto il vicepremier.