Il decreto legge Salva-precari potrebbe mettere a rischio la maggioranza di Governo e circa 55 mila precari. Al tavolo del Consiglio dei ministri di questa sera, martedì 6 agosto, è in arrivo uno scontro tra il Movimento 5 stelle e la Lega del ministro Marco Bussetti. Il nodo della questione è la selezione dei docenti per entrare nella scuola. Per il M5s è necessario uno sbarramento per i precari, che renderebbe più selettivo il concorso, mentre per il partito di Salvini basterebbe il percorso abilitante speciale (Pas). In mezzo ci sono i sindacati che questa mattina, in una conferenza stampa convocata d’urgenza all’hotel Nazionale di piazza Montecitorio, hanno denunciato la crisi della maggioranza che rischia di far saltare l’approvazione del decreto.
Dopo il preesame della scorsa settimana e l’alzata di scudi del Movimento, che ha stoppato l’approvazione definitiva bollandolo come l’ennesima sanatoria, non era scontato che il provvedimento oggi tornasse a Palazzo Chigi. Bussetti resta fermo sul testo originario e con lui tutto il suo partito. “Sui precari della scuola la Lega – spiega il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama – intende rispettare il punto 22 del contratto di Governo, il quale prevede una “fase transitoria” per garantire “il superamento delle criticità che in questi anni hanno condotto a un cronico precariato”, parallelamente all’avvio di un “efficace sistema di formazione”. Da qui la collaborazione tra ministero dell’Istruzione e le cinque principali sigle sindacali, per definire misure straordinarie per la stabilizzazione del precariato storico e il varo di percorsi abilitanti con selezione in uscita come nel 2013/2016. Contrariamente a voci circolate su alcuni blog, si tratta infatti di superare numerose prove d’esame assolutamente selettive”. Pittoni auspica una sintonia d’azione con i colleghi del M5s, visti gli obiettivi comuni espressi nel contratto di Governo e il coinvolgimento dello stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “I cosiddetti Pas – spiega – superando la concezione nozionistica della valutazione mediante uniche prove d’esame, assicurano una reale selezione ex ante, in considerazione dell’esperienza professionale in itinere, con diversi esami universitari, ed ex post, con l’esame conclusivo”. Una posizione condivisa dal sindacato: “Avevamo trovato – spiega Francesco Sinopoli segretario generale della Flc Cgil – una mediazione con il ministro dopo un lungo confronto. La strada è stata individuata con un concorso straordinario per 55 mila precari. Il concorso riservato è per 24 mila posti. Avevamo previsto i percorsi dei Pas come selezione. Questa diatriba nel Governo sul merito non ha alcun senso. Qui parliamo di persone che insegnano a scuola da anni. Mi sembra la solita polemica che non tiene conto che oggi c’è un’emergenza. Stiamo parlando di docenti che comunque lavorerebbero nella scuola. I 5Stelle propongono un test selettivo ma i Pas sono già un percorso di formazione che alla fine ha una prova. Siamo di fronte a una propaganda inutile. Che facciamo i test di ingresso per i Pas?”.
Le organizzazioni sindacali, se stasera non si sbloccherà la situazione, sono pronte a scendere in piazza, ricordando anche l’accordo sottoscritto con il presidente del Consiglio il 24 aprile scorso. Intanto sul fronte del Movimento non sembra esserci alcuna volontà di fare passi indietro. Nessuno è disposto a metterci la faccia a poche ore dal Cdm, ma a microfoni spenti dai banchi della Camera si alza una difesa nei confronti della posizione tenuta finora: “Loro non vogliono che vi siano delle selezioni d’ingresso mentre noi siamo assolutamente della convinzione che dei test d’ingresso ci debbano essere. Fare l’insegnante è un lavoro delicato. Negli accordi presi da Conte c’è scritto che le procedure devono essere selettive. Fare delle procedure semplificate non significa eliminare la selezione all’ingresso”.