Il Comitato olimpico internazionale si schiera contro le legge delega sullo sport voluta dal sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti che è stata approvata in via definitiva oggi pomeriggio dal Senato con 154 sì, 54 no e 52 astenuti. In una lettera indirizzato al Coni, il Cio scrive che il governo non può avere “un ‘controllo’ specifico” sugli enti che compongono il Comitato olimpico nazionale. La legge “intaccherebbe chiaramente l’autonomia del Coni” in sei punti, scrive il Cio, minacciando di poter adottare “la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico”. La Lega però non ha battuto ciglio, come annunciato dal capogruppo Massimiliano Romeo: si va avanti “a prescindere da lettere e letterine varie”. La senatrice Pd Simona Malpezzi invece si dice molto preoccupata: “Bisogna che sia chiaro a tutti, le prossime Olimpiadi sono a rischio“. Se, ma sarebbe l’extrema ratio, il Cio dovesse decidere per una sospensione, le due principali conseguenze sarebbero la decadenza dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026 e la mancata partecipazione dell’Italia a Tokyo 2020 (gli atleti sarebbero presenti negli sport individuali come indipendenti).
“Ci sorprende la lettera” del Cio “scritta in modo frettoloso da funzionari che non hanno letto il testo della delega”, ha spiegato il capogruppo della Lega Romeo, intervenendo durante l’esame del ddl sull’ordinamento sportivo. Leggendo il testo del provvedimento, ha spiegato, “dov’è il rischio di mettere in pericolo l’autonomia del Coni e delle federazioni sportive, sinceramente non lo comprendiamo. La prossima volta, prima di scrivere le letterine leggiamo il provvedimento”. Fonti di maggioranza hanno fatto sapere all’Adnkronos che i decreti attuativi che saranno emanati nel prossimo anno recepiranno le osservazioni del Cio e del Parlamento. Da Losanna però alcuni membri del Cio hanno smentito la ricostruzione fornita dal Carroccio, sostenendo che il presidente Thomas Bach avesse avvisato il premier Giuseppe Conte già lo scorso 24 giugno prima dell’assegnazione a Milano-Cortina delle Olimpiadi invernali del 2026.
La lettera del Cio è arrivata in mattinata, prima dell’ok definitivo al testo, al presidente del Coni, Giovanni Malagò, da sempre critico contro la riforma dello sport intavolata lo scorso autunno dal sottosegretario Giorgetti. Malagò si è visto sottratte competenze, e quindi soldi, a favore della nuova Sport e Salute: un ente istituzionale, autogovernato dallo sport, una società per azioni partecipata da Palazzo Chigi (anzi, tecnicamente dal Mef). Tre giorni fa Malagò e Rocco Sabelli, cioè il Coni e la nuova società, hanno trovato un primo accordo sulle rispettive funzioni. Con la nascita di Sport e Salute, era stata definita una delega al Governo per completare il processo di riforma dello sport con un apposito disegno di legge. Ecco dunque il testo, già approvato dalla Camera e ora in esame al Senato, che all’articolo 1 conferma l’ampia delega concessa al Governo per l’adozione di misure in materia di ordinamento sportivo e le molte competenze sottratte al Coni: in primis la distribuzione dei fondi alle Federazioni sportive.
Sono proprio questi passaggi a finire nel mirino del Cio che esprime “seria preoccupazione” per alcune disposizioni della legge. Nella lettera si segnala che la legge “intaccherebbe chiaramente l’autonomia del Coni” in sei punti e in particolare si fa riferimento al Capo I, Art. 1, comma 1, lettera I dove si parla della “piena autonomia gestionale, amministrativa e contabile delle federazioni sportive”. Tali enti, si legge, “dovrebbero completamente rendere conto al Coni per ogni specifica assistenza finanziaria e tecnica che possono ricevere” e quindi secondo il Cio questa parte del testo dovrebbe essere “discussa o semplicemente rimossa“.
Il Cio spiega poi come “i comitati olimpici possono cooperare con i governi, tuttavia essi non devono intraprendere azioni contrarie alla carta olimpica“. Prima Sport e Salute, adesso la legge delega al governo: lo sport ha perso la sua autonomia, secondo il Cio. Che si schiera anche contro il “riordino” del Coni con decisioni “unilaterali” del governo. L’esecutivo dovrebbe solo essere di supporto alle sue attività “nella piena ottemperanza della carta olimpica”. Inoltre, il ruolo del Coni non può essere “strettamente limitato alle ‘attività olimpiche‘”.
LA LETTERA INTEGRALE INVIATA DAL CIO AL CONI
Il Cio scrive di aver “esaminato con attenzione le disposizioni e desideriamo esprimere serie preoccupazioni in merito ad alcune di esse che, se approvate, intaccherebbero chiaramente l’autonomia del Coni. La posizione del Cio relativamente ai rapporti che dovrebbero intercorrere tra le autorità di Governo i Comitati olimpici nazionali è estremamente chiara, ed è stata riportata in un documento approvato nel 2016. Questo approccio è fondato sul principio fondamentale di “autonomia responsabile” dei Comitati olimpici nazionali così come esposto nella Carta Olimpica“. Tra i principi fondamentali (paragrafo 5) si scrive che “le organizzazioni sportive aderenti al movimento olimpico devono essere politicamente neutrali. Hanno il diritto e l’obbligo di autonomia, comprese la libera determinazione e il controllo delle regole dello sport, la definizione della struttura e della governance delle loro organizzazioni, il diritto di elezioni libere da qualsiasi influenza esterna e la responsabilità di assicurare che siano applicati i principi di buona governance”.
Per restare all’interno del movimento (paragrafo 7) è necessario “il rispetto della carta olimpica e il riconoscimento da parte del Cio”. “Per adempiere alla propria missione, i comitati olimpici possono cooperare con i governi, tuttavia, essi non devono intraprendere azioni contrarie alla carta olimpica”. Il Coni deve “preservare la propria autonomia e resistere a pressioni di qualsiasi tipo, incluse, quelle politiche, giuridiche, religiose o economiche che potrebbero impedire loro di adempiere alla carta olimpica”.
La cui violazione fa scattare sanzioni “compresa la sospensione o il ritiro del riconoscimento di tale comitato olimpico nazionale se la costituzione, la legge o altre norme in vigore nella nazione in questione, o qualsiasi atto da parte di organi di governo o altri organismi, sia di ostacolo all’attività o alla libera espressione dello stesso comitato. Il Comitato esecutivo del Cio offrirà a tale comitato nazionale l’opportunità di essere ascoltato prima di adottare una decisione di questo tipo”.
Da Losanna si ribadisce inoltre che “l’autonomia dello sport è formalmente stabilita in una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottata a New York nel mese di ottobre 2014 che riconosce lo sport come mezzo per promuovere l’educazione, la salute, lo sviluppo e la pace, e sostiene anche l’indipendenza e l’autonomia dello sport“. Che deve cooperare con i governi nell’”assoluto rispetto riguardo dell’autonomia del Comitato olimpico nazionale, e senza alcuna interferenza esterna nella governance e nelle attività di queste organizzazioni”.
Questi i punti del disegno di legge che per il Cio stridono con la carta olimpica: “Il Coni non dovrebbe essere ‘riorganizzato’ mediante decisioni unilaterali da parte del Governo. La sua governance interna e le sue attività devono essere stabilite e decise nell’ambito del proprio statuto, e la legge non dovrebbe avere per obiettivo un ‘micromanaging’ della sua organizzazione interna e delle sue attività”. E ancora: “Le aree relative alle attività del Coni dovrebbero essere congiuntamente determinate con essi, in conformità con la Carta Olimpica e gli statuti delle rispettive Organizzazioni Sportive Internazionali alle quali sono affiliate. Inoltre, il ruolo del Comitato Olimpico Nazionale non è strettamente limitato alle ‘attività olimpiche’. “La missione dei comitati olimpici è di sviluppare, promuovere e proteggere il Movimento Olimpico nei rispettivi paesi, in conformità con la Carta Olimpica” e che il ruolo dei Comitati Olimpici Nazionali è altresì “di promuovere i principi fondamentali ed i valori dell’Olimpismo nei rispettivi paesi […]” e “di incoraggiare lo sviluppo dello sport d’alta prestazione così come pure dello sport per tutti”. L’altro punto su cui interviene il Cio: “Le entità che compongono il Coni dovrebbero rimanere vincolate agli statuti del Coni, della Carta Olimpica e agli statuti delle organizzazioni sportive internazionali alle quali sono affiliate, e dovrebbero completamente rendere conto al Coni per ogni specifica assistenza finanziaria e tecnica che possono ricevere dal Coni (proprio come loro stesse devono rendere conto nei confronti delle relative autorità di governo per fondi pubblici che possono ricevere dal governo, ma ciò non significa che il governo possa avere un ‘controllò specifico sulle stesse).
Un appunto anche sul capo I, Art.1, comma 1, lettera I): questa disposizione dovrebbe essere discussa e concordata tra le autorità governative e il Coni. E’ parte della governance interna e le entità territoriali/decentrate del Coni potrebbero avere poteri specifici“. Quanto al capo I, Art. 1, comma 1, lettera m il Cio scrive che “dovrebbe essere discussa o semplicemente rimossa perché questa è parte della governance interna del Coni”. Nella lettera si chiede a Malagò di “portare queste serie preoccupazioni all’attenzione urgente delle più alte autorità di Governo e lavorare insieme con loro per perfezionare il Disegno di Legge e renderlo compatibili con i principi fondamentali e le regole che governano il movimento Olimpico, prima che il testo definitivo sia presentato alle autorità competenti per l’approvazione. Contiamo sulla comprensione e sulla positiva collaborazione delle parti per risolvere amichevolmente questi temi e evitare eventuali complicazioni e ulteriori azioni da parte del Cio. Se necessario, siamo pronti ad organizzare un incontro congiunto questa settimana presso la sede centrale del Cio a Losanna”.