Ora può essere avviato il riutilizzo dell’edificio previsto dalla legge "per impedire qualsiasi forma" di "attività sovversiva nazionalsocialista", come ha sottolineato il ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Peschorn
È finita la disputa legale che ancora impediva allo Stato austriaco di trovare una destinazione d’uso alla casa natale di Adolf Hitler: una soluzione che consenta di tagliare i ponti con il suo passato e, soprattutto, scoraggiare i pellegrinaggi di nostalgici neonazisti. L’Ogh, la Corte suprema austriaca, ha respinto infatti il ricorso presentato dall’ex proprietaria della casa in cui nel 1889 nacque il dittatore nazista. La donna, Gerlinde Pommer, riteneva inadeguato l’indennizzo di 812 mila euro stabilito per l’espropriazione con un pronunciamento dell’aprile scorso che aveva quasi dimezzato un precedente importo di 1,5 milioni.
Ora può essere avviato il riutilizzo dell’edificio previsto dalla legge “per impedire qualsiasi forma” di “attività sovversiva nazionalsocialista“, come ha sottolineato il ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Peschorn, confermando l’intenzione di lanciare un concorso architettonico per ristrutturare l’edificio a tre piani situato nel centro di Braunau-am-Inn, cittadina al confine tedesco. L’obbiettivo dichiarato è quello di dargli una destinazione d’uso che lo distanzi dal suo passato che ancora attira neonazisti.
Già l’anno scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva posto la parola fine alla questione dell’esproprio giudicando infondato un ricorso nel merito presentato nel 2011. Ma la questione dell’indennizzo, almeno finora, bloccava la definitiva ristrutturazione del giallo edificio indissolubilmente legato alle tragedie del XX secolo e al genocidio ebraico di cui Hitler fu ideatore. Lo Stato austriaco gestisce l’immobile già dal 1972 e ci aveva installato in maniera significativa un centro per disabili, categoria vittima della follia eugenetica nazista. “Per pace, libertà e democrazia. Mai più fascismo, è il monito di milioni di morti”, si legge su una stele davanti palazzina a tre piani del 1826 in stile Biedermeier. L’iscrizione però non ha allontanato simpatizzanti del regime che negli Quaranta portò alla distruzione dell’Europa.
I pellegrinaggi avvengono soprattutto il 20 aprile per il compleanno del “Fuhrer” e in passato la stele è stata profanata da vandali con vernice.