“Dl sicurezza bis? Con quel voto di fiducia il Parlamento ne esce mortificato perché una volta di più è stato compresso, in modo intollerabile, il diritto dei parlamentari di migliorare le norme contemplate nel provvedimento”. Esordisce così, in una intervista a Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale, il senatore del Gruppo Misto, Gregorio De Falco, che stronca con dovizia di dettagli il decreto sicurezza bis, a cui il Senato ha dato il via libera con il sì alla fiducia chiesta dal governo M5s-Lega.
L’ex M5s spiega: “Nel merito, da un lato questo provvedimento è propaganda, dall’altro è ancora peggiore perché, almeno nei primi due articoli, va disapplicato. Nonostante il testo annunci che si agisce nel rispetto delle convenzioni internazionali, in realtà la legge contrasta con le normative convenzionali e con il diritto pubblico generale internazionale. Quindi, il giudice dovrà disapplicare questa norma. Qualcuno – continua – potrebbe obiettare che, siccome si tratta di provvedimenti amministrativi, il tutto sarà competenza dei prefetti e non dei giudici. Vero, ma voglio vedere chi si terrebbe una sanzione di un milione di euro senza ricorrere al giudice. In più, quando l’accertamento di un fatto di reato presuppone un illecito amministrativo, per connessione obiettiva, giudica tutto il giudice penale. Quindi, alla fine, torna tutto al giudice penale. Pertanto, di per sé, questo provvedimento è suicida”.
De Falco aggiunge: “Il provvedimento è anche disapplicabile, perché dice che attua quelle norme nel rispetto delle convenzioni internazionali, ma poi sanziona chi presta soccorso in mare. E non solo: ingenera un terribile duplice effetto deterrente. Nel momento in cui il comandante di una nave mercantile o da pesca si troverà in mare dinanzi a un evento di naufragio, dovrà decidere se incorrere nel reato di omissione di soccorso oppure se rischiare di suo, ma anche per conto dell’armatore che è il suo datore di lavoro, pagando una sanzione pecuniaria fino a un milione di euro e subendo la confisca del mezzo. Quando – prosegue – chi guida una imbarcazione si dovrà trovare di fronte a questo dilemma, sebbene possa avere anche la consapevolezza che la norma successivamente sarà disapplicata, in quel momento dovrà decidere. E come ha fatto Giarratano (il comandante che con il suo motopesca “Accursio” ha soccorso 50 migranti in acque maltesi, ndr) e come faranno, spero, tanti altri comandanti, si attuerà quella che umanamente è la scelta più giusta: prima si salva la vita e poi si parla. Però è gravissimo mettere le persone dinanzi a questo dilemma”.
E sottolinea: “Il secondo effetto deterrente si ha nei confronti di quelli che intendono partire, perché si fa capire loro che attraverso la criminalizzazione di coloro i quali propongono di soccorrere la vita umana in mare, che è il primo deterrente, si ottiene il secondo e tragico deterrente, la morte. Alcuni, infatti, potrebbero girare la testa dall’altra parte e non prestare soccorso. L’effetto reale che si vuole raggiungere con questo decreto è proprio questo qui, perché è chiaro che la norma sarà disapplicata: aumentando la probabilità di morire in mare in realtà si spera che la gente non parta”.
De Falco continua: “Il dl sicurezza bis si tradurrà poi in un fascicolo, in un pezzo di carta, in un documento. E vedo che così è trattato dai miei colleghi. Ma questa legge non è e non rimane un pezzo di carta. Questo provvedimento incide sulla carne viva delle persone. Non è burocrazia. E vorrei che questo fosse tenuto presente dagli italiani: nessuno di quei poveracci vi toglie niente. Non li togliete la vita”.
Il senatore annuncia poi ricorso alla Corte Costituzionale sul ripescaggio della senatrice M5s Emma Pavanelli. E sulla mozione pentastellata contro la Tav, osserva: “Non identifico il M5s con la Tav, che resta una delle battaglie storiche e importantissime del movimento. Ma in realtà il M5s si doveva identificare nei diritti dei cittadini a conoscere la politica e a partecipare alla politica. E soprattutto si doveva identificare in quello bellissimo slogan delle origini: “Nessuno rimanga indietro”. Il peggiore dei tradimenti operati da questo M5s del 2017, e sottolineo “questo M5s del 2017”, è proprio l’aver lasciato persone indietro dopo aver votato il dl sicurezza bis. Riguardo alla Tav – chiosa – il far votare una mozione, con la consapevolezza, sin dal 4 marzo 2018, che si rimarrà soli e che in Parlamento non ci sono i numeri, significa che hai già rinunciato. E allora perché non essere onesti e corretti? La verità è che per loro poi ci sarebbe il problema di dover giustificare anche la distanza rispetto a quello che loro ritengono essere un mandato obbligatorio”.