Il noto, proprio perché è noto, non è conosciuto. E, per questa ragione, tra i compiti della ragione filosofica v’è anche quello di provare a rendere conosciuto il noto, problematizzando l’ovvio e agendo come la torpedine evocata da Socrate nel “Menone”: la quale elettrizza l’interlocutore, destandolo dal torpore in cui è sospeso. Mi permetto, allora, di svelarvi una cosa, semplicissima e ampiamente nota. Ma, purtroppo, non conosciuta.

La Tav non è né sovranista, né populista. È liberista allo stato puro. Non serve alla nazione, non serve al popolo. Serve alla libera circolazione delle merci e ai profitti della classe corrispondente. È l’apice del “più Europa, più mercato“. Vorrei che questo punto fosse chiaro. Interesse nazionale e popolare sarebbe potenziare le vie di comunicazione.

Specialmente nel sud Italia, dove spostarsi da Ragusa a Trapani o da Lecce a Reggio di Calabria equivale a compiere un iter degno di quello di Odisseo. Sovranismo populista o, ed è lo stesso, populismo sovranista sarebbe quello che curasse l’interesse della nazione italiana e del popolo italiano, non quelli del capitale globalista e dei padroni del vapore.

Sovranismo populista o populismo sovranista non è il liberismo nazionalista di Trump o di Bolsonaro. È, semmai, il sovranismo populista socialista di Evo Morales in Bolivia, per dirne uno. È quello che tutto fa in nome del popolo e per il popolo, non quello che usa il popolo per fare l’interesse della global class egemonica.

Il caso della Tav è emblematico. A volerla sono anzitutto i partiti di rappresentanza del polo dominante cosmopolitico, con il suo mantra liberista della libera circolazione. Pd e Forza Italia, in primis, ossia i partiti del Signore global-elitario. È lampante. La modalità richiama espressamente quella con cui le forze liberiste hanno delegittimato la sacrosanta protesta delle giubbe gialle in Francia: le hanno prima diffamate come fasciste e violente, poi le hanno represse nella violenza, giustificata come risposta necessaria.

Sotto questo profilo, il M5S insieme ha ragione e sbaglia. Ha ragione a opporsi alla Tav. E sbaglia a dire semplicemente di no: dovrebbe contestualmente proporre un’altra opera, la linea veloce – ad esempio – da Roma a Reggio di Calabria o sulla linea adriatica. Di soli no non si vive, questa è la verità.

Quel che è certo è che è in atto una campagna unificata contro il M5S. Tutte le forze liberiste, non importa se azzurre o fucsia, si sono unite per marginalizzarlo per via delle sacrosante spinte socialisteggianti che lo animano (reddito di cittadinanza, ecc.). Insomma, dimmi come ti poni rispetto alla Tav e ti dirò chi sei.

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