A due giorni dall’approvazione del decreto sicurezza bis, che prevede pene più elevate per chi soccorre migranti illegalmente, la Open Arms annuncia che potrebbe violare il divieto imposto dal Viminale ed entrare in acque territoriali italiane: “Entreremo in Italia se dovessimo avere seri problemi a bordo”, ha detto Oscar Camps, fondatore della ong spagnola. La nave è in mare da sei giorni in attesa di un porto sicuro in cui far sbarcare i 121 migranti a bordo, tra cui quattro bambini, soccorsi al largo della Libia in due diversi interventi nella notte tra l’1 e il 2 agosto.

Arriva poco dopo la risposta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che annuncia: “La Open Arms è da sei giorni nel Mediterraneo e ora minaccia di entrare in Italia. Avrebbe avuto tutto il tempo per raggiungere la Spagna, il Paese della ong che ha dato la bandiera alla nave e dove alcuni sindaci si sono esposti a favore dell’accoglienza. Ma forse questi signori vogliono fare solo una provocazione politica, evidentemente la vita delle persone a bordo non è la loro vera priorità, vogliono a tutti i costi trasferire dei clandestini nel nostro Paese. Si ricordi, la Open Arms, che per lei le acque territoriali italiane sono chiuse e siamo pronti a sequestrare la nave”.

Intanto nel pomeriggio Open Arms ha presentato un ricorso al Tribunale per i minori e alla Procura minorile di Palermo affinché i minori a bordo della nave “vengano fatti sbarcare e vengano nominati dei tutori per quelli non accompagnati”. Lo ha annunciato la stessa ong in un tweet sottolineando che “questo prevedono art. 6 e 11 della Convenzione dell’Aja“. “Noi rispettiamo la legge” dice Open Arms. Parole a cui si aggiungono quelle del presidente Riccardo Gatti: “Faremo di tutto affinché le convenzioni internazionali, le normative, gli obblighi ed evidentemente anche i diritti di queste persone, vengano rispettati”.

Le accuse della ong sono in primo luogo per Italia e Malta, che ieri aveva vietato l’ingresso alla nave: “Siamo testimoni” della loro “prepotenza e abuso istituzionalizzato” ha detto Gatti – ma anche nei confronti del “silenzio” dell’Unione Europea. “Noi continueremo – ha concluso il presidente di Open Arms – a rispettare prima di tutto la vita delle persone”. In un altro tweet la ong spagnola aveva ricordato: “Sono passati 6 giorni senza risposte, senza un porto, senza che alle persone a bordo venga riconosciuta la loro dignità. Non ci riconosciamo in questa Europa, nei suoi stati codardi, nella sua politica vuota. La lotta per i loro diritti è anche quella per i nostri”.

Ma l’Europa si tira fuori dalla situazione specifica: “Non abbiamo ancora ricevuto richieste di coordinamento per il caso della Open Arms”, afferma un portavoce dell’Esecutivo comunitario. E aggiunge: “La Commissione europea non ha competenza sulle operazioni di ricerca e salvataggio, o sui porti di sbarco. Ma questo episodio dimostra ancora una volta l’urgente necessità di un meccanismo prevedibile e sostenibile” per il Mediterraneo. Intanto, Cipro ha scritto una lettera a Bruxelles chiedendo il ricollocamento di 5mila migranti arrivati sul suo territorio. La Commissione “sta analizzando il documento”, ed è “pronta ad accrescere il suo sostegno”.

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