Zonaeuro

Crescita, monito Bce: “Nell’eurozona aumento Pil debole nei prossimi mesi. Le cause? Guerra dei dazi e vulnerabilità dei mercati emergenti”

Il bollettino economico della Banca centrale europea avverte che in base agli indicatori economici il prodotto interno lordo crescerà a un ritmo lievemente inferiore nel secondo e terzo trimestre del 2019. Confermata una "politica monetaria altamente accomodante" di fronte a un’inflazione "al di sotto del valore previsto"

Nell’area euro la crescita del Pil sarà più debole nei prossimi trimestri. E i fattori che portano a questa stima non ottimistica sono tutti geopolitici: dalla guerra dei dazi alla vulnerabilità dei mercati emergenti. A rilevarlo è la Banca centrale europea nel suo bollettino economico. Benché nel primo trimestre del 2019 ci sia stato un aumento del Pil dell’eurozona in una certa misura migliore rispetto alle attese, i dati più recenti e le informazioni ricavate dalle indagini indicano una crescita più debole nel prossimo futuro.

Il Pil dell’area euro nei primi tre mesi dell’anno è salito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, dopo un aumento dello 0,2% tra ottobre-dicembre 2018. Gli indicatori economici segnalano però che la crescita continuerà, secondo le attese, a un ritmo lievemente inferiore nel secondo e terzo trimestre del 2019. Ii rischi per le prospettive di crescita “restano orientati verso il basso – spiega la Bce – per effetto delle prolungate incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alla vulnerabilità dei mercati emergenti”. Fattori che stanno “indebolendo il clima di fiducia, in particolare nel settore manifatturiero” dell’eurozona.

Le informazioni riferite dall’Eurotower sono disponibili dopo la riunione del Consiglio direttivo degli inizi di giugno. La Bce aggiunge che “se da un lato gli ulteriori incrementi dell’occupazione e le retribuzioni in aumento continuano a sostenere la capacità di tenuta dell’economia, dall’altro l’attenuazione della dinamica della crescita mondiale e la debolezza del commercio internazionale continuano a gravare sulle prospettive per l’area euro”.

Per questo, il consiglio direttivo della Bce “ha posto in risalto la necessità di un orientamento di politica monetaria altamente accomodante per un prolungato periodo di tempo” di fronte a un’inflazione “costantemente al di sotto di livelli in linea con il valore previsto“. Allo studio un rafforzamento delle indicazioni prospettiche sui tassi e sul Quantitative Easing “alcune possibili opzioni riguardanti la dimensione e la composizione di eventuali nuovi acquisti netti“.