Estate, tempo di tintarella: un po’ di colore ma dona a tutti, ma attenzione a non esagerare. L’esposizione scriteriata al sole può avere danni seri per la salute e invecchiare precocemente la pelle, avvertono i dermatologi: meglio un’abbronzatura sana e naturale, ottenuta gradualmente. Dieci buone pratiche per tutti, dagli irriducibili del lettino ai più cauti fan dell’ombrellone.
1 Una dieta furba
Il sole si comincia a prendere a tavola, facendo il pieno di vitamine, licopene e soprattutto di acqua. “Il consiglio è di bere molto e assumere tanta frutta e verdura – spiega la dottoressa Alessandra Vasselli, membro del comitato direttivo Aideco – soprattutto quella con pigmenti giallo-rosso-arancio, ricche di betacarotene, a forte potere antiossidante per contrastare i radicali liberi”. I frutti rossi, ad esempio, sono una miniera naturale di antiossidanti. E per chi ha un fototipo particolarmente sensibile al sole, esistono integratori in compresse.
2 Abituare la pelle pian piano (e niente lampade!)
Quello di preparare la pelle al sole con le lampade è un falso rimedio, che anzi può essere pericoloso: “La società italiana di dermatologia ha preso una posizione netta nei confronti delle lampade abbronzanti: l’erogazione di dosi elevate di ultravioletti sulla pelle può essere più nocivo che benefico” afferma il dottor Steven Nisticò, specialista in dermatologia e professore presso l’università Magna Graecia di Catanzaro. Molto meglio, aggiunge, l’esposizione graduale: si comincia con un’ora o due di esposizione, preferibilmente al mattino o al pomeriggio, e poi si aumenta.
3 Puntare in alto (con il SPF)
Ogni pelle ha un diverso fototipo, e richiede un suo fattore specifico: “Come regola generale – aggiunge il dott. Nisticò – all’inizio è sempre meglio utilizzare un fattore di protezione alto, 50 o 50+“. La scelta è infinita: formulazioni in crema, spray o oli solari, texture ultraresistenti per sportivi, linee specifiche per pelli sensibili. L’importante è scegliere un prodotto adatto alle proprie esigenze e soprattutto sicuro: “Per stare tranquilli, meglio acquistarlo in farmacia, che dà la garanzia di prodotti dermatologicamente testati”.
4 Non usare le creme dell’anno precedente
Sembrava un peccato buttare un flacone di crema pieno a metà, e così e rimasto nell’armadietto dei cosmetici: ma guai a riutilizzare i solari aperti la scorsa estate. Ogni prodotto cosmetico, incluse le creme solari, ha una data di scadenza e un periodo entro cui consumarlo una volta aperto: è indicato da simbolo di un barattolo aperto con un numero, che corrisponde ai mesi.
5 Il solare ogni due ore
Messa la crema, occhio all’orologio: dipende dalle formulazioni, ma in generale l’efficacia dei solari dura circa due ore. Il prodotto va steso sulla pelle pulita e asciutta: dopo il bagno, meglio sciacquarsi con acqua dolce, tamponarsi per poi applicare la crema in modo uniforme e più efficace. Anche con la protezione, meglio non superare mai le tre-quattro ore di seguito al sole.
6 Attenzione ad acne, cicatrici e farmaci
Ci sono punti a cui bisogna fare particolare attenzione come cicatrici e nei: meglio usare uno stick sunblock per coprirli, da riapplicare spesso. Vale anche per le labbra e contorno occhi, dove la pelle è più sottile e delicata. Chi ha problemi di acne può prendere il sole, a patto di usare i prodotti giusti: “La pelle al sole si ispessisce leggermente, quindi l’acne sembra migliorare – spiega il dott. Nisticò – ma poi con l’autunno peggiora nuovamente, per questo esistono linee specifiche per pelli acneiche. Deve fare attenzione anche chi assume farmaci fotosensibilizzanti, che possono dare problemi al sole: sempre meglio chiedere a un medico”.
7 Per i bambini, solo prodotti specifici
Per i bambini bisogna scegliere un prodotto specifico per l’età pediatrica perché sono formulati in modo diverso, con filtri differenti da quelli degli adulti. Sempre a portata di mano un cappellino, e mai esagerare con il sole, avverte il dermatologo: “Molti studi hanno evidenziato come le scottature solari, soprattutto quelle prese in età pediatrica, possono predisporre all’insorgenza di tumori cutanei“.
8 Protetti dall’alba al tramonto (anche in città)
Un errore diffuso è pensare che nel pomeriggio il sole “non scotti più” e quindi si possa fare a meno della protezione: forse non si avverte la sensazione di caldo, ma i raggi che provocano il danno sono gli ultravioletti e gli infrarossi, che sono presenti dall’alba al tramonto. Vale per tutti, anche per chi non è in villeggiatura: “Al mare l’acqua e la sabbia amplificano la potenza dei raggi solari, ma in campagna o in città il sole è lo stesso!” avverte la dott.ssa Vasselli: “Perciò è sempre bene usare una protezione, gli occhiali e un cappello se si cammina all’aperto sotto il sole”.
9 Non sottovalutare i danni a lungo termine (e l’inquinamento atmosferico)
Anche evitando le scottature, la pelle non protetta soffre comunque i danni del sole: “I rischi si possono dividere in due categorie – precisa il dott. Nisticò – i rischi acuti come bruciature ed eritemi solari, e quelli legati all’esposizione cronica, protratta nel tempo, le degenerazioni cellulari che possono portare a displasie e neoplasie. C’è anche un problema di inquinamento atmosferico da non sottovalutare” aggiunge lo specialista. “Spesso i pazienti mi dicono che ‘il sole non è più quello di una volta’, che scotta di più: in parte è vero, il cosiddetto buco dell’ozono, rarefacendo la protezione dell’atmosfera, lascia passare più raggi ultravioletti pericolosi per l’uomo”.
10 Proteggersi anche da abbronzati
L’abbronzatura è il meccanismo di difesa del nostro corpo per proteggersi dalle radiazioni. Man mano che aumenta la protezione di melanina, quindi, si può abbassare il fattore, ma una forma di protezione va sempre garantita su tutto il corpo, anche in quei punti dove si tende meno a scottarsi, come le gambe. Ne guadagna la salute e anche l’estetica: una pelle protetta significa meno rughe e meno macchie in futuro. “Non bisogna mai lasciare la pelle, anche abbronzata, senza protezione e questo vale soprattutto per i bambini” conclude la dott.ssa Vasselli. “Anche quando non ci scottiamo più, comunque siamo esposti ai danni che il sole può indurre al di là dell’eritema solare, come il fotoinvecchiamento“.