“Per realizzare il progetto della mia vita ho fatto una cosa che dieci anni fa credevo impossibile: sono tornato in Italia”. Perché a volte anche chi ha scelto di partire può decidere di tirare il freno, voltarsi e ripercorrere la strada di casa. Come è accaduto a Fausto Panizzolo, bioingegnere di 37 anni, ritornato nella sua Padova per sviluppare un esoscheletro indossabile che migliora il movimento del corpo. “Dopo oltre sette anni passati come ricercatore tra Canada, Australia, Stati Uniti, sono tornato per poter dare vita ad un sogno: quello di poter aiutare chi ha subito un infortunio o chi è affetto da patologie che riducono la mobilità a camminare più agevolmente e in futuro, perché no, ridare questa possibilità a chi non ci riesce più”.
È ad Harvard, dove ha lavorato allo sviluppo di esoscheletri leggeri, che ha preso corpo l’idea di brevettarne l’applicazione in campo medico. “Durante gli anni a Boston il mio laboratorio è stato visitato da personalità come Jeff Bezos e Bill Gates, oltre che da studenti e ricercatori provenienti da tutto il mondo”. Eppure l’incontro che lo spingerà ad intraprendere una nuova avventura è quello con un altro italiano di stanza nella East Coast, Livio Valenti, già attivo nel campo medico con una startup su una nuova tipologia di vaccini resistenti al calore. “Confrontandoci sulla mia idea di produrre questo tipo di dispositivo mi sono reso conto che una tecnologia simile non era disponibile sul mercato”. Ma dove farlo? “Volevo essere completamente indipendente nello sviluppo del brevetto e poter dimostrare che anche nel nostro paese è possibile avviare un’azienda come questa. Quindi farlo in Italia per me era davvero importante”.
Dall’incontro di due giovani “cervelli in fuga” è nata Moveo Walks. Un sogno divenuto realtà: “Dopo vari prototipi abbiamo ottenuto un esoscheletro ‘soft’ facilmente indossabile che alleggerisce l’affaticamento motorio – spiega Panizzolo -. È studiato soprattutto per gli anziani, ma anche per chi ha difficoltà motorie o chi è affetto da patologie come sclerosi, ictus, Parkinson e stenosi”. Dopo una fase di sperimentazione durata vari mesi, che ha coinvolto molti dei pazienti del Centro medico di fisioterapia di Padova, è arrivata la commercializzazione e la certificazione presso il Ministero della Salute. La costanza ripaga. “Quando sono tornato ero solo col mio portatile a scrivere il progetto e mandare email – ricorda – ora siamo in sette a lavorarci”. Tra loro c’è anche anche una giovane sarta. “Abbiamo cercato, appartenendo un po’ a questo partito dei sognatori, di mantenere una dinamicità, una praticità e un accesso alle risorse americano, con una abilità e una dinamicità italiana”.
Fare business con tecnologie avanzate in Italia, però, non è semplice. Anche se si ha un progetto che funziona. “Mi rivedo in molti ragazzi che dicono che qui non hanno spazio, che fuori è meglio. Ecco – dice Fausto – vorrei poter dimostrare loro che non è sempre così. Credere nei nostri sogni, spesso, fa davvero la differenza, soprattutto quando si è disposti a fare più di qualche sacrificio”. Anche se la strada è spesso in salita. “In Italia manca la spinta propulsiva degli investimenti da parte dei privati. E con questo intendo l’incentivo per cui, se tu produci mille prodotti, allora io ti finanzio per per farne milleduecento. Negli Stati Uniti invece – spiega – il sistema è diverso. Finanziano dieci startup che ritengono potenziali: nove falliscono, perdendo completamente l’investimento, una vince e con quella chi ci ha messo i soldi all’inizio ha vinto tutto il jackpot. Ed è questo il concetto che ha permesso lo sviluppo di quelle aziende che hanno cambiato il nostro mondo”, sottolinea. Rifarebbe tutto da capo? “Si, bisogna andare sempre avanti, raggiungere gli obiettivi e fissarne di nuovi”. E lancia un appello: “Noi siamo qui se qualcuno vuole farsi avanti ed investire su di noi siamo certi di poter creare un business di successo e allo stesso tempo migliorare la vita di molti. Con poche risorse abbiamo già fatto tanto e vorremo poter fare ancora di più”.
Cervelli in fuga
“Da Harvard sono tornato a Padova per realizzare il mio sogno: fare camminare chi non ci riesce”
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L'idea di Fausto Panizzolo, bioingegnere di 37 anni, è nata negli Stati Uniti, dove ha lavorato allo sviluppo di esoscheletri leggeri. Da lì ha preso corpo l’idea di brevettarne l’applicazione in campo medico. “Quando sono tornato ero solo col mio portatile a scrivere il progetto e mandare email. Ora siamo in sette”
“Per realizzare il progetto della mia vita ho fatto una cosa che dieci anni fa credevo impossibile: sono tornato in Italia”. Perché a volte anche chi ha scelto di partire può decidere di tirare il freno, voltarsi e ripercorrere la strada di casa. Come è accaduto a Fausto Panizzolo, bioingegnere di 37 anni, ritornato nella sua Padova per sviluppare un esoscheletro indossabile che migliora il movimento del corpo. “Dopo oltre sette anni passati come ricercatore tra Canada, Australia, Stati Uniti, sono tornato per poter dare vita ad un sogno: quello di poter aiutare chi ha subito un infortunio o chi è affetto da patologie che riducono la mobilità a camminare più agevolmente e in futuro, perché no, ridare questa possibilità a chi non ci riesce più”.
È ad Harvard, dove ha lavorato allo sviluppo di esoscheletri leggeri, che ha preso corpo l’idea di brevettarne l’applicazione in campo medico. “Durante gli anni a Boston il mio laboratorio è stato visitato da personalità come Jeff Bezos e Bill Gates, oltre che da studenti e ricercatori provenienti da tutto il mondo”. Eppure l’incontro che lo spingerà ad intraprendere una nuova avventura è quello con un altro italiano di stanza nella East Coast, Livio Valenti, già attivo nel campo medico con una startup su una nuova tipologia di vaccini resistenti al calore. “Confrontandoci sulla mia idea di produrre questo tipo di dispositivo mi sono reso conto che una tecnologia simile non era disponibile sul mercato”. Ma dove farlo? “Volevo essere completamente indipendente nello sviluppo del brevetto e poter dimostrare che anche nel nostro paese è possibile avviare un’azienda come questa. Quindi farlo in Italia per me era davvero importante”.
Dall’incontro di due giovani “cervelli in fuga” è nata Moveo Walks. Un sogno divenuto realtà: “Dopo vari prototipi abbiamo ottenuto un esoscheletro ‘soft’ facilmente indossabile che alleggerisce l’affaticamento motorio – spiega Panizzolo -. È studiato soprattutto per gli anziani, ma anche per chi ha difficoltà motorie o chi è affetto da patologie come sclerosi, ictus, Parkinson e stenosi”. Dopo una fase di sperimentazione durata vari mesi, che ha coinvolto molti dei pazienti del Centro medico di fisioterapia di Padova, è arrivata la commercializzazione e la certificazione presso il Ministero della Salute. La costanza ripaga. “Quando sono tornato ero solo col mio portatile a scrivere il progetto e mandare email – ricorda – ora siamo in sette a lavorarci”. Tra loro c’è anche anche una giovane sarta. “Abbiamo cercato, appartenendo un po’ a questo partito dei sognatori, di mantenere una dinamicità, una praticità e un accesso alle risorse americano, con una abilità e una dinamicità italiana”.
Fare business con tecnologie avanzate in Italia, però, non è semplice. Anche se si ha un progetto che funziona. “Mi rivedo in molti ragazzi che dicono che qui non hanno spazio, che fuori è meglio. Ecco – dice Fausto – vorrei poter dimostrare loro che non è sempre così. Credere nei nostri sogni, spesso, fa davvero la differenza, soprattutto quando si è disposti a fare più di qualche sacrificio”. Anche se la strada è spesso in salita. “In Italia manca la spinta propulsiva degli investimenti da parte dei privati. E con questo intendo l’incentivo per cui, se tu produci mille prodotti, allora io ti finanzio per per farne milleduecento. Negli Stati Uniti invece – spiega – il sistema è diverso. Finanziano dieci startup che ritengono potenziali: nove falliscono, perdendo completamente l’investimento, una vince e con quella chi ci ha messo i soldi all’inizio ha vinto tutto il jackpot. Ed è questo il concetto che ha permesso lo sviluppo di quelle aziende che hanno cambiato il nostro mondo”, sottolinea. Rifarebbe tutto da capo? “Si, bisogna andare sempre avanti, raggiungere gli obiettivi e fissarne di nuovi”. E lancia un appello: “Noi siamo qui se qualcuno vuole farsi avanti ed investire su di noi siamo certi di poter creare un business di successo e allo stesso tempo migliorare la vita di molti. Con poche risorse abbiamo già fatto tanto e vorremo poter fare ancora di più”.
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Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo avere incontrato i bambini della quinta C dell'Istituto De Amicis-Da Vinci di Palermo, che lo scorso novembre furono insultati in centro città per il colore della pelle, perché molti di loro sono di origini straniere, si è fermato in classe a rispondere alle loro domande. Sopra la lavagna in classe c'è una bandiera tricolore.