Attualità

Festival Acquedotte di Cremona, “contratti assegnati in modo irregolare”: sette denunce. Il Comune: “Non ci risultano atti”

Gli investigatori ipotizzano un sistema irregolare di assegnazione dell'organizzazione e dell'allestimento dell'evento. Si contesta la mancanza di un bando pubblico e l'affidamento diretto dei lavori, oltre all'utilizzo irregolare di manodopera e il non rispetto delle norme di sicurezza

Il Festival Acquedotte, che a Cremona, durante l’estate, ha portato in piazza Duomo tra gli altri Jethro Tull e Negrita, finisce nel mirino dei carabinieri dell’Ispettorato del lavoro. “Contratti assegnati in modo irregolare”, scrive La Provincia di Cremona, citando gli atti dell’inchiesta che ha portato a sette denunce, una di queste, scrive il quotidiano, a carico di Maurizia Quaglia, dirigente del Comune per il settore musei e cultura. “Al momento – fanno sapere da palazzo comunale tramite una nota – non risultano assolutamente atti ufficiali pervenuti al Comune e alla dirigente citata”.

Gli investigatori ipotizzano un sistema irregolare di assegnazione dell’organizzazione e dell’allestimento dell’evento. Si contesta la mancanza di un bando pubblico e l’affidamento diretto dei lavori, per un valore complessivo di poco meno di 100mila euro; oltre all’utilizzo irregolare di manodopera e il non rispetto delle norme di sicurezza. Particolarmente dure le reazioni politiche, con l’opposizione che per bocca del consigliere della Lega Alessandro Zagni chiede, nel caso venissero confermate in giudizio le accuse, “le dimissioni del sindaco” Gianluca Galimberti, centrosinistra, ricordando “che il festival è stato organizzato mentre il primo cittadino aveva la delega alla Cultura”. Dovrà quindi “assumersi la responsabilità e trarne le dirette conseguenze senza poter più dire non c’ero o se c’ero dormivo”. Chiede invece la convocazione dell’Ufficio di Presidenza del consiglio comunale il consigliere Carlo Malvezzi, Forza Italia.

“Vogliamo vedere gli atti per capire se ci sono responsabilità politiche e, in un’ottica di estrema trasparenza, verificare tutti gli incarichi dati dall’amministrazione negli ultimi tre anni”. La tesi degli inquirenti è quella che la dirigente comunale abbia frazionato i contratti, “in maniera fraudolenta”, per l’affidamento diretto della gestione della manifestazione estiva. I militari dell’Arma sostengono che il pacchetto del festival sia stato suddiviso in più parti come se l’affidamento riguardasse ogni singolo evento e non il cartellone considerato complessivamente. Profili d’illecito per ora ipotetici, che verranno valutati nelle prossime ore dall’autorità giudiziaria. E’ stata inoltre passata al setaccio la documentazione relativa ad aziende e cooperative impegnate nell’allestimento della piazza. Si contesta il mancato rispetto delle norme sulle sicurezza dei cantieri.

Inoltre sono state verificate le posizioni di 55 lavoratori, 21 dei quali sono risultati irregolari. Non perché, è bene precisarlo, impiegati in nero, ma perché spostati da una competenza all’altra senza che di questo spostamento ne venisse lasciata traccia. Alle imprese coinvolte sono state comminate ammende per 22mila euro e sanzioni per 14mila. “Questa mattina il Comune, nella persona del segretario generale Gabriella Di Girolamo – si legge ancora nel comunicato stampa – ha provveduto a scrivere alla Procura chiedendo informazioni in merito all’esistenza di procedimenti riguardanti dipendenti dell’amministrazione”. Gli uffici comunali sono a disposizione per fornire “tutti gli elementi riguardanti la procedura amministrativa” relativa all’evento svoltosi a luglio.