Fonti stampa locali hanno confermato che si tratterebbe di una cellula di Hamas che dissentiva dalla tacita tregua con Israele mantenuta nella ultime settimane dalla leadership del loro movimento
“Una infiltrazione di palestinesi armati di fucili kalashnikov e di bombe a mano è stata sventata stamane al confine fra Gaza ed Israele. I nostri militari – rende noto il portavoce militare israeliano – hanno aperto il fuoco quando i terroristi hanno varcato i reticolati, e li hanno neutralizzati“. Nessun soldato israeliano è stato colpito. Fonti locali aggiungono che Israele ha colpito una vicina postazione di Hamas. In azione sono entrati i militari della brigata Golani: secondo la radio militare israeliana sono riusciti a sventare in extremis l’infiltrazione di “terroristi palestinesi”, che sono rimasti uccisi sul terreno.
Fonti stampa locali hanno confermato che si tratterebbe di una cellula di Hamas che dissentiva dalla tacita tregua con Israele mantenuta nella ultime settimane dalla leadership del loro movimento. Le stesse fonti hanno rilevato che domani inizia la importante festa islamica del Sacrificio. Questa circostanza – aggiungono le fonti – potrebbe aver influito sulla cellula nella convinzione che chi si immola nelle ore antecedenti quella ricorrenza sarà remunerato dopo la morte.
Due giorni fa l’esercito israeliano aveva lanciato una vasta caccia all’uomo per catturare l’assassino (o gli assassini) di un soldato ucciso a coltellate mentre, di notte, rientrava nel kibbutz religioso Migdal Oz (vicino a Betlemme), nel collegio rabbinico dove studiava. Il corpo di Dvir Sorek (19 anni) era stato ritrovato a breve distanza dai cancelli dell’insediamento. Con sé aveva alcuni libri acquistati poco prima a Gerusalemme. Fra questi, l’ultimo romanzo di David Grossman: doveva essere un regalo per un rabbino con cui studiava. “Mi si spezza il cuore”, ha detto lo scrittore. Da Gaza, Hamas e la Jihad islamica avevano esultato per l’attacco che, hanno affermato, conferma la determinazione del popolo palestinese a lottare “per la rimozione definitiva della occupazione e per la espulsione di tutti i coloni”. Da parte sua il premier Benjamin Netanyahu aveva deposto la prima pietra di un nuovo rione di 650 alloggi. “Il terrorismo vorrebbe sradicarci – ha detto – e noi invece piantiamo. Vorrebbe distruggerci, e noi costruiamo”. “I criminali terroristi saranno catturati e pagheranno il conto” ha promesso. La famiglia ha deciso di donare gli organi perché siano trapiantati.