La nave della ong spagnola si trova già da più di una settimana al largo di Lampedusa dopo il divieto d’ingresso in acque italiane firmato da Salvini. Nella notte l'intervento su richiesta di La Valletta che però si è offerta di far sbarcare solo le 39 persone salvate in quest'ultima missione. Anche il Garante dei detenuti contro la decisione del Viminale
Open Arms nella notte ha salvato altre 39 persone che si trovavano su una barca che stava affondando nella zona Sar maltese. La nave della ong spagnola si trova già da 9 giorni al largo di Lampedusa con 121 naufraghi a bordo, dopo il divieto d’ingresso in acque italiane firmato da Matteo Salvini, quando ha ricevuto da Alarm Phone la segnalazione di un naufragio in corso. A chiedere l’intervento di Open Arms è stata proprio Malta, ma ora La Valletta ha fatto sapere alla Ong di essere disponibile a trasferire su una motovedetta i 39 salvati questa notte e trasferirli a terra. Disponibilità negata invece per gli altri 121 migranti a bordo. Una decisione “inammissibile“, dicono da Open Arms. “Questa situazione – aggiunge il fondatore Oscar Camps – sta provocando gravi problemi di sicurezza a bordo”. Intanto, dopo quello per Open Arms, il Viminale ha annunciato di aver notificato anche all’Ocean Viking il divieto di ingresso, transito e sosta in acque italiane. La nave di Sos Mediterranee e Msf ha a bordo 85 persone tra cui quattro bambini.
Sulla nave sabato è salito anche l’attore Richard Gere che ha portato viveri e lanciato un appello: “La cosa più importante per queste persone è avere subito un porto sicuro, scendere a terra e iniziare la loro nuova vita”. “Ora aspettiamo un porto sicuro dove sbarcare“, ha ribadito anche Camps. Parole alle quali il ministro dell’Interno Salvini, tra un comizio balneare e il botta e risposta con gli ex alleati cinquestelle, ha risposta a modo suo: “Speriamo che si abbronzi, che si trovi bene, non penso gli manchi nulla”.
La ong ha definito “inaccettabile” il fatto che “i diritti sanciti dalle convenzioni internazionali continuino ad essere sistematicamente violati“. E su questo aspetto ha chiesto “chiarimenti” anche il Garante dei detenuti, Mauro Palma, rivolgendosi al comandante generale della Guardia Costiera Giovanni Pettorino. Secondo il Garante, proprio il divieto d’ingresso in acque italiane firmato da Salvini e l’evacuazione di 3 donne effettuata giorni fa dalle motovedette italiane configurano un “ambito di competenza” dell’Italia. In sostanza, è il nostro paese a doversi fare carico dei migranti. Parole che mandano su tutte le furie Salvini. “E’ andato oltre le sue competenze“, dicono infatti dal Viminale sottolineando che la nave è in acque internazionali e “non risultano prigionieri a bordo”. Dunque la sua richiesta è “sorprendente” e, attacca il ministero, “serve a giustificare la propria esistenza e il proprio stipendio“. Nessun cambiamento di linea quindi, come conferma lo stesso Salvini: “Credo che questi 121 abbiano tutto il diritto di essere sbarcati a Ibiza o Formentera“.
Un no che il ministro ribadisce anche alla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Msf che ha soccorso a 60 miglia dalla Libia un gommone con 85 persone tra cui 4 bambini. “Sono pronto a firmare il divieto d’ingresso nelle acque italiane”, aveva annunciato. Poi è arrivata la conferma dell’atto dal suo Viminale. Salvini ha scritto anche al collega norvegese, paese di bandiera della nave. “E’ necessario e urgente un vostro intervento affinché venga riconosciuto il coordinamento delle autorità norvegesi per l’approdo in un porto norvegese o di altro paese disponibile”, si legge nella missiva del titolare del Viminale. Salvini sostiene infine che la Ocean Viking è una nave di dimensioni ed equipaggio tali da poterla considerare essa stessa un porto sicuro.