Una notizia che arriva a due mesi dalla scomparsa del regista Franco Zeffirelli, con cui Tosi ha condiviso buona parte della vita e della carriera, tanto che sarà sepolto con lui nella tomba della famiglia Zeffirelli
È morto all’età di 92 anni il grande costumista Piero Tosi. Una notizia che arriva a due mesi dalla scomparsa del regista Franco Zeffirelli, con cui Tosi ha condiviso buona parte della vita e della carriera, tanto che sarà sepolto con lui nella tomba della famiglia Zeffirelli, assieme ad Anna Anni, altra grande costumista e scenografa. Tutti e tre fiorentini, Tosi di Sesto Fiorentino, amici dai tempi dell’Istituto d’arte di Porta Romana.
L’arte di Piero Tosi ha accompagnato alcuni tra i più grandi capolavori della cinematografia nostrana dal dopoguerra e creato un immaginario che gli è valso l’Oscar alla carriera nel 2014, ritirato per lui da Claudia Cardinale perché aveva paura di volare. Ebbe come maestro il pittore Ottone Rosai e iniziò come costumista nel 1947 a teatro, ma è sul grande schermo che ha espresso al meglio la sua arte, dando nuovo valore e centralità narrativa agli abiti di scena, capace di spaziare da quelli ‘della quotidianità’ alla ricostruzione di abiti storici, sempre meticolosamente studiati ‘su misurà per il personaggio.
L’elenco dei film a cui ha lavorato è lunghissimo, a partire da Luchino Visconti, con cui nasce un sodalizio lungo un quarto di secolo. Tosi firma, tra gli altri, i costumi di ‘Bellissima’ del 1951, di ‘Senso‘ del 1954, di ‘Rocco e i suoi fratelli‘ del 1960, de ‘Il Gattopardo‘ del 1963. E ancora, ‘Morte a Venezia‘ del 1971 e ‘L’innocente‘ nel 1976. Ma non solo. Collabora con Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Dino Risi, Luigi Comencini, Gianni Amelio, con Pier Paolo Pasolini per ‘Medea’. E ovviamente con Zeffirelli, in ‘La Traviata‘ e ‘Storia di una capinera‘. Ha vestito i principali divi del cinema italiano, da Anna Magnani a Marcello Mastroianni, da Sofia Loren a Silvana Mangano e Claudia Cardinale. Di lui l’amico Zeffirelli diceva che era “un mago, in grado di far risorgere la storia, portando il passato nel presente”. I riconoscimenti ricevuti gliene hanno reso merito, dai Bafta ai Nastri d’argento, ai David di Donatello, fino all’Oscar onorario.