Deputati e senatori si sono riuniti a poche ore dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che dovrà decidere quando convocare il Parlamento e cosa mettere all'ordine del giorno: "Berlusconi e Salvini - dice il capo politico - stanno andando dal notaio per firmare un patto che assicura seggi a Berlusconi. Lo dico a Forza italia: oggi Berlusconi vi mollerà"
“Mattarella è l’unico che decide quando e se andare a votare“. La strada per i 5 stelle la detta Luigi Di Maio all’assemblea congiunta del M5s: prima la difesa di Giuseppe Conte in Aula, poi il voto sul taglio dei parlamentari, quindi cercare di tornare alle urne il prima possibile. Anche se a quel punto potrebbe essere almeno maggio e nel mentre dovranno valutare se dialogare o meno con le altre forze. Una posizione sostenuta a distanza da Beppe Grillo che per la seconda volta in pochi giorni interviene in suo sostegno e chiede di “farsi trovare uniti e parlare unicamente con gente elevata e non in caduta libera”. Un riferimento – quella alla gente elevata – chiaramente indirizzato al Capo dello Stato. Deputati e senatori del M5s si sono riuniti a poche ore dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che dovrà decidere quando convocare il Parlamento e cosa mettere all’ordine del giorno: prima la sfiducia della Lega a Giuseppe Conte o le comunicazioni del presidente del consiglio? “La Lega faccia dimettere tutti i suoi ministri da questo governo”, ha detto Di Maio ai suoi riuniti. “I ministri della Lega dovrebbero votare contro se stessi. Noi saremo al fianco di Giuseppe Conte. Ha il diritto di presentarsi alle Camere per dire quello che abbiamo fatto, quello che potevamo fare e che non faremo. Ci devono guardare negli occhi”. Al termine dell’assemblea, Di Maio ha fatto una diretta Facebook nel corso della quale ha cercato anche di scrollarsi di dosso l’ipotesi governo di legislatura con il Pd: “Nessuno vuole sedersi al tavolo con Renzi. Sento parlare di aperture o di chiusure ma il M5s vuole solo una cosa: che si apra al taglio dei parlamentari. Ci aspettiamo che la Camera possa votare la legge”.
Un intervento, quello di Di Maio, quasi tutto dedicato all’ormai ex alleato, cioè Matteo Salvini: “Salvini non ha tradito il Movimento o Conte, ma milioni di italiani a cui per 14 mesi aveva detto che non guardava sondaggi. Ha tradito il contratto di governo per i suoi interessi”. E poi: “Salvini ha italiani ha detto ‘state sereni’. Pagherà un caro prezzo per come ha tradito il Paese”. E ancora: “Si fa chiamare capitano ma ha abbandonato la nave nel momento del coraggio. Ora per colpa della Lega si rischia aumento Iva”. Per il leader del M5s, il segretario del Carroccio ha fatto scattare la crisi di governo perché “Toninelli stava preparando un decreto legge che puntava a revocare la concessione ad Autostrade dopo il crollo del ponte Morandi. Stavamo par riformare la prescrizione è questo lo ha mandato in panico”. Per questo motivo il ministro dell’Interno è subito tornato all’antica alleanza col centrodestra. “Nemmeno 24 ore e Salvini è tornato da Berlusconi. Noi abbiamo dato speranza a questo Paese un’opportunità alla Lega di poter cambiare. Salvini ha deciso di tornare all’ovile Noi gli facciamo gli auguri, buon ritorno a casa e buon ritorno ad Arcore”, ha detto il ministro dello Sviluppo Economico. Secondo il quale: “Berlusconi e Salvini stanno andando dal notaio per firmare un patto che assicura seggi a Berlusconi. Lo dico a Forza italia: oggi Berlusconi vi mollerà. E Salvini svenderà Lega a Berlusconi come fece 20 anni fa”. A sentire il capo politico del M5s “è cambiato qualcosa in Italia negli ultimi giorni, sento gente che mi dice ‘Salvini ci ha tradito’. Sento molti elettori leghisti e parlamentari leghisti delusi che ci dicono la stessa cosa”.
Al netto del comprensibile risentimento per l’ex alleato, responsabile della crisi di governo, però, l’assemblea dei 5 stelle dovrà esprimersi sopratutto su un punto: come si muoverà adesso il M5s? Di Maio ha ripetuto ai parlamentari la sua idea di evoluzione della crisi: “Il taglio dei parlamentari si deve fare. Se c’era una maggioranza su questo tema fino al 5 agosto dovranno spiegare i leghisti perché non lo votano più. Per noi è importante che si voti il taglio che lo faccia il Parlamento non mi importa chi, basta che si voti”. Sul tavolo, però, c’è soprattutto un passaggio: i 5 stelle sono per provare ad andare al voto prima possibile? O reputano possibile un governo d legislatura col Pd? “Mattarella – risponde Di Maio – è l’unico che decide quando e se andare a votare. Già è surreale che ci debba essere crisi a Ferragosto. Ai cittadini viene scaricata addosso la preoccupazione non delle elezioni ma di una crisi che colpirà misure per loro importanti. Un governo non si insedierà prima di dicembre: salterà tutto quello che abbiamo fatto, quindi reddito, quota 100…Stiamo parlando del futuro del nostro Paese”.
Durante la discussione, non è mancata una parte dei portavoce che ha chiesto piuttosto che si ritardassero le elezioni il più possibile. Ma a loro hanno risposto una parte dei big, ribadendo sia che “è presto per fare strategie su quello che succederà”, e soprattutto che prima si deve “guardare alla legge sul taglio dei parlamentari. “Io sono per andare a votare, l’alleanza con il Pd non è il tema che va discusso qui”, ha detto il sottosegretario Stefano Buffagni. “Io voglio capire perché Salvini ha deciso di mettere la Lega davanti al Paese. Forse non ha voluto tagliare delle poltrone, ne ambisce di maggiori e forse hanno dei debiti e hanno bisogno di più entrate. Noi diciamo tagliamo i parlamentari e andiamo a votare, qualcuno parlava di chiusura della finestra elettorale. Vediamo se tagliano i parlamentari, poi parliamo dei tempi”. Quindi il capogruppo M5s Patuanelli al Senato: “Per il taglio del numero dei parlamentari sicuramente è possibile che ci sia una convergenza. Al momento si deve limitare a questo. Adesso bisogna tagliare il numero dei parlamentari e per farlo abbiamo bisogno anche dei voti del Partito democratico. Poi vedremo cosa succederà”. C’è però anche una parte consistente del gruppo che ritiene si debba pensare all’accordo con il Pd: “Benvenuto Renzi. Una proposta di grande responsabilità. Mette davanti gli interessi del Paese a quelli di partito”, ha detto invece il senatore Primo Di Nicola, in un’intervista al Corriere della Sera . “Io sto agli atti ufficiali. E mi risulta che la proposta di Renzi non sia isolata nel Pd. Lo stesso Franceschini ha chiesto il dialogo. Sono sicuro che il segretario saprà cogliere l’occasione”.