Al quinto giorno della crisi di governo Matteo Salvini getta la maschera: la Lega non correrà da sola ma torna tra le braccia di Silvio Berlusconi e del centrodestra. “Gli proporrò un patto – annuncia Salvini intervistato da il Giornale – l’Italia del sì contro l’Italia del no”. Un’alleanza contro dentro tutti, da Giorgia Meloni alle “nuove realtà fatte da buoni sindaci e amministratori”, ma il leader della Lega dice di rivolgersi anche “ai tanti grillini positivi che abbiamo conosciuto”. Quei Cinquestelle con cui ha governato per più di un anno: un’esperienza che dice di non rinnegare, anche se già da giorni sono cominciate le bordate al reddito di cittadinanza: “Tutti si lamentano con me che faticano a trovare ragazzi disposti a lavorare perché preferiscono stare a casa e incassare”. È la nuova vulgata del leader leghista, ripetuta nei comizi da Soverato a Catania.
“Nelle prossime ore vedrò Berlusconi e la Meloni alla luce del sole”, racconta Salvini al direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti: domenica aveva parlato della “prossima settimana”. Evidentemente il ministro dell’Interno sa che il tempo stringe. Il suo piano per le urne prevede un campo dei moderati allargato perché, dice, “questo non è il momento di escludere ma di includere il più possibile”. Ma i timori di un accordo in Aula per non sfiduciare Giuseppe Conte e rimandare il voto hanno spinto Salvini a rinsaldare il legame con Berlusconi.
Secondo il leader della Lega, l’ipotesi di un accordo tra il Pd e il M5s è nata “solo per salvare il culo a Matteo Renzi“. “Le furbate hanno le gambe corte – sostiene – e in una simile ipotesi la Lega avrebbe tutto da guadagnarci: non durano quattro anni e al prossimo giro sparirebbero”. Intanto però preme per trovare una data del voto e strizza l’occhio ai pentastellati: “So per certo che molti deputati e senatori grillini sono assolutamente contrari all’ipotesi di un’alleanza con Renzi e al momento giusto lo dimostreranno”. Quindi c’è spazio anche per loro nel nuovo centrodestra pensato da Salvini: “Penso anche ai governatori e ai tanti grillini positivi che abbiamo conosciuto. Non tutti i Cinquestelle sono come Fico o Di Battista“.