Nei giorni della crisi di governo, a Pontida il popolo leghista si è radunato per la tradizionale Festa della Lega. Tra pizze speciali dedicate al segretario e magliette di Alberto da Giussano con scritte in cirillico per ironizzare sull’inchiesta sui caso Savoini, i militanti bergamaschi hanno riempito il tendone a due passi dallo storico “pratone”. Dalla città del giuramento, la rottura del contratto di governo da parte di Salvini è apparsa inevitabile a molti: “Non ci siamo mai fidati dei Cinque stelle. Dovevano aprire la scatoletta di tonno e invece ci sono rimasti dentro la scatoletta”. Non c’è preoccupazione per il possibile aumento dell’Iva e per l’esercizio provvisorio, ma prevale la voglia di andare subito alle elezioni e di prendere il potere. La pista da ballo intanto si riempie. Tra un tango e un liscio, c’è spazio anche per chi avrebbe preferito più cautela da parte del leader leghista, ma la maggior parte della base è con lui: “Adesso deve andare avanti da solo: niente accordi con Berlusconi, quello è una vecchia volpe. Bisogna prendere il 40% e cambiare l’Italia”

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Crisi di governo, Mattarella in attesa: non costruirà lui nuove maggioranze. E un altro esecutivo dovrà avere identità e credibilità

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