Le navi di salvataggio a cui viene negato un porto sicuro continuano a salvare migranti. L’ultimo caso è quello della Ocean Viking, che nel pomeriggio di lunedì ha salvato altre 105 persone al largo della Libia. Ora le persone soccorse a bordo della nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere ci sono quindi 356: in totale sono così 507 i profughi ancora in mare in attesa di un porto sicuro, tra la Ocean Viking e della Open Arms. “Abbiamo appena concluso un intervento critico – scrivono su Twitter le ong – Subito dopo aver distribuito i giubbotti salvagente ai migranti uno dei tubolari del gommone è esploso e diverse persone sono finite in acqua. Tutti e 105 i migranti che erano a bordo sono ora al sicuro sulla Ocean Viking”.
I migranti salvati oggi sono uomini e ragazzi, tra cui 29 minori e due bambini di 5 e 12 anni, in maggioranza sudanesi. La nave è equipaggiata per accogliere tra 200 e 250 persone in buone condizioni in strutture piazzate sul ponte, ma, secondo le organizzazioni, può portarne a bordo un numero maggiore, se necessario. La Ocean Viking in altre tre diverse operazioni di soccorso nei giorni scorsi aveva recuperato 250 persone: “In molti – racconta Luca Pigozzi, il coordinatore del team di Msf – hanno raccontato di essere stati torturati con scosse elettriche, di esser stati picchiati con pistole e bastoni, di aver subito bruciature con plastica fusa. Ci hanno detto che provano ancora dolore per le ferite subite in Libia”.
La Open Arms in mare da 11 giorni – Ancora ferma anche la situazione della Open Arms, in mare da undici giorni. L’imbarcazione spagnola il primo agosto ha soccorso, in due diversi interventi, 121 migranti, altri 39 invece quelli fatti salire nella notte tra il 9 e il 10 agosto, recuperati in acque maltesi e raggiunti grazie a una segnalazione di Alarm Phone. La “situazione a bordo è molto complicata e può peggiorare da un momento a l’altro, abbiamo bisogno di una soluzione prima possibile” ha affermato oggi la ong spagnola, che torna a chiedere un porto sicuro per poter sbarcare le persone salvate davanti alla Libia, accusando l’Europa di averle “abbandonate”.
A bordo sono rimasti in 151: dopo il ventenne con presunta tubercolosi sbarcato ieri a Lampedusa con una motovedetta della Guardia Costiera italiana, questa mattina è stato completato anche il trasferimento a Malta di due donne che avevano bisogno di cure in ospedale e dei loro accompagnatori, in tutto otto persone. Sono stati trasferiti su una motovedetta delle forze armate maltesi e portati a La Valletta.
Intanto, dopo Richard Gere e Antonio Banderas, anche Javier Bardem si schiera con la ong spagnola, chiedendo al governo di Madrid di intervenire e di fare pressione sull’Europa affinché i migranti a bordo possano sbarcare ed essere ridistribuiti nei vari paesi europei. “Open Arms – dice Bardem in un video – sta facendo un lavoro straordinario e necessario per la dignità umana e per salvare la vita di persone che scappano da situazioni che noi non possiamo neanche immaginare, con l’unico obiettivo di dare un futuro ai propri figli e alle proprie famiglie”.
Gli attacchi di Salvini e le indagini della Procura – Da Catania, durante il suo tour in spiaggia e in piena crisi di governo, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha vietato l’ingresso a entrambe le navi, torna ad attaccare le ong: “C’è questa Open Arms che ormai ha a bordo quasi 200 migranti, c’è la nave ‘vichinga‘ norvegese, ci mancavano pure i vichinghi, che ne ha raccolti altri 180 – ha detto domenica sera -. Fra un po’ arrivano Asterix, i Fantastici Quattro, e nel Mediterraneo, insieme a Richard Gere, li abbiam visti tutti. Siamo al surreale”. E oggi aggiunge: “Ribadiamo l’assoluto divieto d’ingresso nelle acque italiane”.
Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un’indagine, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dopo che nei giorni scorsi altri tre migranti sono sbarcati dalla Open Arms. I tre – insieme con i nove presi a bordo oggi dalla Guardia costiera – saranno sentiti dalla Squadra mobile di Agrigento per cercare di identificare i possibili scafisti. Una prassi che viene seguita per ogni sbarco. “Se fossero europei li trattereste così? – si chiede l’equipaggio spagnolo -. Sarebbe necessario richiedere un’evacuazione medica dopo 10 giorni in mezzo al mare? Resistiamo, per loro e per le nostre democrazie. I diritti o sono di tutti o non sono di nessuno”.
L’annuncio di Mediterranea: la Mare Jonio a breve in mare – Sempre lunedì la ong italiana Mediterranea annuncia il ritorno in mare della Mare Jonio, sequestrata a maggio scorso dopo aver fatto sbarcare 30 migranti salvati al largo della Libia: “Salperemo nonostante multe, divieti e decreti ma servono 150mila euro per tornare in mare”, annunciano. “Dopo più di 2 mesi di sequestro, la nave Mare Jonio è libera, quasi pronta per salpare alla volta del Mediterraneo centrale. Una nuova missione di monitoraggio e denuncia di quanto avviene nella frontiera più letale del mondo, senza mai sottrarsi all’obbligo di salvare vite e portarle al sicuro. Salperemo nonostante le multe, i divieti e i decreti. Perché l’umanità non si ferma con le minacce o le ingiunzioni”.
Mediterranea Saving Humans, la rete delle associazioni italiane che con Nave Mare Jonio e Nave Alex nei mesi scorsi ha monitorato il Mediterraneo centrale, salvando vite, lancia così una nuova campagna di sottoscrizione popolare: “Ci sono serbatoi da riempire, cambuse da rifornire, equipaggi da comporre e attrezzature indispensabili al salvataggio da acquistare. Per tornare in mare, per farlo subito, c’è bisogno del sostegno di tutte e tutti. Per farlo, per riempire Mare Jonio e metterla in sicurezza, servono 150mila euro. Ognuno può dare il suo contributo: donare è un atto di umanità”. “Chiediamo di aiutare Mare Jonio a tornare a navigare – conclude Mediterranea – perché è salvando gli altri che ci salveremo insieme”.