Politica

Crisi di governo, Zingaretti: “Conte faccia sbarcare i 151 tenuti ostaggio sulla Open Arms da Salvini. Priorità che ha la precedenza”

Il segretario Pd getta l'amo: "I diritti umani, a partire da quelli dei minori e delle donne, restano per noi la bussola da seguire e il primo indicatore del grado di civiltà di un paese. Faccio appello al premier affinché agisca con decisione e alla ministra Trenta per uno sblocco immediato di una soluzione divenuta insostenibile"

Nel giorno in cui sempre più segnali convergono nel far pensare che la crisi di governo potrebbe risolversi con la formazione di una maggioranza alternativa e un nuovo esecutivo di legislatura, Nicola Zingaretti getta un amo al premier Giuseppe Conte. E il gancio sono i diritti umani, rappresentati dall’emergenza dei migranti a bordo delle navi ong in attesa che l’Italia e la Ue individuino una soluzione per farli sbarcare e smistarli tra Paesi disponibili ad accoglierli. Il segretario Pd ha chiesto al presidente del Consiglio di “agire con decisione” per sbloccare la situazione dei 151 “tenuti in ostaggio” sul ponte della Open Arms perché il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha vietato l’ingresso della nave in porto.

“Esistono priorità che hanno precedenza su tutto”, scrive Zingaretti in una nota. “Che vengono prima dei riflettori sempre accesi su questa o quella polemica. Da dodici giorni 151 persone sono tenute in ostaggio sul ponte della Open Arms. Tra loro donne e minori in condizioni igienico-sanitarie sempre più difficili. Tutto perché l’ennesimo braccio di ferro ingaggiato dal ministro sfiduciato e dimissionario Salvini ha bisogno del suo ennesimo palcoscenico. Faccio appello al presidente Conte affinché agisca con decisione e alla ministra Trenta per uno sbocco immediato di una soluzione divenuta insostenibile”. “Si rimetta al centro la persona umana”, continua il leader dem, “e si trovi una soluzione. Si solleciti la Commissione europea e i paesi disponibili ad accogliere una quota dei migranti. I diritti umani, a partire da quelli dei minori e delle donne, restano per noi la bussola da seguire e il primo indicatore del grado di civiltà di un paese”.