Finalmente, dopo un anno intensissimo, ero in procinto di dedicarmi ai miei due piccoli figli. Gli avevo promesso che sarei stato con loro per ben 15 giorni consecutivi. Erano davvero felici! Negli ultimi mesi, mi hanno visto pochissimo, ogni volta che parto per Roma sono seguito alla porta dalle loro faccine tristi. Purtroppo, per colpa di un noto energumeno, il mio primo giorno di vacanza, si è trasformato un trauma e, invece di stare con i miei bambini a giocare, sono subito dovuto tornare al telefono e al Pc e si è prospettato l’immediato rientro a Roma.
I miei piccoli mi hanno chiesto con irritazione la spiegazione del mio comportamento e hanno voluto sapere cosa stesse accadendo a Roma; così ho raccontato loro la storia del coniglio verde. Il coniglio verde che però aveva un grave disturbo della personalità, infatti era persuaso di essere un leone feroce. Il problema è che più passavano i giorni e più si percepiva come forte e coraggioso. Fino a divenire talmente tracotante da offendere tutti, in particolare, gli animaletti più deboli e fragili. Pure i suoi amici conigli, poco alla volta, si sono convinti di essere dei leoni in grado di aiutare il loro capitano a comandare con autorità e giustizia l’intera foresta. Ma un bel giorno, anzi brutto, quando il coniglio e i suoi amici si sono trovati dinanzi a un incendio che metteva in pericolo la foresta, invece di aiutare a spegnere le fiamme come facevano tutti gli animali, sono scappati terrorizzati verso il fiume. Giunti sul ciglio del fiume, il coniglio verde ha visto riflessa la propria immagine e ha capito di non essere un leone vigoroso, ma un coniglio. Un buffo coniglio verde sovrappeso.
Devo dire che i miei bambini hanno apprezzato e ora quando vedono Salvini in tv dicono: “Papà c’è il coniglio verde!” In effetti, il coniglio verde era terrorizzato dal mettere mano alla legge di bilancio, dal tagliare le poltrone (il 9 settembre al voto, bella coincidenza vero?), dal togliere le concessioni ai Benetton, dall’inchiesta russa, era terrorizzato dalla prescrizione e da una riforma della giustizia seria che voleva realizzare Alfonso Bonafede.
Da anni i mass media stanno costruendo la figura di Salvini come il nuovo condottiero. Mi pare evidente che parte del Paese, quella avvinta ai vari Tg e ai giornaloni di regime, si trovi in una condizione di bolla emozionale. Serve tirare un bel respiro, fermarsi un attimo e ricordare che il lavoro l’abbiamo fatto tutto noi. Otto provvedimenti importanti su dieci di questo governo sono a nostra firma, a firma del M5s. E ora dobbiamo pure sentirci dire da tale individuo, dopo due settimane che ha trascorso in spiaggia tra bevute di Mojito e Spritz e giri con il figlio sulle moto d’acqua della polizia, che “dobbiamo muovere il culo e andare a lavorare a Roma”. Siamo al parossismo. Proprio lui che per un anno ha cazzeggiato, si permette di intimarci cosa fare.
Come avevo scritto in un articolo precedente su questo blog, ero favorevole, a concedere più responsabilità al coniglio, con un rimpasto di governo che desse qualche altro ministero alla Lega, ma era chiaro già da settimane che l’atteggiamento di Salvini era volto a provocarci per costringerci ad aprire la crisi. Siamo stati molto saggi nel non dargli un pretesto, costringendolo alla fine a uscire allo scoperto e a dichiarare la crisi a ridosso di ferragosto. Del resto, le peggiori nefandezze nel nostro Paese si sono sempre fatte ad agosto.
Io credo che Salvini, questa volta abbia commesso un terribile autogol e gli italiani gliela faranno pagare. Appare evidente che il suo tradimento non ha giustificazioni plausibili e che noi, pur avendo commesso degli errori, abbiamo le mani libere e pulite e abbiamo lavorato per il bene del Paese e non delle élite. Il coniglio verde che è tornato dal papà caimano, non avrà il coraggio di tagliare 345 poltrone, tuttavia, mi auguro che da questo parlamento fuoriesca un sussulto di dignità e si doni al Paese un messaggio forte. Poi si torni pure al voto, io sono convinto che gli italiani faranno pagare al coniglio codardo il prezzo del tradimento che ha fatto al Paese.