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Nadia Toffa, dagli esordi in tv alla conduzione delle Iene: l’inviata con il sorriso che aveva scelto di condividere la malattia con il pubblico

Dopo gli esordi sulle emittenti locali, l'arrivo alla trasmissione di Mediaset nel 2009. Poi, il 2 dicembre 2017, un malore improvviso in un hotel a Trieste dove si trovava per realizzare un servizio, il ritorno immediato a Milano e il successivo stop lavorativo. Poi l'annuncio in diretta tv durante la puntata che segnava il suo ritorno alla conduzione: "Ho avuto un cancro. In questi due mesi mi sono curata"

di Giuseppe Candela

Il sorriso sulle labbra, il piglio deciso, un carattere di ferro. Nadia Toffa non c’è più, la sua vita spezzata da una malattia con cui ha combattuto per due anni. Una battaglia che ha scelto di condividere con il pubblico, con forza e per invitare chi soffre a non arrendersi. Il 2 dicembre 2017 un malore improvviso in un hotel a Trieste dove si trovava per realizzare un servizio, il ritorno immediato a Milano e il successivo stop lavorativo. Poi l’annuncio in diretta tv a Le Iene l’11 febbraio 2018 durante la puntata che segnava il suo ritorno alla conduzione: “Ho avuto un cancro. In questi due mesi mi sono curata, ho fatto chemioterapia e radioterapia dopo un’operazione, perché dei meravigliosi medici mi hanno operata e mi hanno tolto il cento percento di questo cancro. Ho fatto una radio e una chemioterapia preventiva, perché poteva essere rimasta una piccola cellula che la tac non vedeva. Il medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: se tu fossi mia figlia io farei così. C’è una data molto importante per me, che è il 6 febbraio: cinque giorni fa ho finito la radio e la chemio. Non lo sapeva nessuno”.

Gli applausi del pubblico: “Non mi devo vergognare di quello che indosso, questa è una parrucca”, aveva aggiunto in diretta tv. Nessuna vergogna, un bisogno di normalità, i messaggi contro i finti medici e le cure alternative. Una combattente dalle spalle larghe. Lei che aveva vissuto un’infanzia intensa e ricca di energia, la passione per la ginnastica artistica con i duri allenamenti. Poi gli studi classici e la laurea in lettere e di pari passo le prime esperienze nelle emittenti locali, da Telesanterno a ReteBrescia. E’ il 2009 quando Davide Parenti decide di inserirla nella squadra de Le Iene, dove Nadia si fa notare per il successo delle sue inchieste: dalla ludopatia alle truffe compiute dalle farmacie ai danni del servizio sanitario nazionale, dallo smaltimento illegale dei rifiuti da parte della camorra in Campania a un reportage sulla prostituzione minorile a Bari. Il suo lavoro non passa di certo inosservato, è l’autunno 2015 quando debutta alla conduzione di Open Space, un programma ideato sempre da Davide Parenti.

Da quel momento Nadia veste i panni di inviata ma anche di conduttrice, dal 2016 debutta alla guida de Le Iene in coppia con Pif e Geppi Cucciari, negli successivi con altri inviati della storica trasmissione di Italia 1. Un lavoro che le viene riconosciuto con premi prestigiosi (Premio Lucchetta, Premio Internazionale Ischia di Giornalismo), un lavoro che non smette di fare nonostante tutto. Decide di raccontare in un libro, “Fiorire d’inverno”, quello che le è successo. La vita scrive un nuovo triste capitolo, quello della ricaduta.

“Sembrava tutto finito, ma a marzo durante un controllo, è arrivata la brutta notizia. Il cancro era tornato e mi hanno operata nuovamente”, aveva detto a Verissimo il 13 ottobre 2018 durante un’intervista con Silvia Toffanin. “All’inizio mi chiedevo ‘perché proprio a me?’. Poi, dopo mesi, ho trasformato questa domanda in ‘perché non a me?’. È il mio dolore e me lo devo portare. È una sfida che posso magari non vincere, ma devo combatterla mettendocela tutta. Vorrei dire alle persone che ci guardano da casa di non mollare mai perché non sono sole”, aveva aggiunto Nadia commossa.

Sui social si era mostrata con numerose immagini anche durante la chemioterapia, aveva messo in allerta i suoi follower: “La chemio non so se mi guarirà ma di certo non mi ucciderà. State lontani da questi mascalzoni“, cioè da coloro che proponevano cure alternative miracolose. Nadia non c’è più, resta però il suo sorriso: “Non ho paura della morte. E non vorrei mai sapere quando morirò, perché non saprei che fare. Io voglio vivere la mia vita normale, senza cambiare una virgola. La vita è stramba, ci stupisce sempre, ma anche con i lieti fine però. Ci sono persone che guariscono, persone che imparano dal dolore, dalla morte, a non avere paura. Io non ho più paura di morire”.

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