Dopo l’apertura di tre inchieste per la morte di Jeffrey Epstein, il ministro della giustizia americano William Barr ha temporaneamente sospeso il direttore del Manhattan Correctional Center, la prigione federale di New York in un cui si è impiccato il miliardario accusato di abusi sessuali, sfruttamento della prostituzione e traffico di minori. Inoltre due delle guardie penitenziarie che avevano il compito di vigilare sul finanziere americano sono state messe in congedo amministrativo, almeno fino a quando non sarà stata chiarita la vicenda su cui indagano sia il Dipartimento di giustizia sia l’Fbi. Ieri il ministro aveva parlato di “gravi irregolarità”.
Un anno fa Epstein in un colloquio con il New Yorl Times, che in questi giorni sta dedicando grande spazio all’inchiesta, aveva detto: “Sapesse quanto materiale scottante ho su molti potenti…”. Travolto dalle accuse di abusi su minori e di sfruttamento della prostituzione minorile, non nascondeva di avere informazioni imbarazzanti e compromettenti sulle inclinazioni sessuali e sull’uso di droghe da parte di personalità della politica, dello spettacolo, della moda, della finanza. Insomma di tutto quel mondo che – tra New York, Hollywood, Palm Beach, passando per Parigi e le Isole Vergini – ruotava attorno ai mega party e ai festini che il finanziere suicida organizzava nelle sue lussuose dimore.
E ora che il controverso miliardario si è tolto la vita sono ancora in molti a tremare, forse ancor più di prima. Perché al vaglio degli investigatori e degli inquirenti è tornato quel “black book” di Epstein che più che una rubrica di contatti assume le inquietanti sembianze di una vera e propria lista nera. Lista già pubblicata nel 2015 e rubata dalla casa del finanziere da un dipendente che tentò invano di venderla. Così come pieno zeppo di nomi noti e del jet set è il registro di volo dell’aereo privato di Epstein, quel “Lolita Express” su cui portava i suoi amici nell’isola privata dei Caraibi. Quella “Isle of Sin”, isola del peccato, dove nelle ultime ore è scattato un raid dell’Fbi per cercare di scovare tracce di ciò che accadeva veramente, elementi da trasformare in eventuali prove nel corso del’indagine. Ci sono numeri, domicili e indirizzi email di personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo, della musica e della politica.