L’estrema destra austriaca puntava a mettere le mani sul gioco d’azzardo e sul suo enorme giro d’affari. Su questo indagano le autorità che lunedì hanno perquisito le case dell’ex vice-cancelliere austriaco Heinz-Christian Strache e del suo numero due Johann Gudenus, le stesse persone coinvolte nell’Ibiza-gate che ha provocato la caduta del governo Kurz. L’ex leader del partito di estrema destra Fpoe, il suo braccio destro e altre 4 persone sono accusate di corruzione dalla procura di Vienna. Tra le case perquisite c’è infatti anche quella del politico Fpoe Peter Sidlo, nominato la scorsa primavera nel consiglio di amministrazione di Casinos Austria, la più importante società di gioco d’azzardo del Paese. Secondo chi indaga, in cambio di quella nomina il partito di estrema destra aveva promesso all’azienda Novomatic delle modifiche alla legge che regolamenta le licenze per l’uso delle slot machine al di fuori dei casinò.

“Novomatic zahlt alle”. La Novomatic paga tutto. E poi ancora: “Facciamo una legge, dove permettiamo i casinò regolamentati”. Sono alcune delle frasi che Heinz-Christian Strache pronuncia davanti a un piatto di pesce e a un calice di champagne, mentre in una villa di Ibiza parla a quella che crede essere la nipote di un’oligarca russo. Quella conversazione in una giornata d’estate del 2017, ripresa da una telecamera nascosta e diffusa solo nel maggio scorso, è costata all’ex leader della Fpoe le dimissioni da vice-cancelliere e poi la fine del governo di Sebastian Kurz in coalizione con l’estrema destra. Strache in quel video prometteva appalti in cambio dell’influenza russa sulla stampa austriaca in vista dell’imminente campagna elettorale. Per questo ai più erano sfuggite quelle frasi sui casinò e il gioco d’azzardo.

La procura di Vienna non fa sapere se è stato proprio il video a far aprire un’indagine parallela. Fatto sta che tre mesi dopo gli agenti si sono presentati a casa di Strache: secondo quanto rivela il tabloid Österreich, si sono concentrati soprattutto sul suo cellulare e su un calendario da tavolo. Un portavoce del pubblico ministero è stato chiaro: “Abbiamo il sospetto che tra i rappresentanti di una società di gioco d’azzardo e alcuni funzionari della Repubblica sia stata concordata la nomina di un preciso candidato in una società per azioni, in cambio dell’assegnazione di alcune licenze di gioco e del sostegno benevolo a una regolamentazione del gioco d’azzardo”.

È il quotidiano austriaco Der Standard a fare nomi e cognomi: il candidato dell’estrema destra è Peter Sidlo. Secondo l’accusa, non avrebbe avuto le qualifiche necessarie per diventare consigliere d’amministrazione. Una voce che circolava anche all’interno del cda di Casinos Austria, racconta il giornale, quando si avvicinava il giorno della sua nomina. Il governo, che è socio di Casinos Austria, aveva però bisogno del voto di un altro azionista per far passare il nome di Sidlo. In suo soccorso arrivò proprio Novomatic, azienda di proprietà del miliardario Johann Graf e attiva sopratutto nel ramo delle slot machine. Così Sidlo il primo maggio entra nel cda.

Nonostante i sospetti, nessuno protesta. Ma poche settimane dopo scoppia l’Ibiza-gate e la procura comincia a indagare. Secondo quanto riporta sempre Der Standard, in cambio di quella nomina l’Fpoe ha promesso di spingere per delle modifiche della legge che regolamenta il piccolo gioco d’azzardo dopo le elezioni nel Land della capitale, Vienna. Il “piccolo gioco d’azzardo” in Austria riguarda principalmente le slot machine: al momento possono essere installate fuori dai casinò solo tramite una licenza. Tuttavia, in diversi Länder sono espressamente vietate. Tra questi, dal 2015 si è aggiunto appunto anche quello della capitale. Novomatic aveva apertamente protestato contro l’introduzione del divieto. Ora la società, tramite un portavoce, parla di accuse “prive di fondamento“. Mentre l’estrema destra sostiene che i due fatti, la nomina di Sidlo e il loro appoggio a una modifica normativa, siano “non correlati“.

Intanto però a fine settembre in Austria si torna alle urne per le elezioni politiche. E se l’estrema destra era pronta ad arginare l’Ibiza-gate, bollando i legami con la Russia come “fantasie“, un po’ come da settimane fa anche l’alleato Matteo Salvini, le accuse di corruzione potrebbero costare alla Fpoe un nuovo crollo nei sondaggi, che la stimavano ancora intorno al 20 per cento. Ma sopratutto potrebbero rendere impossibile per Kurz e il partito popolare accettare di formare nuovamente una coalizione.

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