Anche nel giorno della commemorazione di Genova il leader della Lega replica ai 5 stelle e alla loro proposta di togliere le concessioni ad Autostrade: "La Lega si era sempre opposta a questa iniziativa. Non ho mai capito il perché...", ha detto Di Maio. Ma a chiedere di revocare le concessioni alla società dei Benetton è anche il comitato delle vittime: “Salvini all’indomani del disastro aveva promesso che avrebbe punito i responsabili. Ma dopo un anno adesso difende la concessione ad Autostrade. Ci sentiamo traditi"
La revoca delle concessioni alla società Autostrade? Per Matteo Salvini parlarne nel giorno del primo anniversario della tragedia del ponte Morandi è “squallido“. Un aggettivo scelto da Genova per continuare ad alimentare lo scontro politico in corso a Roma tra la Lega e il Movimento 5 stelle. Ma che implicitamente porta il ministro dell’Interno a contrapporsi ai familiari delle 43 vittime della strage di un anno fa. A chiedere di revocare la concessione alla società della famiglia Benetton, infatti, è stata a più riprese Egle Possetti, presidente del comitato dei familiari. Lo ha fatto più volte: l’ultima in un colloquio con il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, durante la cerimonia di commemorazione del primo anniversario della tragedia.
Una richiesta che Pasetti aveva anticipato già ieri, alla vigilia dell’anniversario della strage: “Domani abbiamo la possibilità di esprimere il nostro dissenso per il fatto che Autostrade continui ad avere le concessioni sulla gestione della rete“. La revoca delle concessioni è un cavallo di battaglia dei 5 stelle. “Come sapete da un anno a questa parte stavamo lavorando alla revoca della concessione ad Autostrade. Poi qualcuno ha iniziato ad avere paura, la Lega si era sempre opposta a questa iniziativa. Non ho mai capito il perché… Io penso che lo Stato non debba avere paura, io penso che lo Stato debba rispondere ai cittadini e stare dalla loro parte”, ha scritto su facebook il capo politico dei 5 stelle, Luigi Di Maio.
Salvini, però, sul tema non è d’accordo. “La Lega non si oppone assolutamente a niente. È squallido che in una giornata come questa ci sia qualcuno che parla ancora di Autostrade, di Benetton. Chi sbaglia paga, non faccio né il giudice, né l’ingegnere, né l’avvocato, anche perché sono tutte partite gestite da ministri 5 stelle”, è come il leader della Lega ha definito la richiesta di togliere le concessioni ad Autostrade per l’Italia. “La revoca non è arrivata perché c’è un processo in corso, per cui le responsabilità devono essere accertate e le responsabilità penali sono personali. Quindi bisogna capire chi ha sbagliato e capire se è un problema strutturale al sistema della società Autostrade o relativo a persone specifiche”, ha sostenuto Edoardo Rixi, responsabile infrastrutture della Lega ed ex viceministro delle Infrastrutture. “Le grandi società dove ci sono i soldi e i risparmi degli italiani devono essere in qualche modo tutelate, non paghino per le colpe di un loro manager, dopodiché il singolo amministratore delegato, il direttore di tronco, il direttore generale dei Ministeri che ha sbagliato, deve andare in galera. Cerchiamo di non essere cornuti e mazziati”, dice Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria che proprio oggi ha incontrato Salvini.
I familiari delle vittime la pensano in un’altro modo: e accusano direttamente Salvini. “Salvini all’indomani del disastro aveva promesso che avrebbe punito i responsabili. Ma dopo un anno adesso difende la concessione ad Autostrade. È vero che le persone si giudicano a processo compiuto, ma comunque sono persone indagate. Ci sentiamo traditi. Abbiamo paura che questa tragedia e il nostro dolore siano strumentalizzati dalla politica per fini che non ci riguardano”, dice Possetti, che nella tragedia ha perso la sorella Claudia, 48 anni, il cognato Andrea Vittone, i nipoti di 16 e 13 anni. Durante la cerimonia ha avuto modo di parlare e rinnovare la richiesta di revoca delle concessioni al premier Conte. Ma ha anche discusso con il presidente Sergio Mattarella. Il capo dello Stato ha ricordato la strage con una lettera al Secolo XIX in cui ha definito la strage del ponte Morandi casuata “dell’incuria, dell’omesso controllo, della consapevole superficialità, della brama di profitto”. Una missiva in cui il presidente della Repubblica parla di precise responsabilitàda individuare per “una tragedia causata dall’uomo che si poteva e si doveva evitare“, responsabilità collegate anche al desiderio di massimizzare i profitti.