Indagati operatori socio sanitari e inservienti della struttura, ritenuti responsabili in concorso di maltrattamenti
Sevizie e atti lesivi della dignità umana. È quello che subivano gli ospiti di una casa di cura di Rovigo in cui alcuni lavoratori picchiavano, maltrattavano e insultavano gli anziani di cui avrebbero dovuto prendersi. Otto operatrici socio sanitarie e un inserviente della struttura assistenziale, ritenuti responsabili in concorso di reiterati maltrattamenti nei confronti degli ospiti della struttura, sono stati interdetti.
Il gip ha applicato, a tutti gli indagati, la misura interdittiva del divieto di svolgere attività professionali di dipendenti in strutture sanitarie, socio sanitarie e socioassistenziali. Le indagini dei poliziotti della Squadra mobile hanno accertato che le vittime, anziani non autosufficienti, hanno subito violenze fisiche, percosse, offese, minacce e altri atti definiti dagli investigatori “denigratori e lesivi della dignità umana”.
L’operazione è scattata grazie ad alcune dichiarazioni del personale della struttura stessa che, in presenza di comportamenti violenti, ha contattato le forze dell’ordine. Le dichiarazioni sono state ritenute verosimili e credibili, e poi suffragate dalle intercettazioni ambientali. Il monitoraggio dei luoghi segnalati con le telecamere installate dagli investigatori ha confermato i maltrattamenti nei confronti dei pazienti, costretti giornalmente a subire vessazioni e sevizie. “Sono sconcertata di fronte all’ennesimo episodio di maltrattamenti nei confronti di anziani negli istituti di riposo”, ha commentato la senatrice di Forza Italia Roberta Toffanin, ricordando che il suo partito “anche in questa legislatura si sta battendo per l’installazione di dispositivi di video sorveglianza sia nelle scuole materne che negli istituti per anziani, con apposito disegno di legge che comprende anche la formazione degli operatori e adeguata prevenzione”. E con 300mila anziani in casa di riposo in Italia, sono importanti i controlli delle forze dell’ordine per evitare abusi e illegalità, sottolinea anche Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, in relazione all’indagine di Rovigo.