Il Guardasigilli Alfonso Bonafede mette sul piatto anche i rischi sul fronte giustizia. La crisi di governo voluta da Matteo Salvini ha fatto saltare il banco anche sulla riforma che il ministro M5s aveva elaborato: anzi, è stato l’ultimo scontro consumato tra M5s e Lega prima della rottura. “Tempi brevi della giustizia ed eliminazione delle isole di impunità” che la prescrizione può creare: “È questo quello che interessa ai cittadini ed è su questi obiettivi che lo Stato deve continuare a lavorare senza un attimo di sosta”, scrive Bonafede in un post su Facebook.
La sua riforma, bloccata dal Carroccio, prevede di accorciare i tempi dei processi, con un limite massimo fissato a 6 anni. Ora quel progetto è finito nel cestino. Resta solamente l’entrata in vigore a gennaio 2020 della riforma della prescrizione che però un nuovo governo contrario potrebbe facilmente bloccare per decreto. Per questo il Guardasigilli avverte: “I cittadini hanno diritto alla verità e alla giustizia e non accettano che la tagliola della prescrizione possa creare isole di impunità”. La riforma della prescrizione “chiaramente si applicherà ai fatti commessi successivamente ma è già un traguardo di giustizia e civiltà rispetto al quale non si può e non si deve tornare indietro“.
Salvini e la Lega hanno a lungo osteggiato il testo di riforma della giustizia chiedendo separazione delle carriere e il bavaglio alle intercettazioni. Ma lo stesso Bonafede aveva accusato il Carroccio di voler fermare tutto proprio perché “il vero nodo” era la prescrizione. Nel suo post su Facebook di oggi, il ministro ricorda quindi le parole di Egle Possetti, presidente del comitato dei familiari delle vittime del ponte Morandi: “Ha chiesto pubblicamente alle autorità che hanno partecipato alle cerimonia ‘di modificare le norme affinché i processi siano brevi e le famiglie possano trovare pace‘. Poi ha anche parlato della prescrizione dicendo che ‘crediamo che nessun reato grave come questo possa essere prescritto‘”.