Secondo la Bbc, Londra avrebbe ricevuto rassicurazioni sul fatto che, una volta ripartita, la petroliera non avrebbe scaricato il proprio contenuto in Siria. E intanto il Regno Unito si aspetta il rilascio della nave Stena Impero, sequestrata dai pasdaran il 19 luglio. Fastidio di Washington per la decisione: gli Stati Uniti avevano presentato ricorso contro il provvedimento di Gibilterra
Gibilterra pone fine al sequestro della petroliera iraniana Grace 1, bloccata lo scorso 4 luglio in un blitz dei Royal Marines britannici. Un provvedimento osteggiato fino a questa mattina dagli Stati Uniti, che avevano presentato un ricorso per chiedere la proroga del provvedimento. E ora, la speranza è che l’Iran faccia la stessa cosa, rilasciando la nave Stena Impero, presa in possesso dai pasdaran il 19 luglio scorso. “Una misura di reciprocità”, avevano commentato fonti del governo iraniano nelle ore successive al secondo sequestro. La decisione, secondo quanto riferisce la Bbc, è arrivata grazie alle rassicurazioni scritte ricevute dal Regno Unito da parte di Teheran, che ha assicurato che, una volta rilasciata, la nave non avrebbe poi portato il suo carico in Siria.
Il dissequestro di Grace 1 indica anche una possibile risoluzione dello scontro tra Gran Bretagna e Iran. Mentre Londra insiste sul fatto che i due episodi non sono affatto sovrapponibili – uno sostiene sia legale, l’altro no – la liberazione della petroliera iraniana sembrerebbe essere un prerequisito essenziale per una risoluzione. Non si placano, invece, le tensioni fra Washington e Teheran. Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha condannato il tentativo americano di fermare la petroliera, accusando l’amministrazione Trump di “pirateria”. Le relazioni tra Stati Uniti e Iran sono notevolmente peggiorate dall’elezione di Donald Trump, nel 2017, con i due paesi vicini al conflitto armato nel mese giugno scorso.
Washington sospetta che l’Iran continui a sviluppare armi nucleari, cosa che Teheran ha sempre negato. L’anno scorso, gli Stati Uniti si sono ritirati da un accordo del 2015 per limitare le attività nucleari di Teheran e reintrodurre le sanzioni contro il Paese. Il Regno Unito e altri Stati europei hanno però scelto di onorare gli impegni. Washington ha anche incolpato l’Iran di una serie di attacchi alle petroliere nelle acque al largo degli stati del Golfo durante l’estate, un’accusa negata da Teheran. A giugno, secondo quanto riferito, Trump era sul punto di bombardare i siti in Iran in risposta all’abbattimento di un drone americano.