Calano gli sbarchi, scesi del 79,6%, ma calano anche i rimpatri: dal 1 agosto del 2018 al 31 luglio del 2019 sono diminuiti dello 0,7% mentre quelli volontari si sono più che dimezzati. Il Viminale ha diffuso in occasione di Ferragosto il dossier con i dati di un anno di attività, in cui sottolinea come, stando ai suoi numeri, gli arrivi sono passati da 42.700 a 8.691. I rimpatri, invece, sono scesi da 6.909 a 6.862 e ancora più marcata è la diminuzione dei rimpatri volontari, passati da 1.201 a 555, con un calo del 53,8%. È il vero fallimento dei 365 giorni di Matteo Salvini al Viminale: il leader della Lega in campagna elettorale ne avevi promessi 600mila, poi all’inizio del suo mandato aveva fissato l’obiettivo a 90mila rimpatri. Un punto su cui il M5s e Luigi Di Maio hanno più volte insistito, denunciando anche come nel decreto Sicurezza bis non ci fosse “nulla sui rimpatri” e come dal ministero dell’Interno non fosse stati effettuati sforzi per concludere nuovi “accordi di cooperazione internazionale” con gli Stati di provenienza dei migranti.

Il dossier del Viminale evidenzia come siano aumentati invece del 6,7% gli allontanamenti dal territorio nazionale, passati da 16.425 a 17.531. Il provvedimento di “allontanamento” però riguarda i migranti comunitari: è simili a un’espulsione, con la differenza dovuta al fatto che i comunitari non sono soggetti al divieto di reingresso. Inoltre, sia con l’allontanamento che con l’espulsione non si ha la certezza, che si ha invece nel caso dei rimpatri, che il migranti lasci effettivamente il territorio nazionale e non ci rimanga come clandestino. Un altro dato riguarda la riduzione dei costi del sistema d’accoglienza. Il Viminale sottolinea che si è passati da 2,2 miliardi spesi dal 1 agosto 2017 al 31 luglio del 2018 ai 501 milioni dell’ultimo anno: un calo dovuto al fatto che attualmente nei centri sono ospitati 105.142 migranti, il 34% in meno rispetto al 2018. Dopo che a novembre scorso il Viminale ha tagliato da 35 a 26 euro il costo massimo giornaliero per l’accoglienza, molti centri Sprar di piccole dimensioni hanno dovuto chiudere, con i migranti finiti in strada e connessi rischi per la sicurezza.

I dati del ministero dell’Interno segnalano poi che il 36,8% degli 8.691 sbarcati nell’ultimo anno è partito dalla Tunisia (3.201), mentre il 22,3% (1.939) dalla Libia. Le prime tre nazionalità di chi sbarca, in totale il 53% di tutti gli arrivi, sono invece Tunisia, Pakistan e Iraq. Quanto alle richieste d’asilo, i numeri dicono che si sono più che dimezzate, passando dalle 82.382 dell’anno scorso alle 36.250 (-56%) di quest’anno. Quanto alle domande esaminate – in totale 97.410 contro le 88.165 del periodo precedente – ne sono state bocciate il 70% mentre nello stesso periodo dell’anno scorso erano il 49%. Calano nettamente le domande per motivi umanitari, passate dal 29% del totale al 6% (un dato che non tiene conto di quelle successive all’entrata in vigore del primo decreto sicurezza) mentre quelle per ottenere lo status di rifugiato passano dall’8 al 10% e quelle per la protezione sussidiaria dal 7 al 6%.

Le donne principali vittime di omicidio in famiglia
Sono le donne le principali vittime degli omicidi che avvengono in ambito familiare e affettivo: dei 145 morti ammazzati tra il 1 agosto 2018 e il 31 luglio 2019, il 63,4% sono infatti persone di genere femminile. Nel dossier su un anno di attività che il Viminale ha diffuso emerge un generale calo dei delitti più diffusi. Scendono infatti del 14% gli omicidi (da 357 a 307), del 16,2% le rapine (da 29.570 a 24.773) dell’11,2% i furti (da 1.226.550 a 1.089.711) e del 2,1% le truffe (da 122.378 a 119.776). Il calo relativo agli omicidi è però nettamente inferiore, solo un -4% rispetto al dato generale, se si guardano quelli avvenuti in ambito familiare. Quanto alle denunce per stalking – tre su quattro presentate da donne – si registra un calo del 13% (da 14.633 a 12.733) mentre crescono del 32,5% gli ammonimenti del questore, passati da 1.819 a 2.411. Calano del 2,8% gli incidenti stradali, ma aumentano del 2,1% quelli con esito mortale, che da 1.505 salgono a 1.536. Aumentano anche le vittime che da 1.630 arrivano a 1.727 pari al +6%.

Arrestati 51 latitanti: calo del 5,6 per cento
Sono 51 i latitanti di rilievo arrestati nell’ultimo anno, uno dei quali ritenuto di massima pericolosità, e 155 le operazioni di polizia giudiziaria svolte nell’ambito delle attività di contrasto alla criminalità organizzata. Il dato dei latitanti arrestati registra un calo del 5,6% rispetto ai 54 del periodo tra il 1 agosto 2017 e il 31 luglio 2018. Nell’ultimo anno sono stati inoltre eseguiti 6.802 sequestri per un valore complessivo dei beni pari a 3,8 milioni di euro, e 3.644 confische per 3,7 milioni di euro. In aumento gli enti locali posti sotto gestione commissariale per infiltrazioni della criminalità organizzata: sono stati in tutto 37, tra scioglimenti (16) e proroghe (28), rispetto ai 34 del periodo precedente, mentre sono stati 30 gli accessi ispettivi antimafia nei Comuni, 18 dei quali attualmente in corso, per un aumento del 15,4%.

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