Il test fa parte di un ciclo di lanci cominciato da luglio in risposta alle esercitazioni militari congiunte di Seul e Washington programmate ad agosto. Contestualmente però è arrivato anche l'annuncio del Comitato per la riunificazione di Pyongyang: "Non abbiamo altro di cui parlare con le autorità sudcoreane"
La Corea del Nord ha effettuato altri lanci di missili in mare: due vettori partiti dalla osta occidentale del Paese che hanno percorso circa 230 chilometri – raggiungendo un’altitudine massima di 30 chilometri – prima di finire nelle acque del mar del Giappone. A renderlo noto sono stati i Capi di stato maggiore congiunti della Corea del Sud. Mentre da Pyongyang è arrivato anche l’annuncio della volontà di mettere fine ai colloqui di pace con Seul: “Non abbiamo altro di cui parlare con le autorità sudcoreane e non abbiamo intenzione di sederci nuovamente con loro” al tavolo dei negoziati, si legge in una nota del Comitato della Corea del Nord per la riunificazione pacifica del Paese, rilanciata dall’agenzia di stampa Kcna.
Il test di oggi fa parte del sesto ciclo di lancio di missili balistici o di altro tipo di proiettili effettuato da luglio, in risposta alle esercitazioni militari congiunte di Seul e Washington programmate ad agosto. L’Ufficio del presidente sudcoreano Moon Jae-in ha tenuto una riunione d’emergenza del Consiglio sulla sicurezza nazionale in cui sollecita il Nord a sospendere ongi lancio, esprimendo preoccupazione su mosse che potrebbero portare a una escalation delle tensioni militari sulla penisola. Il meeting, presieduto da Chung Eui-yong, ha permesso di effettuare una “revisione generale delle condizioni sulla sicurezza militare”, ha riferito l’agenzia Yonhap.
Le “provocazioni” del Nord però non accennano a placarsi. Il Comitato di Pyongyang ha definito il presidente sudcoreano Moon Jae-in come un “ragazzo impudente” che è “sopraffatto dalla paura”.